Arresti Asl: ecco come truccavano le gare – Il video

BRINDISI – “Un sistema rozzo”. Così Nicolangelo Ghizzardi, procuratore aggiunto di Brindisi, ha definito il meccanismo con cui si truccavano gli appalti dell’area gestione tecnica dell’Asl del capoluogo messapico. In estrema sintesi, si aprivano le buste delle gare, si visionavano le offerte dei concorrenti e si “suggeriva” al vincitore in pectore la cifra da presentare per assicurarsi l’affare.

Uno dei personaggi chiave della storia, secondo la ricostruzione effettuata dagli inquirenti, è Giovanni Borromeo, consigliere d’amministrazione della società partecipata della Provincia di Brindisi, Santa Teresa. Borromeo è stato definito dal procuratore capo, Marco Dinapoli, il “faccendiere”, l’addetto ad aprire materialmente le buste degli appalti per sabotarli.

Nell’ordinanza emessa dal gip del Tribunale di Brindisi, Valerio Fracassi, Borromeo viene indicato come “pienamente inserito nel sistema” e altrimenti non poteva essere, visto che il suo ruolo era fondamentale per la buona riuscita degli illeciti. Il consigliere d’amministrazione della Santa Teresa, ricevute le buste contenenti le offerte, ne sbirciava il contenuto aprendole da un lato diverso da quello classico. Una volta venuto a conoscenza delle offerte dei partecipanti alla gara, richiudeva i plichi con più o meno cura, applicando della colla lì dove i contenitori erano stati manomessi. Sbrigata questa parte, il più era fatto: bastava solo comunicare al futuro vincitore le cifre inserite dai suoi avversari per permettergli di superarle in convenienza e aggiudicarsi la gara. Questo era il modus operandi usato nel caso degli appalti più grossi, quelli superiori a 50mila euro. Il gruppo d’affari, però, non disdegnava le somme inferiori, mettendo lo zampino anche negli appalti da meno di 50mila euro. In questi casi la procedura cambiava con la tipologia di gara: delle 5 imprese chiamate a partecipare effettuando le offerte, 4 fungevano da comparse, facendo vincere sempre la ditta prescelta di volta in volta. Un sistema sicuramente rozzo che, però, ha funzionato bene per almeno i 4 anni, dal 2006 al 2010, oggetto delle indagini della Guardia di Finanza di Brindisi e dei carabinieri dei Nas di Taranto.

Maurizio Distante

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