Appalti e tangenti, arrestato l’ex sindaco di Cellino, 4 assessori e imprenditori: “tutto si spartiva a quattro-cinque”

CELLINO SAN MARCO- arresti cellino conferenzaUn anno esatto dallo scioglimento del consiglio comunale per infiltrazioni mafiose, e Cellino San Marco viene scosso dal terremoto giudiziario.  In manette ex sindaco, quasi tutta la giunta, un tecnico comunale, e alcuni imprenditori. Questa mattina dopo un anno e mezzo d’indagini supportate da intercettazione ambientali e telefoniche, i carabinieri del comando provinciale di Brindisi, e della stazione di Cellino San Marco hanno eseguito 14 custodia cautelari emesse dal gip Paola Liaci su richiesta del pm Antonio Costantini.

Gli amministratori sono finiti in carcere: l’ex sindaco Francesco Cascione, gli assessori Gabriele Elia,  Gianfranco Quarta, Gianfranco Pezzuto e l’ex vice sindaco Corrado Prisco, con loro anche Omero Molendini Macchitella (consulente e coordinatore cittadino del Pdl all’epoca dei fatti),  e Francesco Francavilla, noto esponete della criminalità locale. Gli altri ai domiciliari.-Altre sette persone sono indagate.

I reati contestati vanno dall’associazione per delinquere, peculato, corruzione, turbata libertà degli incanti e calunnia.

Secondo la ricostruzione fatta dagli inquirenti gli amministratori comunali avevano siglato un vero e proprio patto associativo per lucrare su appalti pubblici e opere pubbliche commissionate senza neanche procedere a gare. “Un accordo iniziale- spiega il procuratore capo di Brindisi Marco Dinapoli- per spartire la torta e non per il bene comune”.

Questo si evincerebbe da diverse intercettazioni dove il sindaco e Molendini, da qualcuno definito anche il sindaco ombra, parlavo di  appalti, concorsi e spartizione di denaro, tra quattro cinque persone, “tra tutti quelli delle grandi manovre”, così qualcuno si era definito.

Nell’ordinanza del gip in riferimento alla giunta e al sindaco si legge: “si associavano tra loro, il Cascione ed il Molendini quali promotori dirigenti ed organizzatori, al fine di commettere più reati di corruzione e concussione in accordo ed ai danni di imprenditori e del comune di Cellino San Marco; in particolare Cascione in quanto Sindaco e Molendini in quanto referente politico di rilievo, avevano organizzato, previo accordo tra tutti, un sistema che consentiva agli associati di percepire emolumenti illeciti da spartire equamente, provenienti da coloro che contrattavano con l’amministrazione comunale di Cellino.”

Sono stati contestati cinque episodi di corruzione per l’affidamento di  lavori pubblici nei quali vi è la maggiorazione del valore dell’appalto e uno episodio di peculato. Il danno subito dal Comune è stato quantificato in 250 mila euro. In poche parole le fatture venivano gonfiate per poter far uscire “la tangente”.  Come nel caso di alcuni lavori   svolti dalla ditta al campo comunale dove gli amministratori avrebbero influito sull’ufficio  tecnico comunale per far gonfiare la fattura da 30mila euro sino a 60mila euro. Nell’ordinanza appare una dazione di denaro di 20 mila che uno dei dipendenti della ditta, che si occupa dell’igiene urbana, avrebbe consegnato nell’ufficio professionale di Cascione,  oltre alla promessa  di assumere a tempo indeterminato due persone vicine al sindaco, in cambio della nomina del direttore dei lavori da parte della stessa azienda e non dell’ente comunale come prevede la legge.

 Gli amministratori comunali, giunta sindaco e Molendini, avrebbero chiesto tangenti alle imprese appaltatrici di lavori pubblici  per manutenzione e realizzazione di impianti sportivi, servizi di igiene urbana, riqualificazione urbana e risparmio energetico ed ai partecipanti ai concorsi pubblici banditi dal Comune di vigile urbano, attraverso a la sovrafatturazione dei lavori effettuati da parte delle imprese con la designazioni dei direttori dei lavori di gradimento degli appaltanti, invece che scelti dell’ Ente pubblico.

L’associazione avrebbe puntato il suo interesse anche sui posti di lavoro. E’ emerso il tentativo di pilotare il concorso per il posto di comandante della Polizia Municipale in favore di un vincitore  che aveva falsificato i titoli necessari per partecipare (per questo arrestato ancor prima della conclusione del concorso). E’ nell’attuale indagini vi sono anche delle intercettazioni che confermerebbero  i tentativi di pilotare il concorso per l’assunzione di due agenti di polizia municipale, attraverso anche la possibile richiesta di denaro, 5mila euro a testa.

Un lavoro degli investigatori durante un anno e mezzo, intercettazioni controlli pedinamento e acquisizione di numerosi atti amministrativi.

Tutto è partito dalla denuncia ai carabinieri di Cellino San Marco nei confronti del sindaco  che  aveva autorizzato solo verbalmente Francesco Francavilla, con precedenti precedenti, ritenuto vicino alla malavita organizzata, ad allacciare le attrezzature elettriche del suo chiosco per la somministrazione al pubblico di bevande ed alimenti, alla rete elettrica del Comune. Autorizzazione verbale che è stata confermata anche dai tecnici comunali durante i controlli. Lo stesso Cascione  avrebbe concesso a Francavilla,  sempre verbalmente, di utilizzare i beni del Comune destinati alla gestione di eventi pubblici (un gazebo, 140 sedie e un palco modulare). L’atteggiamento del sindaco nei confronti di persone legate alla criminalità organizzata era già finita nell’occhio del ciclone e sulla stampa quando partecipò al funerale di Saponaro, ritenuto esponente della Sacra Corona Unita.

Le indagini continuano, altri episodi sono all’attenzione degli investigatori. Un clima di tensione negli ultimi anni aveva soffocato Cellino San Marco, con attentati proprio nei confronti del sindaco e di amministratori. Gli autori non hanno ancora un nome.

Intanto gli stessi amministratori, compreso l’ex sindaco erano pronti a tornare sulla scena politica del paese. Pronti a ricandidarsi.

Numerose sono le intercettazione ambientali e telefoniche.

BrindisiOggi

1 Commento

  1. Hanno fatto bene, chi sbaglia deve pagare, come dice il mio amico matteo salvini… devono buttare la chiave della cella.
    Proprio un sindaco… ancor di più un avvocato un uomo che rappresenta la legge… ma per favore!! dove viviamo? gente che andrebbe radiata dall’ ordine degli avvocati!!!!

    tutti i suoi amici papponi, devono pagare con un po di cella… ma celle del tipo del sud america, frustate ai piedi e docce gelate, una volta scarcerati, a lavorare come spazzini alla piazza di cellino a raccogliere carte ma senza paletta e scopa!! a mano!! ovviamente gratis!!

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