BRINDISI- ( Da Il7Magazine) Nuove case popolari alla zona Torretta di Brindisi, consegnate due mesi fa manca ancora l’allaccio al gas, l’acqua calda e si allarga una perdita d’acqua in una delle colonne portanti. Sono andati via da Parco Bove in tutta fretta, hanno lasciato le baracche nelle quali vivevano da anni nella convinzione di aver risolto tutti i loro problemi, ma anche nei nuovi alloggi popolari assegnati dal Comune di Brindisi non mancano le beghe. Le chiavi delle nuove case comunale sono state consegnate lo scorso 10 maggio, cinquanta appartamenti, nuovi di zecca, per altrettante famiglie, tra queste anche 28 nuclei famigliari che per intere generazioni hanno abitato nelle baracche fatiscenti di Parco Bove. Altre 18 agli aventi diritto della graduatoria approvata a luglio 2020 mentre quattro sono rimaste vuote, e sono quelle destinate alle persone con disabilità, e saranno assegnati a breve, attraverso il bando di mobilità. L’entusiasmo per le nuove case tuttavia si è smorsato subito non appena dopo il trasloco le famiglie hanno scoperto che l’allaccio alla rete del gas non era stata fatta. “Sin dal primo giorno abbiamo fatto presente questo problema al Comune di Brindisi- dicono i nuovi inquilini- ma ci è sempre stato detto che in breve tempo il problema sarebbe stato risolto. Sono passati due mesi e siamo ancora qui senza gas e senza acqua calda. Nel frattempo sono nati anche dei bambini e le mamme sono costrette a lavare i neonati con l’acqua riscaldata sul fornello del gas”. Il problema è piuttosto serio e nonostante le rassicurazioni del Comune le famiglie sono sfiduciate anche perché nel frattempo sono emersi tanti altri intoppi tra i quali una perdita d’acqua nella colonna portante che causa infiltrazioni e fa marcire l’intonaco. “Abbiamo avuto già diversi incontri con i residenti e lo stesso comitato di Parco Bove- spiega l’assessore comunale Mauro Masiello- ed abbiamo detto loro che il Comune in questo caso è sollevato da ogni responsabilità. Il nostro compito era quello di assegnare le abitazioni ma qualsiasi guasto o disguido va comunicato alla ditta costruttrice. Il problema del gas è legato alla mancanza di documenti che gli impiantisti dovevano consegnare alla ditta che ha eseguito i lavori e che di conseguenza si sarebbe occupata dell’allaccio. La ditta, che tra l’altro si è mostrata molto collaboratrice, è stata sollecitata. Così pure per i guasti che nel frattempo sono stati rilevati. Personalmente, nel corso dell’ultimo incontro con i residenti ho chiesto loro di compilare delle schede con tutte le segnalazioni che poi consegnerò alla ditta”. Ora la ditta nelle scorse settimane avrebbe già effettuato dei primi sopralluoghi alla presenza dei tecnici comunali proprio nell’intento di prendere contezza di quelle che sono le riparazioni da fare ma nel frattempo le famiglie assegnatarie degli alloggi continuano a vivere nel disagio. “Non è regolare che in cucina si tenga la bombola del gas- dicono- è pericoloso. Per non parlare di tutte le cose che non vanno bene. L’ascensore si rompe in continuazione e l’intonaco a causa delle infiltrazioni ha cominciato a cedere”.
E dire che i cinquanta appartamenti del complesso della Torretta visti dall’esterno sono veramente belli, si trovano in quattro edifici con case di diversa tipologia dai 45 ai 90 metri quadrati. Alcune sono state realizzate per ospitare famiglie che, come dicevamo, hanno componenti diversamente abili. Sui terrazzi sono stati installati i pannelli fotovoltaici per il riscaldamento dell’acqua ed i solai dotati di cappotto termico, che garantirà un notevole risparmio energetico e di inquinamento atmosferico. E’ stato realizzato anche una piazzetta attrezzata con altalena per bimbi diversamente abili ,uno scivolo e persino un campo da basket. La piazzetta, poi, è stata intitolata a Sandro Pertini, simbolo di legalità. Tuttavia non tutte le famiglie hanno lasciato Parco Bove. Nelle baracche restano ancora sette nuclei famigliari a cui sono state consegnate, come gli altri, le chiavi del nuovo alloggio ma che per un motivo o per un altro ancora non hanno traslocato. “Sette famiglie sono rimaste a Parco Bove, sono state censite dalla Polizia Locale- dice Masiello- chi più chi meno ha una scusa per non lasciare le vecchie abitazioni e di conseguenza noi non possiamo gettare a terra le baracche. Non solo, c’è anche una importante perdita d’acqua che il Comune continua a pagare con grave danno per le casse comunali. Abbiamo necessità di sgomberare le vecchie abitazioni e fare pulizia, solo così possiamo costruire nuovi alloggi popolari e non perdere il finanziamento”. In pratica tutt’area di Parco Bove sarà destinata alla costruzione di nuovi alloggi comunali per i quali il Comune di Brindisi ha già intercettato il finanziamento, da qui l’urgenza di demolire e bonificare. Sono stati, infatti, finanziati 3milioni di euro per realizzare 30 alloggi popolari proprio tra Parco Bove e Paradiso. Nell’ambito del “Programma dell’Abitare Sostenibile e Solidale”, la Regione Puglia ha finanziato i progetti proposti dal Comune di Brindisi, realizzati in collaborazione con Arca Nord Salento, per un importo complessivo di oltre 3 milioni di euro. Le somme saranno destinate: alla realizzazione di un programma costruttivo su aree comunali denominate “Parco Bove” di circa 15 alloggi di edilizia residenziale pubblica di proprietà comunale e 15 alloggi di proprietà dell’Agenzia Arca Nord Salento, in via Galileo Galilei; alla realizzazione delle opere di urbanizzazione primaria e secondaria nell’ambito di insediamenti di edilizia residenziale pubblica, a servizio dell’area ex Parco Bove, del quartiere Paradiso, e dell’area relativa al quartiere CEP Paradiso. “E’una ferita per questa città avere ancora queste baracche che vivono in condizioni igieniche e di salute precarie- disse il sindaco di Brindisi, Riccardo Rossi, lo scorso 10 maggio quando furono consegnati i nuovi alloggi- oggi con l’assegnazione di questi appartamenti contiamo di chiudere questa vicenda perché poi passeremo a demolire queste baracche, a riqualificare questo quartiere. C’è già un altro progetto per la costruzione proprio lì per la costruzione di altre due palazzine per l’edilizia residenziale pubblica. Altri trenta appartamenti”.
Lucia Pezzuto per Il7Magazine
articolo interessante. ma….agli assegnatari preme avere casa abitabile con qualche comodità. o no? i dirigenti comunali non avrebbero dovuto constatare prima se tutto era a posto?