BRINDISI – (da il7 Magazine di Lucia Portolano) Michele Emiliano annuncia che non si ricandidata al terzo mandato, lancia per le prossime elezioni regionali il sindaco di Bari Antonio Decaro. <Il sindaco Decaro è pronto per fare il presidente della Regione, non c’è un problema di successione>. E che non farà il terzo mandato, Emiliano lo ha detto anche lunedì scorso, in un vertice di maggioranza convocato alla vigilia del primo consiglio regionale, dopo il voto delle elezioni politiche. Il suo intento è quello di proseguire e ed andare avanti per questi tre anni di legislatura. Non vuole però ostacoli da parte della sua maggioranza. Lo scopo è vincere le prossime elezioni amministrative a Brindisi, Foggia e poi Bari. E su questo è stato chiaro. La sua linea sarà quella di portare avanti il campo largo con l’alleanza con il Movimento 5Stelle. Oggi primo partito in Puglia con il 28 per cento, ma anche a Brindisi ed a Foggia dove le percentuali sono anche più alte. Pronto ad accontentare i pentastellati anche nella loro richiesta di avere maggiore protagonismo all’interno dell’attività di governo regionale. <Con questo risultato il Movimento 5Stelle ha un argomento fortissimo per chiedere ulteriore responsabilità nel governo della Puglia – ha spiegato Emiliano – si va verso un ruolo più forte e importante per loro. Per i prossimi appuntamenti elettorali (quindi per le amministrative) dobbiamo dialogare con i 5 Stelle, e non potremo fare da padroni. Si vota a Brindisi e Foggia e in questi due comuni i 5 Stelle hanno candidati da proporre>. Con queste parole Emiliano apre nuovi scenari per il candidato sindaco del centrosinistra, barra 5Stelle, a Brindisi. Un chiaro messaggio al Pd, ed ancor più chiaro al sindaco Riccardo Rossi. Così dicendo la ricandidatura dell’attuale sindaco è in bilico. Non aiuta la sua causa il 3,41 per cento ottenuto a Brindisi da Verdi e Sinistra Italiana alle politiche, lista sostenuta da Rossi. La ricandidatura del sindaco uscente, salvo diverse ragioni, nella coalizione normalmente è quasi scontata. Ma in questo contesto i giochi si sono riaperti. Il Movimento 5 Stelle a Brindisi si fa forte dell’oltre 30 per cento conquistato alle elezioni politiche. Roberto Fusco, candidato al Senato nella lista dei pentastellati, è stato più suffragato in città. E il preside Salvatore Giuliano, anche lui 5Stelle, il più suffragato tra i candidati alla Camera. È chiaro che le elezioni amministrative sono tutta un’altra cosa. Ma questa base di voti rafforza il peso del Movimento sul tavolo di una ipotetica coalizione. E Fusco è personalità già nota nel Pd, in passato è stato tra i democratici. Così come il preside Salvatore Giuliano è stato consulente della “Buona scuola” di Renzi, quando questi era la corrente più forte del Pd. A livello regionale l’alleanza per le amministrative sembra cosa quasi scontata. La vuole Emiliano, come anche il Movimento. E davanti a questa ipotesi potrebbe rientrare nella coalizione anche il gruppo di Cristiano D’Errico e Carmine Dipietrangelo, che hanno messo il veto su Tossi. I ben informati dicono che a Brindisi sul tema ci sono però fratture, sia nel Pd, che nel Movimento 5 Stelle. Non tutti i pentastellati brindisini sono d’accordo con l’alleanza con i democratici. Ma le amministrative insegnano, così come le politiche, che da soli non si va da nessuna parte. La linea di Emiliano a Brindisi potrebbe trovare un altro ostacolo. In città c’è una forte influenza del consigliere regionale Fabiano Amati, capo dei dissidenti democratici in consiglio regionale. La lotta di Amati ad Emiliano è quotidiana, tanto che il governatore ha lanciato l’ultimatum alla maggioranza, chiedendo di non essere impallinato ogni giorno, altrimenti potrebbe azzerare tutto, o andare direttamente a casa. Lo stesso Amati non si può certo dire essere un sostenitore di Rossi e delle sue politiche. I due sono in disaccordo su tutto, soprattutto sullo sviluppo portuale. Amati accusa Rossi di ostacolare la realizzazione delle opere che potrebbero favorire l’economia della città. Non a caso il consigliere regionale è intervenuto, qualche settimana fa, ad un incontro organizzato dal consigliere comunale Antonio Elefante, grande oppositore di Rossi.
Dalla parte opposta c’è il centrodestra agguerrito, che sente di poter vincere sull’onda del risultato nazionale. La storia ha insegnato anche a loro che per vincere bisogna andare uniti. Il regista della situazione, unico parlamentare eletto in tutta la provincia, è Mauro D’Attis. A lui il compito di mettere insieme una coalizione solida e di trovare un nome spendibile che possa aiutare la causa del centrodestra. Nonostante ci siano velleità di candidature a sindaco tra i consiglieri comunali di queste forze politiche, pare che non ci sia spazio per loro. Si cerca una candidatura esterne, espressione comunque del mondo di centrodestra. Tra i nomi in ballo ci sarebbe quello dell’imprenditore portuale, ed ex assessore al Turismo del governo Mennitti, Teo Titi. Le sue ultime uscite contro la proposta del Movimento 5 Stelle per un referendum sulla colmata di Capobianco per spostare l’attracco della Marina militare, hanno mostrato un certo fermento. Ma Titi da imprenditore dovrebbe rinunciare a troppo per poter accettare una candidatura. La caccia è aperta. Gli appetiti sono tanti, in ballo il futuro della città. La nuova amministrazione si troverà a gestire milioni di euro dei fondi del Pnrr. L’attenzione è altissima.
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