MESAGNE- Dopo l’aggressione al sindacalista della Cgil Amedeo Montagna durante un incontro sindacale per la vertenza Isbem da parte del vice presente dell’istituto di ricerca, arrivano le scuse. Sulla vicenda interviene il presidente Alessandro Distante. Riceviamo e pubblichiamo la sua nota:
“In data di ieri, da Presidente ISBEM, ho ricevuto le scuse del Vice Presidente, Ing. Vincenzo Rizzo – scuse che giro alla Confindustria, ai Sindacati e a tutti i presenti perché nella riunione di Venerdì 12 la sua reazione si è prestata a essere oltremodo “stigmatizzata” e può, in teoria, mettere a rischio la tempestiva e necessaria chiusura dell’accordo fra le parti che ha un grande pregio: la saggezza!
Ripercorro in breve le tappe che hanno portato a questo incontro e al motivo che hanno portato l’Ing. Rizzo – a cui pure va tutta la mia stima per le sue doti umane e professionali – ad alzare la voce nella riunione, avvenuta per “mettere al sicuro” i lavoratori ISBEM a tempo indeterminato, pur in un anno difficile come il 2017.
A causa del ritardato finanziamento di un progetto presentato nel 2016 a seguito di un bando promosso dal MISE (Ministero dello Sviluppo Economico) e per il fisiologico ritardo nell’avvio di un altro importante progetto di ricerca vinto sul bando INNONETWORK, promosso dalla Regione Puglia, l’ISBEM è entrato in una transitoria crisi finanziaria ed economica che lo ha fortemente penalizzato per l’anno in questione, cioè il 2017. Peraltro e per inciso, per tale penalizzazione di risorse, va anche messo in conto il costo che ISBEM sostiene per tenere aperto l’ex-convento dei Cappuccini in Mesagne che ammonta a circa 60.000,00€ anno. Cioè, in 10 anni, per il comodato d’uso gratuito concesso dal Comune, ISBEM ha speso ben 613.000,00€ per rendere fruibile tale bene pubblico, che è sempre a disposizione di chi che ne ha bisogno per scopi istituzionali, per studiare, etc..
Conti alla mano, si ritiene che per ISBEM il triennio 2018-2020 si presenta con prospettive migliori, in termini di ricavi da progetti di ricerca. Pertanto, il CdA ha deciso di portare avanti un piano di risanamento in tale triennio, con l’obiettivo di rientrare dalle perdite che possono esserci non solo nelle società private e no profit come l’ISBEM, ma anche nelle università piccole e/o grandi, che sono pubbliche.
Per raggiungere tale obiettivo ISBEM ha redatto un budget che si basa solo sulle sue entrate certe e/o storiche in modo da evitare una nuova crisi economica. Tale piano è incentrato su una riduzione di tutte le voci di costo, al fine di raggiungere il pareggio di bilancio già dell’esercizio 2018.
Riguardo la voce di costo del personale, il CdA ha deciso di salvaguardare le risorse che operano nell’ISBEM nel seguente modo:
- Riduzione del 50% del monte orario di ogni risorsa che è coinvolta in ISBEM stabilmente in attività tecniche, manutentive e amministrative che sono funzionali all’operatività di questo piccolo Istituto di ricerca periferico, ma prezioso per il territorio;
- Riduzione del 50% del monte orario di ogni risorsa operante stabilmente in ISBEM su progetti e programmi che non hanno un conto economico in pareggio e necessitano di un elevato cofinanziamento da parte dell’Ente;
- Nessun licenziamento di personale, in modo tale che tutto il personale operante stabilmente, abbia ad avere una continuità lavorativa;.
- Riduzione transitoria del 100% inerente il personale addetto alla Ricerca, in mancanza della relativa copertura economica e finanziaria.
Con queste regole, in autonomia, l’ISBEM ha riunito il personale, comunicando a tali decisioni. Inoltre con il supporto tecnico di una consulente del lavoro e del Vice Direttore di Confindustria Brindisi, di cui ISBEM è membro, sono state messe in atto tutte le azioni propedeutiche affinché tutti i lavoratori coinvolti, potessero usufruire degli aiuti economici previsti dalla legge. Di fatto perderanno solo il 20% dello stipendio, pur lavorando la metà delle ore di prima.
Per consentire ai lavoratori di accedere a strumenti di aiuto quali il FIS, sono stati coinvolti tutti i Sindacati ai quali sono state illustrati i seguenti punti:
- l’ISBEM è un istituto di ricerca senza scopo di lucro, i cui principi sono qui ben illustrati, almeno per coloro che ancora non lo conoscono:
[….Opera tra i promotori del progresso (istituzioni, mondo della ricerca, imprese, cittadini attivi, scuole e media partner), la cui cooperazione è essenziale per individuare le criticità ed i problemi al fine di trovare soluzioni adeguate e sostenibili che arricchiranno la comunità sia con risorse economiche che con risorse immateriali (es. morali, etiche, sociali, ecc.). Come ottiene questo?
Con idee forti, con persone adeguatamente formate per diventare competenti, con un efficace trasferimento di conoscenze e attuando scambi di buone pratiche, nonché innescando procedure di apprendimento per trovare finanziamenti locali, regionali, nazionali e internazionali che supportano i progetti e quindi consentono di trovare le soluzioni necessarie a superare le criticità del Pianeta Salute. Frequentando l’ISBEM, chiunque può acquisire nuove competenze e prender parte attiva a gruppi di lavoro per imparare a progettare servizi e soluzioni innovative per il territorio];
- l’ISBEM sta attraversando un periodo di difficoltà contingente, essendocene peraltro stato anche un altro (durato 7 mesi) più di dieci anni fa, quando un pagamento fu effettuato in ritardo da un ente regionale che, a fronte di un progetto scritto da ISBEM, aveva incassato ben 62 milioni di euro;
- l’ISBEM ha inteso utilizzare l’opportunità di poter accedere a tali aiuti economici (FIS) per una parte dei lavoratori aventi diritto, cioè quelli assunti a tempo indeterminato;
- Il personale non assunto a tempo indeterminato con scadenza di contratto, sarà inquadrato dall’ISBEM con assunzione a tempo indeterminato e/o determinato sulla base delle esigenze dell’istituto e con le regole suddette.
Appare quindi privo di ombre – anche al riparo da pregiudizi storici di coloro che si accorgono dell’ISBEM solo per le “baruffe senza materia” e non già per il suo rilievo scientifico, pedagogico ed imprenditoriale a livello regionale, nazionale ed internazionale – l’obiettivo contingente che ISBEM ha inteso perseguire. Cioè la tutela del personale che, per un ente di ricerca, rappresenta il capitale sociale e quindi il buon esempio per tanti giovani che vogliono dedicarsi all’innovazione, all’etica del lavoro, al bene comune e al Paradigma del Dono (www.isbem.it/m3m).
Nella riunione del 12 u.s., a valle della relazione della Confindustria in merito al carico di lavoro inerente il personale a tempo indeterminato, alcuni Sindacalisti hanno chiesto una serie di garanzie di ripristino delle ore per tale personale, reiterando che ciò doveva essere prioritario non solo rispetto alle altre unità di personale dell’ISBEM ma anche rispetto all’agenda che ISBEM si è imposta.
Di fatto, ciò significava scardinare il Piano industriale che l’ISBEM ha approvato nel CdA, presentandolo poi in trasparenza al Sindacato oltre che a tutti i Lavoratori che l’hanno accettato. Senza dire che gli stessi Sindacalisti hanno insinuato – con toni non proprio “britannici” – che l’ISBEM avrebbe potuto utilizzare impropriamente lo strumento FIS per alleviare la crisi finanziaria.
Questi interventi e questa insinuazione ha irritato l’Ing. Rizzo che ha iper-reagito verbalmente, cosa per cui si è scusato immediatamente con tutti i presenti, indistintamente ed anche personalmente con gli stessi Ospiti. Scambiare per aggressione fisica il suo invito a rientrare dal sagrato del Convento (dove i Sindacalisti si erano spostati) al fine di ridiscutere i problemi nella sala dell’affresco del 1592 (c’è San Francesco in adorazione di Gesù deposto sul grembo di Maria, quasi una metafora moderna delle condizioni del Mezzogiorno), mi sembra una “favola metropolitana”, cioè una simulazione di “fallo” quella per cui non si da il “rigore” e forse per benevolenza nemmeno l’ammonizione.
Mi preme infine sottolineare che l’ISBEM non è composto solo di quei lavoratori presenti ma anche di altre persone che attendono una proposta di assunzione per le varie attività in essere per cui non è né giusto né appropriato che i Sindacati impongano ad ISBEM un piano industriale che non è appropriato per un istituto di ricerca. Infatti, un centro di Ricerca, di Formazione e di Servizi avanzati, infatti, richiede competenze molteplici ed assai differenziate fra loro, oltre che di carattere amministrativo e tecnico. Proprio queste competenze, la visione e la pazienza di molti hanno consentito ad ISBEM di portare innovazione nel Pianeta Salute nei suoi circa 20 anni di esistenza, essendo nato a Brindisi il 25 Maggio del 1999.
La perdita di expertise e di know-how accumulato in anni di lavoro è il rischio, sofferto ma reale, che ISBEM corre attualmente. Infatti, i ricercatori che hanno lavorato alla stesura e nella conduzione di progetti potrebbero essere costretti ad emigrare verso altri enti o aziende, in mancanza di una copertura economica che li sostenga nel periodo che intercorre fra la presentazione di un progetto e il suo effettivo finanziamento, cosa che può essere anche nell’ordine di lunghi mesi.
In tempi assai recenti, fra i Ricercatori che hanno acquisito competenze ed esperienze in ISBEM, 4 lavorano in Università pugliesi, 1 nel CNR di Pisa, 1 nell’Università di Perugia, 2 in azienda biomediche pugliesi, 1 nell’ASL di Lecce, 1 nella Kettering Foundation di Dayton negli USA. Senza citare i tanti giovani (circa 100) che, formatisi in ISBEM, si sono poi ben “sistemati” nella Scuola, nelle ASL e nelle imprese sparse in varie parti d’Italia, oltre che nel mondo scientifico pubblico e privato, Università e CNR inclusi. E poi, aver attivato circa 60 borse aggiuntive per Dottorati di Ricerca in 18 anni è un merito di cui ISBEM è fiero!
L’emigrazione di risorse umane ha anche queste basi, come è facile dimostrare, ragione per cui è necessaria sia una vera comprensione che la coesione sociale.
Ora si chiede che anche in questo caso venga usata la stessa pazienza e la stessa saggezza, quella dei Contadini che aspettano, la vendemmia per incassare, pur avendo lavorato per molti mesi, sotto la pioggia, il sole e alla mercé di venti freddi.
Quindi, mettiamoci a lavoro, insieme, perché siamo qui per costruire il nuovo, che è nel DNA dell’ISBEM, e non per distruggere quel che di buono è stato fatto.
Cari saluti e rinnovate scuse per l’intemperanza verbale del Vice Presidente ISBEM. Era sì nervosismo, ma solo a fin di bene!”
BrindisiOggi
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