Albano: “Altro che raccolta differenziata, una città tra i rifiuti”

INTERVENTO/ Non credo che in questa città  abbia  ancora senso continuare a parlare di raccolta differenziata dei rifiuti.

Come del resto di decoro ed igiene urbana,  di pulizia, di  lavaggio strade , di  disinfestazione  da mosche, zanzare, blatte, guano di colombi e di quant’altro previsto nel capitolato relativo al servizio dei rifiuti, per l’esecuzione dei quali i cittadini pagano una tassa esagerata.

Infatti la percentuale della raccolta differenziata  relativa allo scorso mese di Giugno è rimasta  ancorata al 42,43%,   quasi la fotocopia di quella dei mesi precedenti, che da testimonianza di una città  che   si è  arresa ai propri rifiuti.

Una percentuale   mortificante  che non sembra aver stimolato alcuna riflessione, considerato che tutto  si sta consumando  nel silenzio generale, come se la società interessata e l’amministrazione comunale di Brindisi fossero  stati affrancati dall’obbligo di rispettare i parametri imposti dal capitolato di appalto e dalla legge, per tutelare l’ambiente e risparmiare sui costi, per abbassare la bolletta a carico dei cittadini,  come hanno fatto molte amministrazioni  comunali  della nostra provincia, evidentemente  all’altezza delle responsabilità del proprio ruolo.

Purtroppo tutto questo accade come se non abbia alcuna responsabilità di riferimento, ma sia  colpa di un destino crudele.

Percentuali nettamente inferiori  a quelle previste dal  capitolato di appalto del servizio rifiuti, che all’art. 49 assegna alla società incaricata del servizio l’obbligo  di garantire il  raggiungimento  di una percentuale media tra il 55% e il 60% nei primi 12 mesi  di attività e la  percentuale media del 65% entro i successivi 12 mesi .

Purtroppo,   il conseguimento di raccolta differenziata in maniera significativamente inferiore  rispetto a quella che si pensava di raggiungere,  sta  comportando, a carico dei cittadini, un notevole incremento dei costi sia per effetto  del  conferimento in discarica  di una quantità rilevante di rifiuto, che in base alle previsioni contrattuali avrebbe dovuto essere destinato proficuamente alla raccolta differenziata, sia   per il mancato  incasso dalla vendita di quella percentuale mancante  di materiale  riciclabile ( carta, plastica, metalli, ecc.)

Non va certamente sottaciuta, come si crede sia avvenuto,  la responsabilità  contrattuale della  società interessata del servizio di raccolta per il mancato raggiungimento delle percentuali indicate nel capitolato di appalto, a carico della quale è prevista l’applicazione di  una “  Penale pari alla metà dell’importo calcolato come se la differenza tra la percentuale prevista e la percentuale raggiunta (in termini di quantitativo di rifiuto) fosse stata smaltita presso l’impianto di conferimento del rifiuto indifferenziato, applicando tutti i costi vigenti di smaltimento del ciclo del rifiuto indifferenziato (trattamenti, trasporti, smaltimento )”.

Una penale di cui si sono perse le tracce e che va resa pubblica per informare i cittadini, che potrebbero aver pagato con la ta.ri. più del dovuto, ove non fossero  state  applicate le  sanzioni in tutti questi anni.

Una eventuale omissione   che potrebbe configurare l’ipotesi  di negligenza  e trascuratezza nella cura dell’interesse pubblico e di conseguente danno erariale, che andrebbe segnalata alla corte dei conti.

Non è più rinviabile un  significativo cambio di passo  per arginare questa dispendiosa tendenza in termini di costi, di efficacia e adeguatezza  della pianificazione del  servizio, di  efficienza del sistema di controllo territoriale comunale,  di  rispetto  delle attività previste nello svolgimento del servizio di raccolta dei rifiuti,  di disifestazione, di pulizia, di lavaggio delle strade della città e dei servizi accessori da parte della ditta incaricata,  di contrattazione del servizio di raccolta dei rifiuti abbandonati  (da inserire in capitolato come hanno fatto  tantissimi comuni) per liberare  la scena urbana  dal degrado  e dal rischio sanitario provocato dai tanti rifiuti che stazionano per lungo tempo sui marciapiedi e sulla carregiata di ogni angolo della città, anche a causa dell’elevato lasso di tempo che spesso  intercorre fra il conferimento da parte dei cittadini ed il prelievo effettuato dalla società interessata.

Per liberare la città   dagli odori nauseanti emanati dai rifiuti in fermentazione e  dagli  animali randagi attirati  da quelli odori. Per affrancare finalmente  i cittadini dalla mortificazione di dover vivere gomito a gomito con i rifiuti.

Fa specie  che mentre la città  annaspava e annaspa  tsommersa da montagne di rifiuti indifferenziati e di  odori nauseanti, con effetti devastanti sull’ambiente, sul decoro urbano e sulla vivibilità della città, il Sindaco, la sua Amministrazione, al di là dei ricorrenti e velleitari proclami sulla tutela dell’ambiente, non ha fatto praticamente niente per contrastare questa devastante e dispendiosa tendenza .

L’unico sollievo a questa sofferenza messo in cantiere, potrebbe rivenire  dalla progettazione di  eventuali aumenti della tassa sui rifiuti, che  il Sindaco  potrebbe regalare nel prossimo futuro ai cittadini, in applicazione della regola di compensazione e di equilibrio caratteristica dell’impegno emerso in questi anni:  più disagi sopporti, più paghi.

Ma fino a quando? .

Certamente non si può  continuare a far pagare ai cittadini, ai professionisti e  alle imprese l’impossibile e farli vivere costantemente tra i  rifiuti .

Vincenzo Albano

5 Commenti

  1. Non credo che inciviltà e maleducazione sia prerogativa esclusiva della città di Brindisi! Si riscontra piuttosto, anche rispetto ai paesi della stessa provincia brindisina, una totale assenza di iniziative volte ad arginare il fenomeno (controlli e sanzioni da parte della polizia urbana, telecamere nelle zone più “calde”), e questo genera ulteriore inciviltà e maleducazione!

  2. Come al solito non si perde occasione per scaricare addosso all’amministrazione le manchevolezze dovute in massima parte all’inciviltà dei cittadini, non tutti naturalmente, ma un parte consistente. Nel mio quartiere la Commenda assisto quotidianamente al giuoco senza fine che avviene, la ditta addetta ai rifiuti che passa raccoglie e pulisce e immancabilmente dopo qualche ora sembra che non sia passato nessuno. Prima mi indignavo di più adesso alle volte vengo preso da scoramento e rassegnazione e mi viene da pensare che in questa città è impossibile cambiare. Non sto assolvendo né la Soc. addetta né l’amministrazione ma se alle volte cedono forse è perché anche loro pensano di combattere contro i mulini a vento.

  3. E vogliamo parlare dello schifo della pavimentazione del Centro? Tutto intorno alla zona del Municipio i marciapiedi sono luridi, le basole nere e macchiate probabilmente dalla scolatura delle bevande somministrate per strada ( vedi marciapiede antistante ex Central Bar e dintorni)… E’ previsto il lavaggio delle strade? Chi è preposto al controllo del capitolato d’appalto?

  4. Ho letto su alcuni siti specializzati che i cittadini, a fronte di disservizi relativi alla raccolta dei rifiuti e al decoro urbano, hanno il diritto di richiedere e ottenere la riduzione della Tari… perché non si approfondisce questo argomento? Forse un’iniziativa del genere, piuttosto che una generica lamentela, porterebbe a qualche risultato concreto!

  5. Non limiterei il problema ai cani randagi,ma aggiungerai soprattutto quelli “regolari”,che con la complicità dei loro padroni, orinano dappertutto, con conseguente cattivo odore insopportabile soprattutto col caldo di questi giorni. Una vergogna per la città.

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*