BRUXELLES- I leader locali e regionali hanno chiesto ai nuovi membri del Parlamento europeo e ai futuri commissari europei, nonché ai governi nazionali, di impiegare risorse finanziarie ambiziose per la transizione verso un’economia circolare. Un facile accesso ai fondi e criteri obbligatori per gli appalti pubblici circolari sono tra gli strumenti che, se attuati a livello territoriale, potrebbero consentire all’Unione Europea di ridurre l’uso delle risorse sul proprio suolo e di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050.
Le raccomandazioni sono contenute in un parere elaborato dalla Presidente del Consiglio regionale, Loredana Capone, su richiesta della Presidenza belga del Consiglio dell’UE, che è stato adottato all’unanimità oggi 20 giugno dalla plenaria del Comitato europeo delle regioni (CdR).
“Servono nuovi modelli di produzione e di consumo per affrontare la triplice crisi planetaria dell’inquinamento ambientale, dei cambiamenti climatici e della perdita di biodiversità – afferma la Presidente Capone – Le risorse non sono infinite e noi le stiamo sprecando, a danno delle nuove generazioni. L’economia circolare rappresenta un passaggio cruciale per ristabilire un equilibrio tra le persone e il pianeta. La Regione Puglia ha già intrapreso questo cammino sostenendo progetti di economia circolare, come il riuso delle acque reflue in agricoltura ma anche finanziando aziende che adottano progetti virtuosi. Ho portato all’attenzione del Comitato europeo delle Regioni le buone pratiche della nostra regione. Il parere approvato oggi – dice Capone – sottolinea la necessità di politiche integrate e strumenti legislativi che partono dall’Europa e coinvolgano le Regioni e i Comuni che sono gli enti più prossimi ai cittadini. Questi enti hanno un ruolo fondamentale nell’informare e incoraggiare le aziende ad adottare diverse strategie circolari e incoraggiare i consumatori a optare per soluzioni più sostenibili. Investendo nel risparmio, riuso, riciclo e recupero delle risorse. Nello stesso tempo servono maggiori finanziamenti per le amministrazioni locali che hanno bisogno di più personale e risorse dedicate per attuare la transizione circolare”.
Nel 2021, il consumo di materiali in UE è stato di 14,1 tonnellate pro capite, un valore superiore del 40- 70% a quello ritenuto necessario per rimanere entro i limiti di sostenibilità del pianeta. E negli ultimi 20 anni i consumi sono aumentati del 26% . C’è quindi ancora molto da fare per raggiungere gli obiettivi del Green Deal europeo le cui politiche sono attuate per la maggior parte a livello locale e regionale. Di conseguenza, una transizione equa e inclusiva verso un’economia circolare non può essere raggiunta se città e regioni non sono messe nelle condizioni di realizzare questa trasformazione storica nei propri territori.
Serve mobilitare risorse a sostegno dell’economia circolare. Nell’ambito dell’attuale bilancio dell’Unione Europea 2021-27, il 30% delle risorse è stato destinato ad azioni legate al Green Deal. Inoltre, il 37% del dispositivo per la ripresa e la resilienza (RRF) dell’UE per il periodo post-pandemia – che ha un valore di quasi 650 miliardi di euro – sarà speso per misure “verdi”.
Il Parlamento europeo appena eletto e la prossima Commissione saranno responsabili dell’adozione del bilancio a lungo termine dell’UE per il post 2027. Il CdR ha quindi esortato i legislatori europei e gli Stati membri a prevedere livelli di risorse comparabili – o persino più ambiziosi – nel futuro bilancio dell’UE, in particolare nel quadro di una politica di coesione forte e riformata. Priorità dovrebbe essere data all’istruzione, alla formazione e alla riqualificazione dei lavoratori, inclusi quelli delle pubbliche amministrazioni locali e regionali, in particolare nelle aree meno sviluppate.
Gli appalti pubblici sono un potente strumento attraverso il quale le autorità locali e regionali possono stabilire standard e guidare il mercato verso prodotti e servizi più sostenibili. Sebbene contribuiscano a circa il 15% delle emissioni globali di gas serra, gli appalti pubblici sono stati finora sottoutilizzati per promuovere nuovi modelli di consumo. Le regioni e le città hanno chiesto regole semplificate e criteri obbligatori per gli acquisti circolari, che potrebbero spingere il mercato a sviluppare nuove offerte.
I leader locali e regionali si sono anche detti favorevoli a obblighi più stringenti per gli Stati membri di adottare strategie di economia circolare, che includano obiettivi vincolanti e strategie associate a livello nazionale, in modo da spingere i territori ad accelerare la loro transizione.
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