
BRINDISI- Anteprima del “Norman Atlantic”, immagini e testimonianze che raccontano la tragedia ma anche la speranza di quelle persone che in quei drammatici momenti si aggrapparono alla vita. Nella sala del Teatro Impero di Brindisi, gremita di gente, ieri sera è stato proiettato in anteprima il primo docufilm sulla tragedia del traghetto Norman Atlantic, scritto e diretto dalla giornalista Lucia Portolano e prodotto da Marco Mingolla per Cattive produzioni, ripercorre attraverso le storie e le testimonianze dei protagonisti l’incendio a bordo ed il salvataggio dei passeggeri. Il documentario si nutre delle immagini esclusive girate dalla Capitaneria di Porto ed i vigili del fuoco che assieme agli elicotteri dell’84esimo Sar ed i rimorchiatori dell’Impresa Barretta intervennero per prestare soccorso. Immagini crude, toccanti tanto quanto le testimonianze di chi, in quell’inferno di fiamme, ad un certo punto dovette fare una scelta difficile: decidere chi, tra la folla di gente che chiedeva aiuto, far salire per primo sull’elicottero. Toccanti le storie che si intrecciano tra i superstiti e i loro soccorritori. E’ qui che la vita prevale sulla morte, è qui che il racconto crudo e doloroso lascia spazio alla riflessione.
“Abbiamo voluto raccontare questa storia affinchè non fosse dimenticata- ha detto la regista , Lucia Portolano- ma abbiamo soprattutto raccontare la straordinaria operazione di soccorso che è partita dalle nostre coste , da Brindisi, da Bari, dove tutti sono partiti da qui per salvare delle persone. Sicuramente una tragedia, uno dei più grandi incidenti marittimi degli ultimi 20 anni ma soprattutto una storia di salvezza”.
Il documentario ora parteciperà a dei festival di settore ma presto sarà disponibile anche sulle piattaforme televisive.
La storia
L’incendio si sviluppò a 20 miglia dalla costa di Otranto all’alba del 28 dicembre 2014 sul traghetto partito da Igoumenitsa e diretto ad Ancona che aveva a bordo 519 persone, di queste 31 morirono e 64 rimasero ferite. Ad oggi 19 persone restano ancora disperse. Quando scoppiarono le fiamme, le persone si raggrupparono in coperta sulla plancia, qualcuno cadde in mare mentre cercava di salire sulle scialuppe di salvataggio che non erano sufficienti a salvare tutti. La nave rimase per tre giorni in balia del mare e delle fiamme. Dal porto di Brindisi partirono i soccorsi e oltre 450 persone furono messe in salvo. Ma resta ancora oggi il mistero sul numero reale dei passeggeri a bordo e durante le ispezioni furono trovati i corpi di alcuni ragazzi clandestini. Secondo quanto emerso nel processo di primo grado l’incendio sarebbe partito da un camion, parcheggiato in uno dei garage, rimasto con il motore acceso perché a bordo non c’erano allacci a sufficienza rispetto ai camion frigo imbarcati.
Dopo nove anni dalla tragedia, a novembre 2023, è stata emessa la sentenza di primo grado: gli imputati sono stati quasi tutti prosciolti per prescrizione, il reato di omicidio colposo è stato prescritto. Sono stati condannati solo il comandante (6 anni di carcere), il primo ufficiale di macchina (5 anni di carcere) e un membro dell’equipaggio ( 3 anni). Pende ancora la richiesta di appello avanzata dalla procura.
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