BRINDISI- Per lo Stato Italiano è invalida e per questo ha diritto alla pensione, ma per il comune di Brindisi e gli assistenti sociali è “intelligente e si muove” e quindi l’assegno di cura non le è dovuto. Questo è il paradosso di una storia che di paradossale ha ben poco. E’ la storia di una giovane donna di 28 anni che soffre sin dalla nascita di “epidermolisi bollosa distrofica e recessiva”, un parolone per descrivere una patologia molto rara e terribilmente invalidante. Basti pensare che l’epidermolisi colpisce 50 persone su un milione di nati. Qui a Brindisi c’è solo lei, questa giovane che convive ogni giorno con la sofferenza e il disagio di non poter avere una vita semplicemente”normale”. In Puglia di casi simili al suo sono circa una cinquantina e l’unico centro di cura specializzato in questa patologia si trova a Bari. L’avvocato Marco Paladini del foro di Brindisi che rappresenta la giovane, ci dice che davvero non ha senso quanto sta accadendo alla sua assistita: “Abbiamo seguito la procedura. Abbiamo presentato agli uffici preposti del comune la richiesta per avere l’assegno di cura con il quale la mia assistita potrebbe affrontare le spese per le visite specialistiche. Il comune a sua volta ci ha richiesto tutta la documentazione ma poi tutto si è fermato”. Ed, in effetti, la giovane è stata inserita in graduatoria affinché le sia liquidato l’assegno di cura. Ma qualche giorno fa l’amara sorpresa. Una dirigente dell’ASL che opera in sinergia con il comune di Brindisi ha riferito che la ragazza non avrebbe diritto all’assegno perché “è intelligente e si muove”. Eppure sottolinea ancora l’avvocato Paladini: “ E’ la stessa dirigente che ogni giorno dispone l’assistenza sanitaria a domicilio per la ragazza che necessita di medicazioni e bendaggi continui”. L’epidermolisi bollosa aggredisce la pelle di tutto il corpo formando delle profonde lesioni sanguinanti. Una sofferenza continua che non permette di potersi muovere con libertà e di compiere neppure i gesti più semplici. Ma tutto questo a quanto pare non è sufficiente.
Lucia Pezzuto
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