BRINDISI- ( Da Il7 Magazine) Abusivismo edilizio, inquinamento delle acque, pesca di frodo, la provincia di Brindisi come il resto della Puglia nell’ultimo report pubblicato da Legambiente spicca tra i territori che maggiormente subiscono lo scempio ambientale. Non è un caso che la Puglia sia per questo in vetta alle classifiche nazionali. Tra i reati maggiormente consumati vi è quello della pesca di frodo. la Puglia è terza dopo Sicilia e Campania con 601 infrazioni accertate , 11,5 per cento sul totale nazionale, 558 persone denunciate e arrestate e 149 sequestri. Secondo i più recenti dati forniti dall’Ispra, il Mediterraneo è il mare più “sfruttato” al mondo: dal 77,8 per cento di stock ittici “sovrasfruttati”, monitorati nel 2007, a causa dell’attività di pesca si è arrivati al 90,7 per cento del 2017, ultimo dato disponibile. Nella provincia di Brindisi la presenza di una delle riserve naturali più belle al mondo, tanto da meritare il Blue Park Award, è una tra le aree maggiormente monitorate. Qui nonostante il divieto di pesca, ogni anno si registrano numerosi casi di pesca di frodo. In alcuni casi i responsabili non vengono individuati ma il loro passaggio lascia traccia evidenti: le reti, trappole micidiali per i pesci e per l’ecosistema marino. In altri casi gli “attentatori” non solo vengono colti sul fatto ma anche denunciati. Il personale del Consorzio di Gestione della Riserva negli ultimi giorni ha registrato tre episodi di pesca di frodo. Lo scorso 11 giugno, nell’ambito di un monitoraggio serale dell’area protetta, gli operatori dell’Organo gestore hanno fatto la scoperta . Un pescatore di frodo aveva raggiunto la zona A e stava sistemando il suo palamito con vista torre aragonese. Vittima dell’amara sorpresa, oltre a chiedere l’ovvio intervento della capitaneria di porto di Brindisi, da quella sera il Consorzio ha intensificato i controlli notturni all’interno dell’area protetta. Ed ecco che dopo solo qualche giorno, il dramma si è ripetuto. Il 18 giugno, il pescatore di frodo con palamito, muovendo presumibilmente da fuori provincia, si è ripresentato. Il personale del Consorzio ha nuovamente richiesto l’intervento degli uomini della capitaneria di porto. A qualche ore di distanza il personale di Torre Guaceto è intervenuto ancora una volta, il soggetto che pescava in zona A era andato via, ma il lavoro per gli operatori non è finito qui. C’erano altri due pescatori di frodo nell’AMP. I due soggetti stavano salpando le reti in zona B, all’altezza della spiaggia di Punta Penna Grossa. Gli uomini del Consorzio hanno prontamente chiesto l’intervento della capitaneria e, nel mentre, hanno provato a raggiungere i due soggetti, a bordo del gommone della Riserva. Alla vista del natante, un pescatore è riuscito a tirare su tutta la rete e si è dileguato, il secondo è stato interrotto dal personale addetto al monitoraggio che ha sottolineato la natura illecita dell’attività che questi stava conducendo all’interno dell’AMP, invitandolo a non salpare la rete. A questo punto, il soggetto ha lasciato l’attrezzo ed è andato via. Poco dopo è poi intervenuta la capitaneria di porto ed ha salpato la rete deposta illecitamente. “Siamo famosi in tutto il mondo per il modello di pesca sostenibile che abbiamo ideato e per come proteggiamo la nostra AMP -ha commentato Corrado Tarantino – ma continuiamo a registrare episodi di pesca di frodo contro i quali poco possiamo, non rivestendo alcun ruolo di polizia giudiziaria ed essendo autorizzati esclusivamente alla sensibilizzazione anche nei casi di palese violazione del regolamento dell’area protetta. Per questo è fondamentale il lavoro encomiabile svolto dalle Autorità competenti. Tuttavia, ora, anche alla luce degli ultimi eventi, abbiamo bisogno di rafforzare la collaborazione con le forze dell’Ordine. E potremmo farlo attraverso opportune convenzioni o altre forme di relazione che ci permettano di incrementare il livello di controllo sull’AMP. Solo così potremo sconfiggere il male della pesca di frodo”. Accanto alla pesca illegale non mancano i numeri della classifica del cemento illegale nelle regioni costiere, la Puglia è seconda dopo la Campania con 1.368 infrazioni accertate, il 13,6 per cento sul totale nazionale, 973 persone denunciate e 368 sequestri effettuati. Mentre l’inquinamento da cattiva depurazione, scarichi fognari e idrocarburi abbiamo un totale in numeri di 7.813 infrazioni contestate nel 2019, 9.433 persone denunciate e/o arrestate e 3.177 sequestri eseguiti dalle Capitaneria di porto e dalle Forze dell’ordine. Nella classifica del mare inquinato la Puglia è al secondo posto dopo la Campania, con 834 infrazioni accertate, il 10,7 per cento sul totale nazionale, 1.261 persone denunciate e arrestate e 326 sequestri effettuati. Ora proprio la pesca illegale, l’abusivismo edilizio, la cattiva depurazione, il beach litter, erosione costiera e lotta alle fonti fossili sono i grandi temi della 34esima edizione di Goletta Verde, che passerà al setaccio le 15 regioni costiere italiane con tappe virtuali in Puglia dal 2 al 7 agosto. Occhi puntati sulla questione spiagge libere e sull’emergenza erosione costiera, che negli ultimi anni ha subito una notevole accelerazione. Basti pensare a cosa sta accadendo sul litorale brindisino dove proprio a causa dell’erosione e del cedimento delle falesie la costa è stata interdetta ai bagnanti. L’intera costa brindisina è un colabrodo. Dallo scorso 24 maggio un lungo tratto della litoranea è diventato a senso alternato. In particolare la litoranea direzione nord, tra il Parco Sbitri e località Case bianche. A causa dell’erosione della falesia, i tecnici dei Lavori pubblici del Comune di Brindisi insieme alla Polizia locale, hanno deciso di mettere in sicurezza la strada con il restringimento della carreggiata, attraverso la segnaletica stradale. La mancanza di opere di difesa e di misure di mitigazione dei fenomeni erosivi, lungo quel tratto di costa, ha esposto a gravi rischi anche la rete viaria. Temporaneamente, quindi , è stato istituito su quel tratto di strada il senso unico alternato. “Si invitano gli automobilisti a rallentare e ove possibile ad evitare quel tratto per non generare code- ha raccomandato il sindaco Riccardo Rossi- nel frattempo si è deciso di avviare un’interlocuzione con la Capitaneria di porto per la condivisione delle attività di messa in sicurezza di tale tratto di falesia”. E dire che da più di dieci anni che la regione Puglia non elabora un piano della costa con i dovuti interventi. Ma a monitorare ci pensa Legambiente che con un sito ad hoc fotografa la trasformazione dei paesaggi costieri, Legambiente mostrerà come i processi edilizi, climatici ed erosivi che stanno danneggiando gravemente i litorali. Contro i cambiamenti climatici è stata messa in campo la campagna Change Climate Change che prevede azioni per contrastare le fonti fossili e in particolare le trivellazioni in mare, in favore delle energie pulite e rinnovabili. “Le minacce alla salute delle acque sono molteplici- ha detto Francesco Tarantini, presidente di Legambiente Puglia- La salvaguardia degli ecosistemi marini e lacustri è un tema che oggi occorre mettere in relazione alla gestione dell’emergenza Covid, causa di uno scellerato aumento di rifiuti abbandonati. Per qualche istante ci siamo illusi che la pandemia ci avrebbe reso più consapevoli degli errori che commettiamo di continuo, incuranti dei danni che provocano all’ambiente. Goletta Verde e Goletta dei laghi puntano a scuotere le coscienze con azioni di cittadinanza attiva, sensibilizzando bagnanti e stabilimenti turistici sull’importanza di rispettare mari, laghi e fiumi, la cui salute è interconnessa alla nostra”.
Lucia Pezzuto per Il7 Magazine
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