BRINDISI- In attesa che la Regione decida sulle autorizzazioni da rilasciare per l’ampliamento della discarica e per la realizzazioni di altre opere, Formica Ambiente torna in esercizio. Quella che era stata definita la discarica dei veleni, sequestrata nel 2009, a giugno del 2012 ha ottenuto dal tribunale di Brindisi l’autorizzazione alla ripresa delle attività. Ma con alcune precauzione e accorgimenti. Nominato Roberto Paoletti amministratore giudiziario. La decisione del tribunale è scaturita per la necessità di contemperare il bisogno di salvaguardare l’efficacia di un’eventuale provvedimento finale di confisca con gli interessi dell’azienda ma anche pubblici per la conservazione e manutenzione degli impianti. Inoltre la discarica poteva tornare a funzionare sia perché erano venute meno le esigenze cautelari, ma anche perché è stata rinnovata la compagine societaria ed è stato adottato un nuovo modello organizzativo.
Il processo contro la discarica di Formica ambiente è ancora in corso, ma a breve si arriverà alla sentenza di primo grado, tra i reati contestati agli imputati quello di corruzione e di smaltimento illecito di rifiuti. In quanto l’accusa sostenuta dal pm Giuseppe De Nozza contesta lo smaltimento nel sito di contrada Autigno di rifiuti non autorizzati. Ravvisando così l’esistenza di una discarica non autorizzata. Dieci le persone che furono arrestate, tra queste Vincenzo Fiorillo consigliere di amministrazione di Formica Ambiente, società con sede a Roma. Quello di Fiorillo è uno dei nomi più famosi in Italia in tema di rifiuti.
Secondo le indagini condotte nel 2009 dai carabinieri del Noe di Lecce al comando del maggiore Nicola Candido, nella discarica brindisina sarebbero stati smaltiti rifiuti tossico-nocivi, non autorizzati provenienti da diverse parti d’Italia, soprattutto da Treviso. I rifiuti nocivi attraversavano l’Italia per essere smaltiti senza alcuna autorizzazione in questa contrada nelle campagne tra Brindisi e San Vito dei Normanni.
La discarica quindi è tornata in esercizio ma con degli importanti cambiamenti durante il conferimento. Bisognerà effettuare prima un campionamento dei rifiuti trasportati dai camion, e solo una volta accertato che si tratti di quelli autorizzati potranno essere smaltiti. Un grande bacino tra le campagne di Autigno, tra un fiume nero di percolato e delle melma simile a catrame. L’odore forte come di petrolio è nauseabondo.
La società è ora in attesa di ottenere le autorizzazioni per un nuovo progetto che prevede un ampliamento della discarica per una capienza 837mila metricubi, la costruzione di una sopraelevata di 250 mila metricubi, e la realizzazione di un impianto di trattamento per la riduzione volumetrica dei rifiuti. Con l’area già esistente la discarica arriverebbe a 1.500.000 metricubi. La decisione spetta alla Regione Puglia, la Provincia di Brindisi ha espresso parere sfavorevole, mentre i tecnici del Comune hanno dato il via libera. Successivamente è intervenuto il sindaco Consales che ha espresso il suo “no” politico ed ha chiesto la riapertura della conferenza dei servizi, già precedentemente chiusa. La Regione non si è ancora pronunciata.
Formica Ambiente a parte, il tema dei rifiuti nel Salento e nel brindisino dopo le dichiarazioni del pentito Carmine Schiavone riscalda le procure del distretto. Questa mattina a Lecce in Corte d’Appello convocati i procuratori capo di Brindisi, Lecce e Taranto per stabilire una linea da seguire e decidere se attivare delle indagini dopo le dichiarazioni su presunti smaltiti di rifiuti tossici nelle campagne di Brindisi e Lecce.
Lucia Portolano
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