Ascensori Perrino, riparati quasi tutti quelli per i pazienti, i visitatori devono aspettare

BRINDISI – «Stiamo lavorando per migliorare il sistema. La prossima settimana, ad esempio, saranno effettuate, su tutti e 40 gli ascensori, le prescritte revisioni biennali per certificare le condizioni degli impianti: abbiamo contattato una ditta specializzata cui abbiamo affidato questo delicato compito così da ottenere, in seguito, un quadro preciso della situazione. In realtà, nei mesi scorsi, abbiamo già commissionato alla Kone srl, la ditta che si occupa, per conto della Manutencoop, della manutenzione degli elevatori, un controllo dello stato delle cose e i relativi preventivi degli interventi necessari. Le revisioni biennali obbligatorie, però, ci forniranno un dato certificato dal quale partire per, poi, pianificare il lavoro».

Quaranta sono gli ascensori dell’ospedale Antonio Perrino di Brindisi e per risolvere in uno schiocco di dita un’emergenza legata a un sistema così complesso, articolato e diffuso, non basterebbe neanche la bacchetta magica. Qualcosa, però, si muove. Ad affermarlo è Stefano Rossi, direttore amministrativo dell’Asl di Brindisi. Nonostante gli elevatori dedicati ai visitatori funzionino tuttora a singhiozzo e raggiungere i piani nei quali sono ricoverati i propri cari sia ancora un terno al lotto, le cose sono nettamente migliorate sul versante degli ascensori riservati al personale e ai pazienti: da quando è rientrato in funzione il montalettighe del D3, uno di quelli collegati al blocco operatorio del quinto piano, il flusso di barelle, sedie a rotelle, vassoi per il trasporto del cibo e dei medicinali, risulta essere molto più scorrevole e fluido.

A breve ci sarà un nuovo stop, programmato, per l’importante elevatore, una pausa necessaria a consentire la riparazione in sicurezza del secondo montalettighe attiguo a quello già in funzione. La conferma del miglioramento del servizio arriva anche dagli ausiliari che governano le cabine: nei momenti peggiori dell’emergenza, a cavallo tra gennaio e febbraio, con un solo ascensore in funzione, infatti, i lavoratori erano costretti a smistare carichi di lavoro non concentrabili su un unico elevatore, col risultato di non riuscire ad evadere tutte le richieste di trasporto.

Ora, con un cauto ottimismo, si può dire che quel periodo è alle spalle anche se, come ammette lo stesso Rossi, l’emergenza, in una struttura come il Perrino, data la sua imponenza e la sua complessità, è sempre dietro l’angolo.  Insomma, per i pazienti e i loro bisogni, l’aspetto, in fondo, più importante della questione, pare che le cose volgano al meglio, i visitatori, invece, dovranno avere un po’ di pazienza prima di poter usufruire pienamente degli ascensori loro dedicati e aspettare che le procedure di verifica, pianificazione e intervento restituiscano degli impianti a norma e funzionanti.

Maurizio Distante

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