INTERVENTO/ Amati figli, la celebrazione del mistero pasquale ci conduce alle origini della nostra fede, perché in Cristo morto e risorto è la nostra salvezza. Durante quest’anno pastorale abbiamo più volte meditato sulla Chiesa, sposa di Cristo, guidati dal dal Cantico dei Cantici. Proprio da questo libro vorrei estrapolare due versetti, in cui è la sposa a cantare: «Il mio nardo effonde il suo profumo; l’amato mio è per me un sacchetto di mirra» (Ct 1,12-13). Quando Gesù nasce, riceve in dono dai Magi la mirra, una resina che simboleggia la sua futura passione in favore dell’umanità. La mirra, però, è anche richiesta da Dio a Mosè per profumare l’olio dell’unzione dei sacerdoti e degli oggetti sacri. Non c’è da meravigliarsi che la sposa del Cantico dei Cantici riconosca nel suo sposo questo profumo. Lo vuole tenere sul suo petto, nel suo cuore, come in un sacchetto che contiene l’essenza aromatica. Così è anche la Chiesa: dall’Eucaristia e dal sacrificio di Gesù viene sprigionato un profumo che ci avvolge e che ci rende a nostra volta sacri e profumati. Anche la donna del Cantico ammette di essere profumata, ma come il nardo, altra essenza aromatica che simboleggia l’amore profondo per lo sposo. Questo simbolo è confermato nei Vangeli, dove ricorre l’episodio di una donna che si reca da Gesù e, rompendo un vaso pieno di nardo, sparge su di Lui il profumo, che riempie la casa di un soave odore. L’amore è ciò che realmente dà profumo alla vita. Tutto ciò che abbiamo, l’appartenenza alla Chiesa, le persone che incontriamo, sono i segni della benevolenza di Dio per noi. Purtroppo il peccato ci rende incapaci di sentire il buon odore che Egli continua a diffondere nel mondo; i nostri sensi sono legati a beni transitori e cercano l’apparenza più che la soavità delle cose semplici. Il nardo e la mirra sono due degli unguenti che profumano il nuovo olio benedetto nella S. Messa del Crisma di quest’anno. Con quest’olio aromatico ungeremo il capo dei battezzati, la fronte dei cresimati, le mani dei nuovi presbiteri; in esso riconosciamo la premura che Dio continua ad avere per la nostra Chiesa di Brindisi-Ostuni, che sente sempre più pressante l’esigenza di riscoprire il dono della fede. Chi ha incontrato Cristo, come la donna che ha spalmato il profumo di nardo sui piedi di Gesù con i suoi capelli, non può che rimanere impregnato dello stesso aroma. Sollecitati, dunque, dall’esortazione di san Paolo ai Corinzi, «noi siamo dinanzi a Dio il buon profumo di Cristo» (2Cor 2,15), eliminiamo tutto ciò che ci ostacola nel cammino con Gesù, accompagniamolo fino al Calvario, portiamogli come le donne i profumi delle nostre buone azioni al sepolcro per onorarlo e diveniamo apostoli credibili del Risorto.
Auguri di santa Pasqua,
+ Domenico Caliandro Arcivescovo di Brindisi-Ostuni
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