BRINDISI – Il Pri ha depositato un ordine del giorno sul progetto di legge regionale di riforma dei Consorzi Industriali. “Ho chiesto al Presidente del Consiglio di valutare la possibilità di convocare sull’argomento un Consiglio Comunale urgente in seduta monotematica – spiega il capogruppo Gabriele Antonino – nella convinzione che l’ipotesi dell’accorpamento del Consorzio Industriale di Brindisi con quelli di Lecce, Taranto e Foggia veda la contrarietà di tutte le forze politiche rappresentate nell’assise cittadina. L’urgenza è dettata dalla circostanza che le audizioni dell’Assessore Delli Noci stanno procedendo con un ritmo incalzante”.
Dopo una prima audizione con UPI ed ANCI nella giornata di domani 22 gennaio è previsto l’incontro con i Presidenti dei Consorzi ASI, cui seguiranno quelli con i presidenti delle Camere di Commercio, con le Associazioni di categoria e con le Organizzazioni Sindacali.
“La follia – spiega Antonino – è che per quella che si configura come una vera e propria fusione non è prevista la consultazione degli enti soci. E’ come se per la fusione tra società di capitali ad esprimersi fossero gli Amministratori e non anche i detentori del capitale sociale. Ma nella proposta di riforma dei Consorzi Industriali vi sono anche dei profili di illegittimità che andrebbero attentamente valutati. Così è ipotizzato che nelle singole realtà industriali vengano costituite delle società in house espressamente vietate dalla Legge MADIA. Ancora va sottolineato che la competenza in materia di riforma dei Consorzi Industriali spetta allo Stato e non alle Regioni, che hanno esclusivamente un ruolo nel controllo della gestione finanziaria degli Enti. Ciò è tanto vero che il sottosegretario Mario Turco, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con delega alla Programmazione Economica e agli investimenti, in vista di una Legge statale di riforma dei Consorzi, ha presentato una informativa al CIPE sull’attività di monitoraggio svolta sui 67 ASI esistenti in Italia, di cui ben 39 risultano in liquidazione o inattivi. Del resto in Puglia il Consorzio ASI di Brindisi è uno dei pochi che offre servizi reali alle imprese non avendo come unica attività consortile la cessione dei suoli alle aziende interessate ad insediarsi nell’area industriale. E presenta bilanci in attivo a differenza di quasi tutti gli altri Consorzi ASI della Regione. Non si comprende, allora, per quale ragione solo il Consorzio Industriale di Bari rimarrebbe autonomo mentre tutti gli altri dovrebbero confluire in un carrozzone che non avrebbe “la testa” a Brindisi”.
Con l’ordine del giorno si chiede che il consiglio comunale di Brindisi impegni il sindaco, anche nella sua veste di presidente della amministrazione provinciale, di opporsi in tutti i modi ed in tutte le sedi a questa progettata fusione assumendo le più idonee iniziative di intesa con i Sindaci dei Comuni di Fasano, Francavilla Fontana ed Ostuni e con i Consiglieri Regionali eletti nella nostra provincia. “Una volta tanto – conclude Antonino- serve fare fronte comune e farlo in fretta prima che altri decidano per noi”.
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