MESAGNE – È nata circa un mese fa la mensa per i più bisognosi a Mesagne, all’interno dei locali della chiesa di Loreto, accanto all’ospedale “San Camillo de Lellis”.
Un servizio scaturito dalla necessità crescente di cittadini che non riescono ad arrivare alla fine del mese e per i quali diventa sempre più difficile far quadrare i conti e mettere un pasto caldo a tavola.
Il cappellano della chiesa di Loreto, Don Pietro De Punzio, ha avuto l’idea di aprire uno spazio che favorisca l’integrazione di chi si sente dimenticato ed emarginato.
“Il servizio mensa è attivo dal 22 febbraio e proseguirà sin dopo Pasqua. Anche lo scorso anno, sia in Quaresima, sia a Natale, si è svolta questa esperienza invitando i soli, le famiglie con dei disagi, perché non si sentissero più isolati. – ha dichiarato Don Pietro De Punzio – Questo servizio è prezioso perché a costo zero. Mi spiego: ci sono alcune famiglie che si offrono per preparare il primo, un’altra o due si occupano del secondo, altri portano frutta, pane, acqua. Le famiglie che preparano portano in chiesa e poi, grazie ad alcuni ragazzi della Parrocchia della Santissima Annunziata tutte le pietanze vengono servite a tavola. È un’esperienza che si ripete ogni domenica e che avrà luogo anche questo giovedì, giorno della festa di san Giuseppe.”
Il numero dei bisognosi aumenta e, se adesso la mensa si svolge in sacrestia, tra poco potrebbe spostarsi in chiesa. Eppure, c’è chi non riesce a raggiungere la mensa.
“Alcuni si vergognano, manca loro il coraggio di farsi vedere in difficoltà dagli altri. Per cui, a più di qualcuno portiamo il pranzo a casa. Il loro è un bisogno celato dall’imbarazzo. Purtroppo a Mesagne c’è un sottobosco di povertà, solitudine, emarginazione. – ci ha detto Don Pietro – Pensavamo che certe situazioni fossero lontane, relegate a venti anni fa, quando in città arrivarono tantissimi cittadini albanesi. Oggi invece la mensa è per mesagnesi soli, che stentano ad andare avanti. È impressionante vedere quanta gente soffra, quante famiglie nelle con bambini, anche malati vedano in noi una speranza. Il nostro è per loro un sostegno, un piccolo gesto di solidarietà per superare l’isolamento.”
“Donare fa bene a chi riceve ma anche a chi dà. – ha sottolineato Don Pietro – Seguiamo l’esempio e le parole del nostro Papa Francesco sull’inclusione. Il Pontefice dice che nessuno deve essere escluso, perché non c’è solo una periferia territoriale, ma propria degli uomini, che sono ai margini di una società che ostenta benessere.”
Agnese Poci
DIO BENEDICA I BUONI DI CUORE E PREGHI PER LE ANIME CATTIVE: AMEN
Grazie per come siete e cio che fate per chi ha bisogno.