OSTUNI- Lo hanno aspettato nascosti nel buio, dietro un muretto a secco, a poche centinaia di metri dalla sua abitazione. Un agguato in piena regola quello nel quale è rimasto vittima Giuseppe Marzio, 44 anni di Ostuni, ucciso con due colpi di fucile a pallettoni esplosi a distanza ravvicinata in pieno volto. L’uomo era alla guida della sua auto, una Y10 bordeaux, quando questa notte imboccando la strada, che da contrada Paradiso conduce a contrada San Benetto, a circa cento cinquanta metri dalla sua abitazione, è stato freddato con due colpi di fucile a pallettoni che gli hanno devastato il volto. L’uomo è morto sul colpo ma la vettura in moto e con la marcia inserita ha proseguito la corsa lungo un muretto a secco che costeggia la strada per poi fermarsi a poche decine di metri da casa. A trovare il cadavere di Giuseppe Marzio questa mattina è stata la moglie che intorno alle otto è uscita sul porticato della loro villetta rurale. Ha intravisto l’auto del marito e si è avvicinata pensando che l’uomo si fosse addormentato in auto. Ed invece la macabra scoperta. Giuseppe Marzio era disteso sul lato passeggero, morto oramai da ore. La donna ha allertato le forze dell’ordine. Sul posto la Polizia con gli agenti della scientifica e del commissariato di Ostuni e della Questura di Brindisi. Pochi dubbi sulla dinamica Giuseppe Marzio, istruttore di arti marziali con precedenti penali è stato vittima di un agguato in piena regola. Chi lo ha ammazzato conosceva bene le sue abitudini e per questo lo ha atteso vicino casa. Sembra che nessuno si sia accorto di nulla, neppure il suocero di Marzio che abita a pochi metri dal luogo dell’omicidio. La moglie di Marzio ha dichiarato agli investigatori solo di aver udito il loro cane abbaiare più volte durante la notte, ma di non aver sentito altro. Ora nelle prossime ore sarà eseguita l’autopsia sul cadavere, il medico legale Antonio Carusi, incaricato dal pm di turno Iolanda Chimienti, già questa mattina era sul posto per un primo esame del corpo. Elementi importanti sono stati acquisiti dalle prove raccolte sul posto dell’agguato, ci sono fori esplosi dal fucile sul cofano della vettura che indicano quanti colpi sono stati sparati, i vetri dei finestrini sono andati in frantumi e questo indica la direzione da cui sono stati sparati i colpi e poi la posizione del cadavere che in qualche modo finendo riverso sullo sterzo deve aver fatto in modo che la vettura procedesse la corsa. Tutti elementi al vaglio degli investigatori che ora scavano anche nella vita di Giuseppe Marzio per scoprire chi e perché lo voleva morto.
Lucia Pezzuto
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