“Allacciate le cinture”, Ozpetek e il cast svelano l’anima del film

LECCE-“Ogni film è la possibilità di vivere una vita in più”. Magia del cinema secondo Kasia Smutniak, protagonista insieme a Francesco Arca dell’ultima pellicola di Ferzan Ozpetek,  “Allacciate le cinture”, presentata in anteprima nazionale a Lecce, la città in cui è ambientata  la storia d’amore di Elena e Antonio. Una magia che accende gli attori, riflettendosi sugli spettatori che guarderanno il film a partire dal sei marzo nelle sale cinematografiche italiane.film2

Dopo un’estate trascorsa sul set tra Lecce, Otranto, Maglie e l’oasi di Torre Guaceto, il regista turco torna nel Salento, in compagnia dell’eccezionale cast (quasi al completo) per presentare alla stampa la sua nuova creatura. Dalla saletta dell’Hotel Risorgimento, Ozpetek racconta un film ricco di sentimenti, un film che affronta il tema della malattia e della sofferenza, ostacoli affrontati a viso aperto dai protagonisti e superati attraverso la speranza e la solidarietà. Attraverso l’amore, prima di tutto. Quello sbocciato da una passione travolgente e proibita, messo a dura prova dalle circostanze del cammino umano.film3

Il regista di Mine Vaganti e Saturno Contro apre le danze soffermandosi sulla location e sugli attori, connubio che è l’essenza stessa della pellicola.

“Kasia è la protagonista da sempre. Nella mia mente era lei Elena, sin da quando ho scritto il soggetto” – spiega Ozpetek, sorridendo alla “Venere polacca”, raffinata e semplice nel suo tubino nero da cui si intravede appena la rotondità della gravidanza.

“Francesco Arca -aggiunge il regista- è stata una grande rivelazione, farà carriera perché è un talento naturale. Di recente qualcuno mi ha chiesto se mi fossi pentito di aver scelto un ex tronista.  Semmai  – confessa alla platea dei giornalisti – sono pentito di non averlo visto a quei tempi in tv, perché lo avrei senz’altro preso dieci anni fa”.

Poi c’è la Puglia, la terra che lo ha stregato, al punto da considerarla una seconda casa. “Terra generosa e accogliente, in cui non esiste il rifiuto del diverso”, per il regista “un simbolo di apertura mentale”.  Ci sono gli ulivi che lo emozionano ogni volta come fosse la prima. “Quando siamo arrivati in aeroporto, un paio di giorni fa -racconta Ozpetek- Kasia suggeriva di fermarci, scendere dalla macchina e camminare a piedi scalzi tra gli alberi. Aveva ragione a dirlo, è una voglia irrefrenabile”.

Parole che danno il senso del legame viscerale del maestro turco con il Salento, vissuto in “Mine Vaganti” come una sorta di amante, e rappresentato come una moglie in “Allacciate le cinture”.

Esempio, ben riuscito, di un cinema che plasma gli attori a immagine e somiglianza dei personaggi da interpretare, trasformandoli nell’anima e nel corpo, senza ricorrere al trucco, ma facendoli dimagrire o ingrassare (a suon di pasticciotti) a seconda dei casi.

In sottofondo, l’omaggio a Rino Gateano, che attraverso le note di “A mano a mano” evoca il tempo, concetto chiave di una pellicola che fa riflettere su come eravamo, sui cambiamenti prodotti dallo scorrere dei giorni e degli anni.

Dopo la conferenza stampa, per il cast arriva il momento dell’anteprima: sul red carpet del Multisala Massimo, insieme al regista e ai protagonisti, sfilano Luisa Ranieri, Carolina Crescentini, Francesco Scianna, Carla Signoris, Filippo Scicchitano e Paola Minaccioni.

E’ il momento di conoscere la vita di Elena, Antonio e gli altri, è il momento di vivere una storia coinvolgente, a tratti turbolenta. E’ il momento di allacciare le cinture.

Mariapia Mazzotta

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