LECCE – Allarme bomba nell’aula bunker poco prima della sentenza. E’ accaduto questa mattina a Lecce, intorno alle 13.30, una telefonata anonima, fatta alla polizia penitenziaria del carcere di Borgo San Nicola, avvisava: “C’è una bomba nell’aula bunker”.
L’allarme è scattato subito, l’aula bunker dove tutti erano in attesa della sentenza d’appello a carico delle 11 persone arrestate nell’ambito della operazione “Calypso”. Gli imputati erano tutti accusati di associazione mafiosa, estorsioni aggravate dal metodo mafioso e associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti, nonché gioco illecito.
In carcere finirono Ercole Penna, oggi collaboratore di giustizia grazie alle cui dichiarazioni sono stati poi arrestati molti boss della Scu, Giovanni e Maurizio Vicientino, Angelo Cavallo, Tiziano Maggio, Albino Prudentino, Bruno Bembi, Nicola Nigro, Daniele Vicientino, Tobia Parisi e Gennaro Solito.
Il 23 maggio dello scorso anno furono tutti condannati in primo grado. La condanna più pesante a Daniele Vicientino, 24 anni di carcere, 3 anni di libertà vigilata a pena espiata, a fronte dei 26 chiesti dal pm Alberto Santacatterina. Vicientino 38 enne di Mesagne è ritenuto uno dei capi della nuova Scu.
Giovanni Vicientino, 60 anni, mesagnese, 14 anni di reclusione (18 anni la richiesta del pm); Angelo Cavallo, 40 anni, mesagnese 14 anni (16 anni chiesti dal pm); lo stesso per Gennaro Solito, 59 anni, di Ceglie Messapica (16 anni la richiesta); 13 anni per Albino Prudentino, 61 anni, ostunese a fronte di 16 anni richiesti dalla pubblica accusa, Nicola Nigro, 38 anni, di Ceglie 12 anni e 6 mesi di reclusione (14 anni la richiesta); Tiziano Maggio, 35 anni, mesagnese 13 anni a fronte dei 14 chiesti, Tobia Parisi, 32 anni, mesagnese 13 anni di carcere (14 anni richiesti); Maurizio Vicientino, 38 anni, mesagnese, 7 anni di carcere (10 anni la richiesta); Bruno Bembi, 50 anni, di Oria: un anno e 6 mesi (12 anni chiesti dal pm), pena accumulata ad altre tre sentenze. Per tutti gli imputati tre anni di libertà vigilata a pena espiata.
Solo Ercole Penna aveva scelto il rito abbreviato, cavandosela con 8 anni di carcere.
Così questa mattina la sentenza d’appello era particolarmente attesa. Dopo la telefonata anonima, sul posto sono giunti carabinieri, polizia e gli artificieri che hanno controllato l’intera area della struttura che si trova a ridosso del penitenziario di Borgo San Nicola. Della bomba nessuna traccia.
Ora le indagini proseguono per scoprire l’autore della telefonata.
Foto Corriere Salentino.it
Lu.Pez.
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