BRINDISI- Ha solo 20 anni ma nonostante sia così giovane si è distinto per coraggio e altruismo oltre per grande professionalità, salvando dalle onde la vita a donne e bambini in difficoltà. Arcangelo, di nome e di fatto, è quell’angelo custode che tutti vorrebbero avere sulla spiaggia per sentirsi sicuri. Ora in forza al Reggimento Lagunari “Serenissima” Arcangelo Cellie, nato e cresciuto a Brindisi, è stato insignito la Medaglia di Bronzo al Merito al Bagnino di Salvataggio. “ Per aver contribuito in maniera efficace e determinante, con perizia marinaresca e grave rischio personale, al salvataggio di molti pericolanti trascinati dalle forti correnti marine e successivamente soccorsi applicando consuccesso i protocolli previsti- si legge nella motivazione- dimostrando non comuni doti di intraprendenza ad operare efficacemente in condizioni di circostanza, coordinando l’azione dei presenti, poneva in essere soluzioni efficaci con mezzi di contingenza. Chiaro esempio di elevata professionalità, silenziosa generosità, impareggiabile altruismo.” La benemerenza, giunta dalla Sede Nazionale in Genova, è stata consegnata dal Direttore di Sezione di Brindisi e Carovigno della Società Nazionale di Salvamento, Domenico Pettinau. E’ proprio a quest’ultimo che Arcangelo deve la sua formazione. “E’ nato tutto per caso- racconta Arcangelo- il mio sogno è sempre stato quello di intraprendere la carriera militare così lo scorso anno per affrontare i concorsi ho deciso di conseguire il brevetto da bagnino. A maggio 2022 sono stato subito chiamato da un collega che aveva fatto il corso con me Dario Cantoro, uno dei proprietari di Apani Beach, insieme a Marco Rizzo e Alessandro Mancuso, mi ha chiesto se volevo lavorare con loro. Così dopo qualche settimana ho cominciato”. Arcangelo con il brevetto di salvamento si è ritrovato subito sulla spiaggia. “Già ai primi di giugno mi sono reso conto che sarebbe stata un bella stagione, ricca di emozioni- racconta- Vedevo sempre il mare grosso. Mio padre e mia nonna si preoccupavano, ma perché mi vedevano stanco ma non dicevo loro i rischi che correvo. Ma poi ci sono stati i primi salvataggi e sono venuti alla luce ed hanno cominciato a preoccuparsi un po’ di più”. Il primo salvataggio fatto da Arcangelo è stata l’esperienza che maggiormente lo ha segnato di più, è tra quelle che li sono valse la medaglia al merito. “L’esperienza più forte è stata quella del mio primo salvataggio, perché quel giorno ho visto la paura negli occhi di una bambina innocente e che poteva rischiare grosso- dice- Quella mattina due nonni avevano portato al mare i due nipotini, un bimbo ed una bimba. Ad un certo punto la risacca aveva cominciato a trascinare la famigliola , ma il bambino che indossava i braccioli era riuscito ad uscire subito dall’acqua con il nonno. Mentre la nonna e la bambina venivano risucchiate dalla risacca. Prima che accadesse tutto questo avevo monitorato la situazione e mi ero accorto del rischio tanto che avevo già cominciato a fischiare per dire loro di prestare attenzione ma poi mi sono reso conto che non ce l’avrebbero fatta perché quel giorno la corrente era piuttosto forte. Inoltre in quella zona si creano delle secche ma il giorno dopo c’è una batimetrica di un metro e mezzo e si creano dei vortici. In quel caso la bambina era finita in un vortice ed io non ho esitato a buttarmi in acqua. Subito ho provveduto prima a prendere la bambina, l’ho aggrappata a me”. La situazione era piuttosto complicata ed Arcangelo era solo, nonostante questo non ha mai avuto dubbi che avrebbe fatto il possibile per salvare nonna e nipotina. “La nonna mi chiedeva di salvare la bambina ma io tenevo sott’occhio anche lei-dice- perché non potevo permettermi, a livello etico, cristiano, di lasciarla lì. Piuttosto ci sarei rimasto io. Dopo aver recuperato la bambina, non senza difficoltà. Mi sono reso conto che anche la nonna era finita in un vortice . Così mi sono ributtato in acqua dagli scogli, ho raggiunto la nonna e l’ho spinta verso la secca e da lì ne siamo usciti insieme. Anche in un momento così, io non ho mai avuto paura per me. La mia paura era non riuscire a salvare loro. Io so quale è il rischio, ogni lavoro ha dei rischi, bisogna metterlo in conto”. Arcangelo non è nuovo a questo tipo di imprese. Il coraggio e l’altruismo sono le doti che lo contraddistinguono. “Il primo battesimo del fuoco l’ho avuto il 17 gennaio sempre del 2022- racconta- battesimo del fuoco in tutti i sensi perché stava prendendo fuoco una casa a Melpignano e ci siamo ritrovati io, mio padre e un suo amico a spegnere questo incendio e tra l’altro in casa c’erano tre disabili all’interno. C’è stato un po’ da faticare perché dentro c’erano anche delle bombole”. Nella stagione scorsa Arcangelo si è reso protagonista di quindici salvataggi ufficiali, come dice lui, ufficiali perché il resto degli interventi, sempre a suo dire, non avevano particolare rilevanza. La scorsa estate, ad agosto, ha ricevuto anche un encomio dalla Capitaneria di Porto di Brindisi. “ Ho avuto un encomio dalla Capitaneria per aver tratto in salvo una mamma con la sua bambina tra il Guna e Apani Beach- dice- in quel caso intervenne anche un altro collega. Ma mi è capitato anche di salvare una mamma , i due bambini ed una nonna, anche lì non è stato facile trascinare quattro persone fuori dall’acqua. La corrente non ti aiuta e neppure il vento e la stanchezza, tante ore sotto il sole ti sfiancano”. Arcangelo è un anche ragazzo molto umile e attribuisce la sua capacità di intervenire nelle situazioni più difficili agli insegnamenti di un grande maestro Domenico Pettinau, direttore di Sezione di Brindisi e Carovigno della Società Nazionale di Salvamento,. “Non è merito mio, perché anche il miglior calciatore senza un buon preparatore è come quei bambini che giocano per strada- dice- questo significa che Domenico mi ha formato al meglio per quelli che erano i suoi mezzi. Abbiamo fatto lezioni di voga, ci ha insegnato come tuffarsi in modo da attutire il tuffo ed essere pronti a mantenere la testa fuori dall’acqua, come aggirare le onde , come gestire le fratture varie, come usare un defibrillatore . Abbiamo fatto il corso Bls. E poi una grossa mano l’ho avuta anche dai proprietari di Apani Beach. Nel turno normalmente ero solo, ma sono sempre stato fortunato perché mi sono trovato svariate volte con i proprietari del lido che dietro mio consiglio mi aiutavano. I dispositivi di salvataggio sono numerosi così mentre io scendevo in mare con le pinne perché, magari, dovevo andare a 200 metri dalla riva, loro mi vincolavano con un mulinello di corda . Mi sono trovato un paio di volte con Sandro Mancuso e una volta con Dario che aveva tra l’altro fatto il corso di salvamento con me, in lui ho sempre visto oltre che un datore di lavoro ed un collega di cui potermi fidare”. Oggi però questa esperienza di salvamento sembra conclusa, almeno per il momento. Arcangelo sta inseguendo il suo sogno quello di poter continuare a far parte delle Forze Armate. Ora è in forza al Reggimento Lagunari “Serenissima” a cui ha già dato lustro con le sue piccole, grandi imprese. La medaglia ricevuta ne è la prova. Dal canto suo lui , con la grande umiltà che lo contraddistingue, ritirando il riconoscimento con indosso la divisa di Fante dei Lagunari lo ha voluto dedicare ai suoi fratelli e sorelle “Fanti Da Mar”, ai superiori, ed ai suoi comandanti passati ed odierni, sua nuova famiglia, che quotidianamente rafforzano il legame con il tricolore simbolo della Patria che intende servire nei prossimi anni. Al tempo stesso ha anche dedicato un pensiero alla sua famiglia e a quanti incontrati sulla strada della vita che lo hanno spronato a portare avanti gli ideali di carità e aiuto del prossimo, nonché contribuito a farlo crescere con i sani principi che oggi, per l’appunto, lo hanno portato a ricevere la Medaglia al Merito per aver messo a repentaglio la propria vita per il prossimo.
Lucia Pezzuto per Il7Magazine
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