Antiracket, la presidente denuncia: “In questa provincia associazioni che aiutano la criminalità”

BRINDISI-Il presidente della Camera di Commercio Alfredo Malcarne annuncia che a breve al sesto piano dell’ente camerale ci sarà lo sportello antiracket e la presidente dell’Antiracket Salento, Maria Antonietta Gualtieri, va su tutte le furie e chiede di diffidare dalle imitazioni. “Solo noi siamo l’unico sportello riconosciuto dal Ministero dell’Interno- afferma Gualtieri- finanziato con i fondi Pon sicurezza. Siamo gli unici ad aver firmato un protocollo con la Procura della Repubblica vorrà pur dir qualcosa. Ci sono associazioni che sono cattive imitazioni”. E’ guerra tra le associazioni antiracket.

 L’Antiracket Salent,o che copre Brindisi, Lecce e Taranto è nel capoluogo messapico da circa un anno, ha sede temporanea a palazzo Guerrieri a breve si sposterà in via Carmine.

Gualtieri rincara la dose,  e lancia un’accusa pesante parla di pressioni che avrebbe subito da alcune associazioni antiracket per impedirle di fare il proprio lavoro. “Ci sono associazioni su questo territorio che cercano di fare muro, dalle quali ho subito pressioni perché non vogliono che cambino le cose- continua la presidente- Con il loro atteggiamento favoriscono il consenso sociale alla criminalità, non aiutano le vittime di racket e usura. Tanto da pensare che ci possano essere delle infiltrazioni”.

Alla  base di queste sue affermazioni la presidente dell’Antiracket Salento sottolinea il fatto che in tutti questi anni le associazioni non avrebbero mai ricevuto una denuncia da parte delle vittime. “Come spiegare questo- si chiede Gualtieri- le uniche le abbiamo raccolte nel nostro sportello quando ancora eravamo a Lecce. Le pressioni io non le ricevo dalla criminalità ma da alcuni soggetti delle associazioni. Non ho paura a dire questo. Gente che viene dalla Sicilia”.

Dichiarazioni forti, queste di Maria Antonietta Gualtieri, in un territorio che conta numerose associazioni antiracket da Mesagne a Torre Santa Susanna sino a  Cellino San Marco.  “Ho provato a creare un’integrazione- conclude- ma fanno muro. Qualcuno lotta affinchè le cose non cambino, affinchè resti in silenzio”.

Lucia Portolano

4 Commenti

  1. Non dimentichiamo che le associazzioni del nostro territorio si autofinanziano rimettendoci tempo e denaro, la “signora” con i milioni di euro ricevuti dai fondi P.O.N. sicurezza si crede la soluzione del problema. Ma perchè con umilta non affianca le associazioni presenti, forse teme di perdere i fondi?

  2. Questa signora dovrebbe prima leggersi la storia delle Associazioni antiracket brindisine, prima di parlare a vanvera, sono 20 anni che stiamo in prima linea e non accettiamo lezioni di comportamento da parte di questa sedicente rappresentante delle associazioni del Salento. Nessuna associazione antiracket l’ha mai delegata a farsi rappresentare e lei non può arrogarsi il diritto di rappresentarci in forza di un P.O.N. assegnatole non si sà ne perchè nè per come.
    Questa ” signora ” non ha mai contattato nessuna associazione per stabilire dei contatti e lavorare in sinergia con esse. Ha voluto semplicemente ignorare le realtà che già esistevano nel territorio.
    Realtà fatta di persone che hanno subito attentati, estorsioni, minacce, bombe, persone che sono stati in prima fila nei processi e che ci hanno messo la faccia e il cuore per debellare e combattere questo fenomeno. Lei queste persone non si è nemmeno degnata di volerle ascoltare.
    Quindi cara Signora Gualtieri, prima di parlare e di formulare delle accuse alle quali poi dovrà rispondere nelle sedi opportune, si legga la nostra storia e poi la smetta di definirsi rappresentate dell’antiracket salento, perchè Noi non la riconosciamo affato come tale.

  3. Anche le mosche salentine lo sanno,peccato che non possano parlare perchè avrebbero potuto dare un valido aiuto a tutte quelle forze di polizia in perenne sotto organico.

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