Agricoltori in ginocchio per un canone provinciale: «Fino a 4mila euro per irrigare soli 2 ettari»

BRINDISI – Oltre alle intemperie meteorologiche e quelle relative alla crisi economica e dei mercati, gli agricoltori della provincia di Brindisi devono far fronte a un altro tipo di turbolenza che, da un paio di anni, sta colpendo le aziende del territorio provinciale: il Cosap, il canone che i contadini devono alla Provincia per l’occupazione di spazi e aree pubbliche. È questo il grido d’allarme della Cia, la Confederazione Italiana Agricoltori.

«Alcuni anni fa, gli agricoltori hanno richiesto alla Provincia di Brindisi la possibilità di interrare lungo i bordi delle strade provinciali delle condotte sotto traccia e di effettuare attraversamenti di condotte irrigue lungo le stesse strade. Questo per poter far arrivare l’acqua ai campi, perché era impossibile trivellare il terreno in alcune zone, perché ritenute “rosse”». L’ente rispose in maniera affermativa alla richiesta dei contadini e dei proprietari terrieri a fronte di una tassa da pagare, la Tosap. Gli importi richiesti dalla Provincia sono stati, fino al 2011 e all’introduzione del Cosap, ritenuti congrui e sempre versati dagli interessati.

«Dopo alcuni anni, nel 2011, è spuntato il Cosap: la Provincia di Brindisi ha revocato la Tosap, una tassa, introducendo il Cosap, un canone, istituito senza consultare e informare le organizzazioni di categoria, e che nel 2013 ha visto arrivare agli agricoltori avvisi di pagamento anche per migliaia di euro. In alcune zone si parla anche di 3, 4mila euro all’anno per azienda e ci sono anche casi di 30, 40mila euro per l’attraversamento di condotte irrigue su strade provinciali». Il punto, secondo la Cia, è che molte aziende non ce la faranno a sostenere un canone tanto alto e, presto, chiuderanno i battenti.

«Un esempio su tutti: per irrigare appena 2 ettari di terreno vengono richiesti dalla Provincia anche 4, 5mila euro e, addirittura, anche 10mila euro all’anno di Cosap. Somme davvero assurde e completamente incongrue che superano di gran lunga il reddito annuale che un agricoltore può trarre da quei 2 ettari, sempre se viene, per così dire, graziato dalle avversità atmosferiche e di mercato». In realtà, dai dati in possesso dell’organizzazione di categoria, i nefasti effetti che un così alto canone produce sulle aziende si stanno già facendo sentire.

«Ricordiamo che nel solo 2013, quando ancora il Cosap non era stato applicato appieno, hanno chiuso i battenti in provincia di Brindisi 531 aziende agricole a fronte di 222 che hanno aperto. Un saldo negativo di 309 aziende. In pratica, nel solo 2013, in provincia di Brindisi, ha chiuso in media una azienda agricola al giorno. Di questo passo il Cosap, nel 2014, darà il colpo di grazia a tante altre imprese agricole».

BrindisiOggi

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