MESAGNE – Prima una testa di cane, poi l’auto a fuoco. Ora, un’altra vettura in fiamme. Continuano a verificarsi gli avvertimenti incendiari nei confronti di un impiegato 37enne di Mesagne.
Questa volta a bruciare è una Lancia Musa, in uso ad un operaio ma di proprietà del 37enne mesagnese già oggetto di “attenzioni” incendiarie. Intorno alla mezzanotte, i residenti si sono accorti che un’auto parcheggiata in strada, via Dottor Francesco Morgese, a pochi passi dalla Parrocchia di Mater Domini, stava andando a fuoco.
Sul posto sono giunti i vigili del fuoco del comandi provinciale di Brindisi e una pattuglia del locale commissariato di Polizia, che ora indaga anche su questo incendio.
È certa la natura dolosa dell’episodio: già in passato, l’impiegato ha già ricevuto attenzioni simili, riconducibili alla sfera privata e non a quella della criminalità, come si era pensato in un primo momento. Più volte, infatti, l’impiegato è stato ascoltato dagli investigatori per avere un quadro più limpido. Le indagini sono andate in ogni direzione, per far luce sulle denunce avanzate dall’uomo, ex marito di un politico locale. Il 37enne non ha precedenti e avrebbe dichiarato di non aver ricevuto minacce dirette da qualcuno.
La lunga scia di avvertimenti è cominciata prima del 25 aprile scorso, quando qualcuno gli lanciò la testa di un cane di grossa taglia sotto la porta dell’abitazione, che egli stesso ritrovò sotto casa, denunciando subito l’accaduto. Proseguì nei primi giorni di maggio (8 maggio) con l’incendio alla Fiat Panda bianca parcheggiata sempre in via Morgese. In quell’episodio, furono raccolte le immagini della videosorveglianza installata all’esterno dell’abitazione dell’uomo.
Già dai primi episodi avvenuti e puntualmente denunciati dall’uomo, gli uomini del commissariato di Mesagne – sotto la guida del vice questore Rosalba Cotardo – hanno aperto un fascicolo, già depositato in Procura con le loro prove d’indagine. Ora si aprirà una nuova indagine per far luce su questo nuovo episodio.
Agnese Poci
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