BRINDISI- “Era una rievocazione della tradizionale popolare della melonata a Sant’Apollinare”. Spiega così l’amministratore di Energeko Antonio Galati la scelta di proiettare una fetta di anguria sulla scalinata virgiliana durante la festa patronale di Brindisi. L’immagine dell’anguria riflessa sulle scale insieme a quella dei due santi patroni e dello stemma del Comune ha fatto molto discutere. Tante le polemiche sui social. “Cosa c’entra il melone con i santi e con lo stemma della città?”
“Lo stemma era un omaggio all’istituzione, i due santi erano un omaggio alle tradizioni religiose e l’anguria lo era per la tradizione popolare. Il tutto aveva una ratio- afferma Galati- così come è stato deciso di far suonare durante i fuochi e l’accensione delle luminarie le canzoni popolari come “Mannaggia lu rimu e la Puddica”, così abbiamo voluto ricordare la vecchia tradizione brindisina della melonata sulla spiaggia di Sant’Apollinare. D’altronde ferragosto è stato solo 15 giorni fa. Il richiamo alle tradizioni popolari è stato lo spirito di questa festa patronale e abbiamo cercato di trasmettere questo messaggio anche attraverso le parole del presentatore della serata che lo ha spiegato più volte. Forse qualcuno non lo ha voluto capire. Nessuna scelta casuale o superficiale”.
Galati racconta di non essere brindisino, ma è arrivato in questa città nel 1975 ed è sempre stato un appassionato di tradizioni. “Avevo 26 anni- dice- quando sono arrivato a Brindisi. Sono stato accolto da un detto popolare “A Brindisi ti troverai bene perché tre cose sono buone: donne, meloni e vino. Mi ha sempre appassionato la storia della melonata a ferragosto sulla spiaggia di Sant’Apollinare. Ho interpretato l’anguria come uno dei simboli storici della città. Mi dispiace che in molti non lo abbiamo capito. E sono stati soprattutto i giovani. Forse dobbiamo interrogarci sul fatto che in città sono state dimenticate le tradizioni”.
Insomma una scelta di coerenza secondo Galati per una festa che voleva omaggiare le vecchie tradizioni popolari oltre a quelle religiose, per una città che doveva guardare al passato per ricostruire il proprio futuro. “In un primo momento- aggiunge- volevamo fare le proiezioni in mare. Sarebbe stato un bel colpo d’occhio tra le barche e i fuochi in cielo, ma poi non è stato possibile. Alla fine abbiamo creato uno spettacolo sulla scalinata che era rimasta vuota per motivi di sicurezza”.
L’amministratore di Energeko tranquillizza sui costi. “Il proiettore è di proprietà della società, acquistato già prima di Natale. Il servizio è stato quasi a costo zero, all’esterno abbiamo fatto preparare solo le immagini. Gli altri servizi sono stati affidati con gare regolari , con bandi completamente rifatti rispetto al passato, rispettando quest’anno tutti i principi di legalità”.
Lu.Po.
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