Accusata di aver strangolato il marito e poi bruciato il cadavere, condannata 51enne

OSTUNI- Accusata di aver ucciso il marito, 51enne condannata a 13 anni, 6 mesi e 21 giorni di carcere.

Si tratta di Rosalba Bongallino, 51enne  residente ad Ostuni ma nativa di Bari.

L’ordine di esecuzione pena emesso dalla Procura Generale della Repubblica presso la Corte d’Appello di Bari è stato eseguito dagli agenti del commissariato di Ostuni, diretto dal vice questore aggiunto Gianni Albano.

La donna, secondo le risultanze investigative, si rese protagonista nel 1998 dell’omicidio del marito, Beniamino De Meo, all’epoca dei fatti, 36enne che, stando a quanto riferito dall’arrestata in sede d’arresto, l’avrebbe oppressa per più di 18 anni costringendola a  subire diverse forme di violenza all’interno delle mura domestiche.

Proprio al culmine della sopportazione delle vessazioni subite dalla Bongallino e dalle figlie, la stessa decise di neutralizzare il marito, con la complicità della madre e della figlia più grande. Così  la donna avrebbe camuffato nel cibo un potente sonnifero e, una volta fatto addormentare profondamente il marito, lo avrebbe strangolato nel sonno  con un cappio intorno al collo, facendosi aiutare dalla figlia maggiore, sino ad ucciderlo.

Il corpo esanime dell’uomo fu trasportato e  bruciato in un casolare ad Acquaviva delle Fonti, adibito a deposito di attrezzi agricoli.

A distanza di un anno dall’omicidio la Bongallino ammise le sue colpe e, dopo la celebrazione del processo, fu condannata alla pena di anni 13, mesi 6 e giorni 21 di carcere.

Nel 2014 l’arrestata ottenne dal Tribunale di Sorveglianza di Lecce l’ammissione alla misura della detenzione domiciliare al fine di potersi occupare della figlia minorenne, nata dalla convivenza col nuovo compagno, nativo del foggiano, ma residente in Ostuni.

Il beneficio prevedeva che al compimento del decimo anno di età della bambina, la Bongallino sarebbe dovuta ritornare in carcere per ivi scontare il residuo di pena sino all’anno 2023.

Pertanto nella giornata di ieri, termine finale di scadenza della durata del periodo di ammissione al beneficio di legge della detenzione domiciliare, la donna è stata prelevata dagli operatori del commissariato ostunese e trasferita nel carcere di Lecce.

BrindisiOggi

 

2 Commenti

  1. Se usava violenza continuativamente nei confronti della moglie, ebbene, allora si è meritato ciò che la moglie, LEGGITTIMAMENTE, GLI HA FATTO.Al massimo l’avrei condannata ad una ammenda di qualche centinaio di euro da pagare a rate nell’arco di 10 anni. Così la prossima volta il prossimo PEZZO DI MERDA ci pensava due volte.E ricordate: NON VI E’ NULLA DI NULLA CHE POSSA GIUSTIFICARE, ANCHE MINIMAMENTE, LA VIOLENZA SU DONNE E BAMBINI.

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