LECCE – Si chiede la conferma del massimo della pena per Giovanni Vantaggiato, l’imprenditore di carburante di Copertino (Lecce) che il 19 maggio 2012 fece esplodere una bomba davanti la scuola superiore ‘Francesca Morvillo Falcone’ di Brindisi dove rimase uccisa la studentessa mesagnese Melissa Bassi di 16 anni e altre nove persone rimasero gravenemente ferite. Il pg della Corte d’Appello di Lecce, Antonio Maruccia, quindi, nel corso della requisitoria incentrata esclusivamente sulla sussistenza dell’aggravante della finalità terroristica al reato di strage, ha chiesto conferma dell’ergastolo con isolamento diurno per 18 mesi per Vantaggiato.
“Tutti noi abbiamo subito quell’atto – ha detto durante l’udienza iniziata questa mattina il pg Maruccia – il terrorismo è un metodo, non un fine. Ci può essere un’azione più naturalmente terroristica, eccessiva, gratuita, spietata della collocazione di 45 chili di esplosivo alle 8 meno un quarto davanti ad una scuola quando c’è quel via vai di persone?” ha chiesto Maruccia, approfondendo la definizione di atto terroristico come atto “idoneo potenzialmente ad arrecare grave danno al Paese, inteso come comunità e istituzioni insieme”.
“Un conto è farle esplodere in campagna a Copertino – ha aggiunto – di notte quando non c’è nessuno. Ma qui il contesto ci impone di considerare tutto quell’esplosivo in quel luogo, a scuola e a quell’ora. Questi sono i dati obiettivi che la norma ci impone di vagliare. Tutti i genitori di Brindisi – ha proseguito ancora – sono andati quel giorno a ritirare i bambini dalle scuole”.
Nell’aula bunker del carcere Borgo San Nicola di Lecce è in corso da questa mattina la terza e probabilmente ultima udienza del processo dinanzi la Corte d’assise di Appello. Giovanni Vantaggiato è assente. Mentre in aula ci sono la migliore amica di Melissa Bassi, Selena Greco, che pochi mesi fa si è tatuato sul braccio sinistro il nome e la data di nascita della sua cara amica. Insieme a lei sono presenti i genitori della studentessa scomparsa, Massimo e Rita Bassi. Manca, invece, Azzurra Camarda, una delle cinque studentesse ferite gravemente durante l’esplosione di due anni fa perché sta sostenendo la terza prova scirtta dell’esame di maturità nell’istituto ‘Morvillo Falcone’.
L’attentato del 19 maggio 2012 davanti alla scuola Morvillo Falcone di Brindisi fu, secondo il pg della Corte d’assise d’appello di Lecce Antonio Maruccia, un “gesto contro la giustizia” non messo in atto davanti al tribunale di Brindisi solo per “vigliaccheria”. Il rappresentante della pubblica accusa lo ha detto nel corso della requisitoria al processo d’appello a Giovanni Vantaggiato per il quale ha chiesto la conferma della condanna alla pena dell’ergastolo con isolamento diurno.
“Perchè quella scuola? Solo la vicinanza al tribunale? (L’imputato, ndr) Vuole un gesto eclatante e lo compie alla scuola Morvillo Falcone, per il simbolismo espresso dalla sua intitolazione, per infangare quelli che per noi sono eroi, che meglio rappresentano l’ideale di giustizia e lo fa nell’approssimarsi dell’anniversario della strage di Capaci”. Quanto alla volontà di intimidire il Paese: “Questo signore ha pensato mesi e mesi – ha detto il pg Maruccia – a questo attentato. Lo ha preparato meticolosamente, fin nei minimi particolari. Ha applicato la sua intelligenza malvagia allo studio degli esplosivi. Li ha testati, fatti esplodere”. “Non è un elemento accessorio, lo fa perchè vuole protestare contro la giustizia. Lui pensa prima di colpire il giudice che ha fatto la sentenza (per la truffa subita da Vantaggiato e compiuta da Cosimo Parato). Poi c’è una lievitazione dell’obiettivo che riguarda la giustizia”. Secondo Maruccia, è una «finalità confessata e prescinde dalla realizzabilità”.
La requisitoria del pg Antonio Maruccia è incentrata su uno dei due motivi d’appello del difensore di Giovanni Vantaggiato, Franco Orlando, e cioè la sussistenza dell’aggravante della finalità terroristica al reato di strage riconosciuta in primo grado. Nella scorsa udienza era stato affrontato il nodo della perizia psichiatrica, negata dalla Corte con un’ordinanza che stabiliva che l’imprenditore di Copertino era ‘lucido’ al momento del fatto ed è capace quindi di stare a processo.
L’imprenditore di Copertino, reo confesso della strage davanti la scuola ‘Morvillo Falcone’, è stato già condannato all’ergastolo in primo grado. Oggi, dopo le arringhe del difensore e la discussione delle parti civili, potrebbe essere pronunciata la sentenza.
BrindisiOggi
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