BRINDISI- (da IL7 Magazine) Anna ha 25 anni, vive a Brindisi , è affetta dall’atassia di Frederich, una rarissima patologia che compromette il cervelletto e le sue funzioni, per medici non dovrebbe avere il senso dell’equilibrio, non dovrebbe poter camminare e probabilmente neppure parlare. Oggi Anna è in piedi sulle sue gambe, spinge un carrello della spesa, chiacchera con suo marito Filippo e la sua qualità della vita dipende dalla Cannabis.
Anna assume ogni giorno una miscela di THC e CBD, due cannabinoidi, principi attivi che si ottengono dalle inflorescenze della Cannabis sativa. La sua terapia è legalmente riconosciuta, ma qui nella sua città e nella sua provincia non esiste nessun medico disposto a prescriverla. L’uso della Cannabis a scopo terapeutico, nonostante gli studi scientifici e le ricerche ne dimostrino la bontà, è ancora un tabù e un medico è libero anche di non prescriverla. Non solo, nel raggio di cento chilometri non vi sono neppure farmacie che la vendano. Anna così per poter avere qualche giovamento e seguire una terapia deve fare mille telefonate, cercare in lungo e largo una farmacia che la venda e che ne abbia disponibilità ma soprattutto Anna per avere la sua cura deve pagare e tanto.
“Percepisco una pensione di 800 euro, per garantirmi una terapia di appena un mese devo spendere minimo 300 euro- racconta Anna- se trovassi un medico disponibile a prescrivermela pagherei solo il ticket. Come è giusto che sia”.
Anna prima di arrivare ad assumere Cannabis ha provato tante terapie, ha vissuto momenti difficili e di sconforto ma alla fine non si è arresa: “ C’è stato un periodo in cui non mi curavo perché mi sentivo abbandonata , avevo perso mio padre che si prendeva cura di me. Avrei dovuto continuare a prendere un sacco di pastiglie che però non servivano a niente, non mi facevano sentire meglio e non si sapeva se bloccavano o meno la malattia. Anzi in alcuni momenti la peggioravano e quindi non prendevo niente. Poi ho saputo che la Cannabis poteva fare al caso mio e ho provato”.
Trovare la terapia giusta non è stato facile, Anna ha dovuto fare tanti tentativi e prima ancora trovare un medico che l’aiutasse.
“Ho provato prima un tipo di terapia senza THC, solitamente si dice che il CBD è un rilassante invece a me dava un senso di aritmia, stati d’ansia , non riuscivo a reggerlo bene- racconta Anna- così il medico mi ha consigliato una accoppiata vincente THC e CBD insieme più bilanciati. Ho provato il Bediol solo, andava a meraviglia ma poi è stato sostituito da FM2 italiana che è un’erba che fanno a Firenze che però ho provato e invece stavo male. La miscela che oggi assumo, tra l’altro sempre con il vaporizzatore, è arrivata dopo tanti tentativi. Insieme a questa mistura di Cannabis prendo anche delle pastiglie che mi prescritto il medico , queste se abbinate a una moderata attività fisica potenzia l’effetto e funziona come se fosse un integratore. Facendo palestra, fisioterapia aiuta a sviluppare le nervature e i muscoli. Io prima cadevo in continuazione, non riuscivo a stare in piedi, adesso posso camminare, posso parlare”.
Il segreto, ma segreto non è, perché lo dimostrano gli studi scientifici, è nel dosaggio , il THC da un senso di sollievo ed è utilizzato per i dolori cronici, per gli spasmi, ma questo che è psicoattivo, in poca concentrazione insieme al CBD diventano una miscela efficace.
“E’ sorprendente, io dovrei essere una che non dovrebbe camminare, ma sono qui -dice sorridendo Anna- E dire che io dovrei assumerla in maggiori concentrazioni. A quest’ora dovrei essere superman, ma siccome lo Stato non me la passa , io la devo comprare, devo pagarla e prima ancora devo andare a scovare le farmacie che la vendono. Io percepisco una pensione di 800 euro non mi posso permettere la cura così come andrebbe fatta. Spendo 300 euro al mese, il massimo che mi posso permettere, altrimenti non potrei neppure mangiare. Uso le dosi con il contagocce, sono molto attenta . Se dovessi seguire la terapia che mi ha prescritto il medico, due grammi e mezzo al giorno, non basterebbero mille euro al mese solo per quello. Eppure la mia malattia è riconosciuta, questo tipo di terapia è prevista ma non trovo nessuno che me la prescriva”.
All’inizio Anna aveva trovato un medico in ospedale che le prescriveva la terapia, un neurologo che finalmente riusciva a seguirla ma poi all’improvviso tutto è cambiato.
“Ho viaggiato per tutta l’Europa alla ricerca di qualcuno che mi potesse aiutare con la mia malattia- racconta la ragazza- Finalmente avevo trovato un neurologo che mi seguiva. Questo medico era anche disponibile farmi la prescrizione, per un po’ l’ha fatto, poi all’improvviso mi ha detto che non poteva più, il perché non lo so. Penso che oggi ci sia tanta disinformazione e tanti luoghi comuni che impediscono a medici e pazienti di parlare di Cannabis. Ma parlare di Cannabis e come parlare di una persona, non puoi generalizzare su una persona, ci sono miriadi di persone, ci sono miriadi di casi. Così ci sono migliaia di generi di Cannabis, ogni tipo ha un principio che ti aiuta per una cosa. Io per trovare la mia miscelazione giusta, ho dovuto provarne tantissime, con alcune non mi trovavo bene”.
L’uso della Cannabis a scopo farmacologico oggi è limitato dai tanti stereotipi che la gente ha su questa pianta e sui suoi effetti, tra questi il più comune è che possa dare dipendenza. Anna con la sua esperienza ha imparato che non è affatto vero, o quanto meno in parte: “La Cannabis mi ha tolto un sacco di dipendenze. La Cannabis è usata persino dagli alcolisti (CBD ha questo effetto). Io uso poco il THC, che poi è quel principio che da quella sensazione che comunemente diciamo “da sballo”. Questo è quello che può dare assuefazione, ma non si può generalizzare. Io ho smesso di fumare, di bere. Conosco persone affette dal morbo di Parkinson o con sclerosi multipla che la usano e si trovano bene. Io sono stata la prima in Italia a provare la Cannabis senza THC e con alto contenuto di CBD che è un fratello che del cannabidiolo, del THC. Questo CBD non da sballo ma aiuta per sviluppare delle nervature nuove, associato all’attività fisica si possono ottenere grandi, e poi si può guidare, ad esempio, non ha effetti psicotropi”.
Oggi Anna, grazie alla sua tenacia, ha trovato un compromesso con la sua malattia, ma non si arrende perché come dice lei si può sempre migliorare: “La mia è una malattia molto rara, ma ho conosciuto persone che stavano peggio di me, io in questo momento non sono ad uno stato avanzato però andando in giro per l’Europa ho visto persone che con l’andare del tempo la malattia era peggiorata e di molto. Questo mi ha fatto sentire molto giù, quel giorno ho detto a mia madre “devo finire così? Io non voglio”. Mi hanno proposto un sacco di terapie alternative ma nessuna di queste terapie è sicura come quella della Cannabis . Non so perché i medici non lo vogliono ammettere, la Cannabis è naturale e la conosciamo. Blocca le malattie che colpiscono il cervello ed è scientificamente provato, lo dimostrano gli studi. Certo come ogni cosa non bisogna eccedere. Agisce anche a livello emotivo, ti rilassa e allontana la depressione. In pratica, in un malato, migliora la qualità della vita”.
Lucia Pezzuto per IL7 Magazine
Buonasera assisto una ragazza di 43anni affetta da atassia cerebellare dove posso informarmi per questa cura alternativa
potremo metterci in contatto? il ho atassia cerebellare mi puo’ aiutare?
mi chimo anna come te grazie
Salve ho letto qst storia e volevo avere più informazioni a riguardo. Soffro della stessa malattia e sembra una buona terapia se posso avere piu info o un contatto telefonico grazie.
Inviato da Virgilio Mail
Come vedi la soluzione c’e sempre. A presto Anna