INTERVENTO- È passato quasi un anno da quando la città fu chiamata ad eleggere il sindaco e il consiglio comunale. Un anno trascorso inutilmente per dare soluzione agli innumerevoli problemi cittadini e caratterizzato solo dai continui tentativi di definire gli assetti di giunta. La città è da tempo senza un governo stabile, sicuro, determinato. Manca poi visione e progettualità. Non si riesce neanche ad amministrare la quotidianità. In questo anno la maggioranza uscita dalle elezioni del 2016 ha dato solo prova di inaffidabilità, di incapacità e di divisioni che ne hanno messo e mettono in discussione la sua stessa tenuta e prospettiva. Parte di coloro che dettero vita a questa maggioranza sono venuti meno e sono passati all’opposizione. Un anno, quindi, passato invano mentre la città sprofonda nei suoi problemi raggiungendo livelli di degrado mai conosciuti. La città sembra non avere un governo, è priva di autorevolezza e di rappresentatività. I cittadini assistono con un certo disagio allo spettacolo che la politica cittadina offre quotidianamente ripiegata come è su se stessa e impegnata solo a definire continuamente assetti ed equilibri tra i vari consiglieri che compongono la maggioranza residua e la cui configurazione politica rimane indistinta oltreché minoritaria. In questo anno nessuno dei problemi “ordinari” ereditati è stato risolto. Alcuni di questi si sono ulteriormente aggravati come quello dei rifiuti e della pulizia della città, della situazione finanziaria e del bilancio, delle società partecipate, del traffico e della mobilità, della vivibilità e del decoro urbano, del piano della costa. Temi questi che avrebbero dovuto e potuto impegnare immediatamente il sindaco e la sua maggioranza. E quando lo hanno fatto hanno dato l’impressione di imperizia e di improvvisazione. Le grandi questioni dell’ambiente, del futuro industriale e produttivo, del PUG, del ruolo di Brindisi nel contesto della riorganizzazione amministrativa e statuale in atto, non trovano sedi e idee per coinvolgere in maniera trasparente e consapevole la società brindisina che se coinvolta saprebbe dare certamente il suo contributo.
Mentre si susseguono stancamente incontri per definire assetti di giunta che verranno certamente messi di nuovo in discussione una volta stabiliti, la città sprofonda, perde fiducia in se stessa, si rassegna. Gli stessi tentativi di “ingaggiare” professionisti e competenze per dare un minimo di credibilità a questa maggioranza sono miseramente falliti senza neanche creare un minimo di sussulto. A prevalere anche in maniera trasformistica sono gli ingaggi dei singoli consiglieri comunali che con i loro voti ricattano e contrattano volta per volta il loro appoggio. Prima l’avvocato Del Grosso, poi l’avvocato Silvestre, la professoressa Greco, fatti fuori dal governo cittadino senza una spiegazione credibile, poi l’abbandono del notaio Errico con motivazioni pesanti fornite dallo stesso per la scelta fatta, hanno dato vita a quel continuo nominificio di assessori privi di autonomia e di indipendenza che invece di rispondere al sindaco e alla città rispondono solo ai consiglieri comunali che li hanno contrattati sulla base dei loro voti. La città è disgustata e indignata e sembra rinunciare a qualsiasi volontà di reagire. Si convive ormai con questo fastidioso andazzo. Bisogna ringraziare per questo chi in consiglio comunale e fuori di esso si oppone e propone scelte e soluzioni per i problemi della città. Si stanno scaricando sulla città i giochi tra individui e i loro interessi e ambizioni che la tengono in ostaggio e la paralizzano nelle sue stesse potenzialità e opportunità. Una minoranza elettorale composta da individui senza arte e ne parte si stanno dividendo le ultime briciole di quello che resta a Brindisi. Famelici e disperati gruppi di interesse cercano di piegare l’agire amministrativo per orientarne l’esito attraverso la composizione in continuo della giunta, la distribuzione degli incarichi, delle scarse risorse i bilancio e forse anche attraverso l’affidamento diretto e indiretto di lavori pubblici e privati. Tutto questo degrado e questa situazione richiede una risposta politica e civica sostenendo chi in consiglio comunale si oppone e stimolando la città a reagire. Chi ha bisogno di una città che funzioni, chi soffre di più per la lunga crisi, chi lotta per il lavoro, chi si oppone, non va lasciato solo. Bisogna rompere il consociativismo da Consiglio Comunale che una maggioranza debole e senza politica è portata a praticare. Dai quartieri, dalle lotte e dalle iniziative per il lavoro, dalla domanda di servizi sociali e pubblici più efficaci ed efficienti,ai progetti per rilanciare Brindisi, bisogna far partire un patto per difendere la città prendendosene cura. Lo stanno già facendo singoli cittadini ed associazioni di volontariato.
Gli attuali aderenti al Movimento Articolo UNO in fase di costituzione e dopo la prima campagna di adesione che sta riscuotendo un considerevole successo, proporrà a tutte le forze di sinistra e progressiste, alle associazioni, un confronto a breve per definire i contenuti per iniziative comuni e unitarie per “difendere Brindisi prendendosene cura”.
Documento sottoscritto dagli 83 aderenti al comitato promotore di articolo UNO MDP di Brindisi
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