BRINDISI – Sono passati due mesi dall’avvio della fase di sperimentazione di abbattimento delle liste d’attesa messa in atto dall’Asl di Brindisi. La direzione generale dell’azienda ha raccolto i dati riguardanti il primo mese, dal 2 al 28 febbraio scorso, e le sorprese emerse dai numeri e dalle tabelle non sono mancate. Sono 481, infatti, i pazienti che hanno usufruito dell’anticipo della prenotazione nel primo mese della fase sperimentale. Il primo dato restituito dall’iniziativa che sta tenendo aperti alcuni laboratori e ambulatori del territorio anche in fasce orarie pomeridiane e festive, quindi, indica che la strada per un concreto e duraturo assottigliamento delle liste è quella giusta.
Dai telefoni del call center dell’Asl, però, sono partite ben 2656 chiamate ad altrettanti pazienti, residenti in provincia di Brindisi, che erano in lista per effettuare un esame con un tempo d’attesa superiore a 60 giorni. Il dato, quindi, più sorprendente, forse, riguarda proprio i 481 pazienti che hanno accettato l’anticipo dell’appuntamento: letto alla luce del totale, rappresenta solo il 28% degli utenti contattati. Chi pensava, infatti, a una massiccia risposta affermativa a una proposta di anticipo, deve ricredersi, nonostante le liste d’attesa rappresentino uno dei problemi del servizio sanitario nazionale e locale maggiormente additati dai pazienti. Agli utenti raggiunti dagli operatori è stato chiesto se volessero anticipare l’esame in virtù dell’entrata in vigore di questa fase sperimentale. I primi a essere interpellati sono stati quelli con una distanza maggiore tra data di richiesta e data d’assegnazione dell’appuntamento.
I risultati emersi dalle risposte fornite dagli utenti agli operatori hanno restituito uno spaccato per alcuni versi inaspettato anche alla stessa dirigenza dell’azienda sanitaria locale che, sebbene conscia che un solo mese è un arco di tempo troppo breve per rappresentare un campione attendibile, ha già in mente quali sono i punti critici del sistema di prenotazione degli esami. I motivi che sottendono la statistica, però, sono il vero coup de théâtre: i 1237 che hanno risposto picche, in gran parte, avevano prenotato un esame di controllo che, in quanto tale, ha una calendarizzazione a lungo termine senza necessità di alcun anticipo. Questo dato, secondo la dirigenza Asl, è la principale fonte di intasamento delle liste d’attesa. «Se nelle ricette compilate dai medici di base, utili a prenotare gli esami di controllo – spiega la dottoressa Paola Ciannamea, direttore generale dell’Asl di Brindisi – fosse riportata l’indicazione che classifica la prestazione come controllo, le liste si snellirebbero automaticamente. Il medico di base, primo filtro tra utenza e sistema sanitario, deve indirizzare i pazienti verso la corretta fruizione dei servizi a sua disposizione». Non tutti i 1237 rifiuti, però, sono dovuti ai controlli a lunga scadenza: una parte dell’utenza ha rifiutato l’anticipo perché non trovava di proprio gradimento la nuova sede proposta per l’erogazione dell’esame o perché il medico che avrebbe dovuto eseguire il test non era di fiducia del mutuato. Questi due aspetti, purtroppo per l’utenza, non possono essere a discrezione del paziente, almeno non per il sistema sanitario pubblico.
Della statistica fanno parte anche le 642 chiamate che non hanno ricevuto alcuna risposta: in questo caso gli utenti saranno ricontattati per un nuovo tentativo. Sono, invece, 296 quelli che, pur rispondendo, non ne hanno voluto sapere niente di anticipi, esami e analisi, mettendo giù il telefono prima che gli operatori potessero spiegarsi. «In questo caso – ipotizza il direttore generale – con ogni probabilità, l’utente contattato non aveva prenotato l’esame in prima persona, delegando la pratica a qualcuno di fiducia. Così facendo, forse, non si hanno elementi sufficienti per rispondere in alcun modo a una proposta di anticipo e si interrompe preventivamente la comunicazione». Visti i tempi di promozioni e truffe, anche telefoniche, probabilmente, alla base di questo tipo di rifiuto a priori, c’è anche una diffidenza di fondo verso chi si presenta come operatore di qualsivoglia azienda, anche se si tratta dell’Asl e la proposta è quella di anticipare un esame che, magari, si sta aspettando da mesi.
Maurizio Distante
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