BRINDISI- Il Tribunale di Brindisi rigetta il ricorso presentato dall’ingegnere Vincenzo Corso sul licenziamento disposto dalla Asl. L’ex capo dell’area tecnica della Asl di Brindisi ad aprile scorso era stato licenziato a seguito di un procedimento disciplinare aperto a suo carico dalla direzione generale guidata da Giuseppe Pasqualone, dopo gli arresti del novembre 2013 su un presunto giro di appalti e tangenti nell’azienda sanitaria locale.
Nell’inchiesta condotta dai carabinieri dei Nas di Taranto e dalla Guardia di Finanza Corso veniva identificato come il deus ex machina di tutta la vicenda, tra le accusa anche quella di associazione a delinquere.
La Procura di Brindisi parlò di “sistema Corso”, considerandolo il regista di tutto l’affare che portò all’arresto di 21 persone e 133 indagati. Nel fascicolo finirono molti nomi di politici, per alcuni arrivò la prescrizione, per altri l’archiviazione. Un’inchiesta partita nel 2007 e finita nel 2013. L’ingegnere, difeso dall’avvocato Rosario Almiento, è imputato per associazione a delinquere. Contro di lui intercettazioni ambientali e le registrazioni delle telecamere che erano state installate nel suo ufficio. Corso tra carcere e domiciliari è stato detenuto per un anno.
Corso aveva presentato ricorso al giudice del lavoro del tribunale di Brindisi chiedendo il reintegro sul posto di lavoro in quanto riteneva illegittimo il licenziamento e la tempistica avvenuta quando il processo era ancora in corso. Ma secondo il giudice l’Asl era titolata a riaprire il procedimento disciplinare nonostante non processo non fosse ancora concluso. E lo stesso ingegnere avrebbe avuto il giusto tempo per difendersi nei confronti del “datore di lavoro” che ormai aveva raccolto tutti gli elementi per giungere allo scioglimento del contratto.
Insomma il giudice dà ragione alla Asl.
BrindisiOggi
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