Spari contro l’auto, la versione di Rizzello non convince gli investigatori

TORCHIAROLO – Sono quattro i colpi di pistola calibro 9 sparati contro la Opel Astra sulla quale viaggiavano Antonio Rizzello, la compagna di 23 anni rimasta ferita a una spalla, e i due bambini piccoli. Un agguato che avrebbe potuto fare più vittime. Alla donna è stato estratto il proiettile e si trova ricoverata nel reparto di Ortopedia dell’ospedale Antonio Perrino di Brindisi con una prognosi di 10 giorni.

Un agguato in pieno regola, secondo la ricostruzione fornita da Rizzello agli investigatori. Era buio e la famiglia, papà Antonio di 24 anni – già noto alle forze dell’ordine per piccoli precedenti penali – che era alla guida della Opel Astra, la mamma di 23 seduta lato passeggero, e i due bambini piccoli seduti sul sedile posteriore, stava facendo rientro a casa a Casalabate, marina di Torchiarolo. Era da poco passata mezzanotte e i quattro stavano percorrendo la strada provinciale Carmiano – Campi Salentina quando ad un certo punto, secondo la ricostruzione fornita da Rizzello agli investigatori, un’altra auto si è affiancata e ha esploso diversi colpi d’arma da fuoco ferendo la 23enne ad una spalla.

I bambini hanno sentito e vissuto ogni singolo istante. I colpi di pistola, le urla, la paura. In ospedale a Brindisi però i quattro sono arrivati alle 2.15. I piccoli hanno seguito la mamma passo passo, impauriti e sotto shock. Poi quando la donna è entrata nella sala operatoria sono rimasti fra le braccia di medici e infermieri. La 23enne rom aveva una ferita da arma da fuoco alla spalla. L’operazione chirurgica è servita ad estrarre il proiettile calibro 9.

Pare che sia stato lo stesso Rizzello a raccontare ai medici di turno quello che era successo. La stessa versione che poi l’uomo ha fornito anche ai carabinieri. Il buco di due ore e mezza, però, da quando Rizzello sostiene che sia avvenuto l’agguato e fino a quando l’uomo non ha accompagnato la donna ferita in ospedale, per gli investigatori potrebbe rivelare altri retroscena. Da quanto è emerso, pare che il 24enne avesse discusso con qualcuno per alcune attività illecite.

La prima ipotesi al vaglio dei carabinieri è che chi abbia sparato contro la macchina di Rizzello volesse in qualche modo farlo fermare e poi da lì, forse, continuare il regolamento di conti.

Una vicenda che al momento nasconde diversi punti oscuri. Non si sa, infatti, il perché il 24enne non abbia chiamato i soccorsi per far subito medicare la donna. E al momento non è dato nemmeno sapere cosa avrebbe fatto in quel lasso di tempo prima di giungere al pronto soccorso dell’ospedale di Brindisi. Perché non ha accompagnato la compagna al vicino ospedale di San Pietro Vernotico o di Campi? Rizzello a tutte queste domande non ha saputo rispondere.

Non ha nemmeno saputo indicare il modello dell’auto che lo ha affiancato. Il puzzle per ricostruire la vicenda dai contorni criminosi è incompleto. I carabinieri della compagnia di Campi Salentina, guidati dal maggiore Nicola Fasciano, che insieme ai colleghi del Nucleo operativo e radiomobile di Lecce stanno conducendo le indagini, continuano a indagare senza tralasciare nessun dettaglio.

Maristella De Michele

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