BRINDISI – (da il7 Magazine di Lucia Portolano) Da aprile a fine agosto sono circa 800 le barche che hanno ormeggiato nel porto di Brindisi. Un numero che comprende in particolar modo gli approdi privati tra il Marina Bocca di Puglia, l’Approdo delle Indie e le banchine pubbliche del lungomare Regina Margherita e del porto interno. Un traffico che negli ultimi anni è aumentato in maniera considerevole. Ed è per questo che alcuni operatori economici, che nel tempo hanno investito nella nautica da diporto, hanno mal digerito la lettera del capitano del mega yacht Crystalady Alessandro Flora, che aveva lamentato la mancanza dei servizi essenziali (luce e acqua) lungo la banchina “pubblica” Montenegro. Flora aveva inviato una mail al presidente dell’Autorità di sistema portuale Ugo Patroni Griffi sottolineando la bellezza del porto, che potrebbe accogliere il traffico dei mega yacht nella tratta Francia, Croazia e Montenegro, ma nello stesso tempo aveva lamentato la carenza dei servizi che lo hanno portato a lasciare Brindisi un giorno prima. Patroni Griffi ha replicato che per legge l’Authority non può attrezzare le banchine pubbliche di luce e acqua in quanto non può commercializzarle per il diporto, altrimenti entrerebbe in competizione con i privati che pagano all’ente la concessione degli spazi. Mentre può incentivare il rilascio delle concessioni delle stesse banchine e saranno poi i privati ad offrire i servizi.
“Le parole del capitano Flora non rendono giustizia alla situazione di Brindisi – afferma Giuseppe Danese, titolare di uno storico cantiere navale, ma anche gestore dell’Approdo delle Indie – tutti sanno che sulla banchine pubbliche non c’è acqua né luce, sarebbe bastato andare in uno dei tanti approdi privati per trovare i servizi”. Danese nella sua funzione di presidente del Distretto nautico di Puglia in questi giorni è al salone di Cannes dove la Regione è presente con i suoi porti. “Anche qui a Cannes se attracchi alla banchina libera e non paghi, non hai alcun servizio – aggiunge l’imprenditore – lo stesso accade a Montecarlo. Brindisi ha un’ampia offerta per i diportisti perché ci sono diverse strutture, possono venire da me come andare al Marina dove vengono offerti i comfort. Le parole del capitano sviliscono il lavoro fatto in tutti questi anni in un settore che per il territorio è una grande opportunità. Ma è necessario un ottimo lavoro di promozione con gli sforzi di tutti dal Comune all’Autorità portuale, e a noi privati”.
La costa brindisina non è paragonabile al Montenegro e alla Croazia con isole e insenature. Ed è per questo che secondo Danese bisogno attrarre i diportisti per le bellezze e i servizi a terra. “Dobbiamo puntare sulla nostra storia, i musei, le tradizioni, la gastronomia. Così porteremo più barche possibili, e la gente si fermerà per restare”.
Ad oggi sono oltre settante le aziende nella città di Brindisi che si occupano di nautica da diporto; se il traffico aumenta queste realtà potranno moltiplicarsi. Danese per il momento non pensa essenzialmente ai mega yacht. “Prendiamo tutto quello che viene – dice – poi valuteremo dove siamo più bravi. Sarà il mercato a fare da filtro e dettare la rotta, ma cerchiamo di credere in noi stessi e di lavorare tutti nella stessa direzione”.
Al Marina di Brindisi sino a metà agosto si sono registrati 533 transiti, il 30 per cento dei quali erano barche superiori a 30 metri, quindi rientravano nella categoria degli yacht. “Il traffico da diporto è già una realtà in questa città, ma bisogna incrementarlo – spiega Dario Montanaro, amministratore delegato della società Bocca di Puglia – perché più barche arrivano ( e non parlo solo al Marina) e più sono le opportunità per l’intero settore dell’accoglienza con nuovi posti di lavoro”. L’arrivo di una barca, soprattutto di dimensioni più grandi, ha bisogno di ormeggiatori, addetti all’accoglienza e di attività essenziali all’attracco. A questi si aggiunge il servizio di assistenza informativa su quello che si può fare in città o nei paesi vicini, i servizi di trasporto, i ristoranti e le attività commerciali. “Solo l’attracco e l’arrivo di una barca superiore a 30 metri – aggiunge Montanaro – genera un’opportunità di lavoro corrispondente a 30 ore uomo. Serve un percorso di comunicazione unica per promuovere la città e quindi per attrarre barche indipendente da dove andranno ad attraccare. Il Marina di Brindisi in questi giorni grazie alla Regione è a Cannes con il Distretto nautico. Stiamo comunicando che il nostro è il porto meteo marino più sicuro dell’Adriatico e dell’ionio meridionale”.
Il porticciolo turistico può ospitare i mega yacht con la disponibilità di un pontile lungo 300 metri, sfruttabile da entrambi i lati. Il pontile è fisso legato a terra ed è chiaramente dotato di luce ed acqua.
Sul dibattito aperto sulla nautica da diporto e in particolar modo sulla presenza dei mega yacht sui quali l’assessore all’Urbanistica del Comune di Brindisi Dino Borri aveva dichiarato non essere un’opportunità per il territorio, Montanaro è molto chiaro: “Nessuno oggi può permettersi di escludere la creazione di un’opportunità economica e occupazionale. Certamente le proposte devono essere compatibili con destinazioni e ambiente, ma per antonomasia un porto è destinato a accogliere barche”.
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