Ammazzato la sera dei Sepolcri, dopo 13 anni arrestato presunto killer

Vitantonio D’Errico

BRINDISI – Era il lontano 2004 quando Francesco Di Coste 29enne di Latiano fu freddato con diversi colpi di pistola la sera dei Sepolcri a Latiano: oggi dopo 13 anni uno dei presunti autori dell’agguato è stato arrestato. Si tratta di Vitantonio D’Errico 49enne anch’egli di Latiano. L’uomo è stato catturato nella sua abitazione a Torre Santa Susanna e dopo le formalità di rito è stato trasferito nel carcere di Lecce a disposizione dell’Autorità giudiziaria. L’azione investigativa e l’arresto avvenuto questa mattina all’alba è stato eseguito dagli uomini della squadra Mobile di Brindisi, coadiuvati dal vice questore Antonio Sfameni con il coordinamento della Dda, Direzione distrettuale antimafia di Lecce. Il provvedimento è stato firmato da pm antimafia Alberto Santacatterina mentre l’arresto è stato convalidato dal gip Giovanni Gallo.

Una storia di cronaca nera ancora ben presente nella memoria dei tanti cittadini di Latiano che la sera dei Sepolcri di tredici anni fa erano per le strade del centro cittadino per visitare le chiese del paese. Diversi colpi d’arma da fuoco pietrificarono un intera cittadina. Erano da poco passate le 21, Francesco Di Coste aveva appena chiuso la sala giochi di famiglia che si trovava in via Roma, a pochi metri dalla piazza principale Umberto I, quando dopo pochi istanti un commando, formato da due persone,  lo affrontò con diversi colpi di pistola, uno dei quali lo colpì ferendolo mortalmente. In quel momento rimase ferita anche una passante.  La donna fu colpita di striscio ad un gluteo: dopo essere stata medicata in ospedale, poi fu subito dimessa. Il gruppo criminale si dileguò a bordo di un’auto per le vie circostanti. Sarebbe potuta avvenire una strage poiché il tutto è avvenuto a pochi passi dalla chiesa gremita di gente per la processione del Giovedì Santo.

Francesco Di Coste – secondo gli inquirenti – era un appartenente alla Scu (Sacra corona unita) così come ‘riferito’ da alcuni collaboratori di giustizia. Stando alle risultanze d’indagine effettuate dagli agenti della squadra Mobile di Brindisi il 29enne faceva parte di un sodalizio che si contendeva il controllo del territorio di Latiano con un altro gruppo criminale facente capo proprio Vitantonio D’Errico, finito oggi in manette.

La contesa – stando alle indagini – avrebbe portato alla rappresaglia verso Di Coste. D’Errico – secondo la polizia – in concorso con altri avrebbe preso parte all’azione delittuosa dell’8 aprile 2004, uccidendo così Francesco Di Coste e ferendo una innocente.

L’azione investigativa, in tutti questi anni, non si è arrestata e gli elementi raccolti hanno trovato oggi riscontro in diverse dichiarazioni di alcuni testimoni di giustizia.

A Vitantonio D’Errico, con l’ordinanza applicativa della sopraindicata misura cautelare personale, sono stati contestati fatti-reato quali: l’aver fatto parte, unitamente ad altri, dell’associazione di tipo mafioso comunemente nota con la denominazione di Sacra Corona Unita, avente influenza nelle Province di Brindisi e Lecce, connotata da forte carica d’intimidazione e dalla fama criminale acquisita nel tempo con la lunga e stabile presenza sul territorio, anche durante il periodo di detenzione dei suoi referenti; avvalendosi altresì della conseguente condizione di assoggettamento e di omertà, al fine di controllare ed esercitare, in regime di monopolio, attività illecite, mantenendo così gli associati, assistendo loro e le famiglie anche negli inevitabili periodi di detenzione; fatti rilevati in Provincia di Brindisi fino al gennaio del 2016.

Inoltre, l’aver cagionato, in concorso con altri dei quali non è stata possibile la corretta identificazione, la morte di Francesco Di Coste, sparando contro di lui diversi colpi di armi da fuoco e causando anche il ferimento di una passante; il tutto con le aggravanti della premeditazione, dell’aver commesso il fatto al fine di agevolare l’articolazione di appartenenza dell’associazione di tipo mafioso denominata Sacra Corona Unita; di aver agito con metodo mafioso ed avvalendosi, ai fini della commissione del delitto, della forza di intimidazione che promana dal vincolo associativo e della condizione di assoggettamento e di omertà che ne deriva; il tutto attuato dai killers in circostanze (la processione dei Sepolcri) e in un luogo (in prossimità della piazza centrale di Latiano) frequentato da numerosissime persone, convinti dell’impunità per la nota appartenenza alla Sacra Corona Unita; fatto accaduto a Latiano l’08.04.2004;

Ancora, perché – come già detto in concorso con altri di cui non è stata possibile l’identificazione – al fine di commettere l’omicidio di cui sopra, illecitamente portava in luogo pubblico delle armi; il tutto con le aggravanti di aver agito con metodo mafioso e di aver commesso il fatto per agevolare l’attività dell’associazione mafiosa denominata Sacra Corona Unita; fatto accaduto a Latiano l’08.04.2004. di alcuni collaboratori di giustizia della Scu.

Mar.De.Mi.

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