“Il teatro un indicatore di crescita socio-culturale, Brindisi non può perdere il Verdi”

INTERVENTO/ “Il teatro non è il paese della realtà: ci sono alberi di cartone, palazzi di tela, un cielo di cartapesta, diamanti di vetro, oro di carta stagnola, il rosso sulla guancia, un sole che esce da sotto terra. Ma è il paese del vero: ci sono cuori umani dietro le quinte, cuori umani nella sala, cuori umani sul palco”. Lo affermava Victor Hugo e aveva ragione.

angelo rizzielloIn un’epoca in cui le sale cinematografiche sono state soppiantate da anonime e rumorose multisala, in cui i piccoli cinema d’essai sono ormai primordiali, dove è il contorno che conta, fast food e sala giochi, e non il grande schermo, rischiamo di perdere uno dei luoghi in cui lo spettacolo va in scena ogni sera ma è sempre diverso, perché è il pubblico a esserlo.

Parlo di quel luogo dove lo spettacolo non lo fa solo l’attore ma anche la persona comune che nel buio sussulta, sorride, si commuove come se anche lui fosse lì a calcare il palcoscenico. Brindisi rischia di perdere un teatro, anzi Il Teatro che non è solo un luogo in cui arte e artificio si intrecciano ma dove storia, bellezza, armonie architettoniche fanno il resto. Dove i giovani si ritrovano con progetti scolastici, dove tutto è sinfonia. Perché al Nuovo Teatro Verdi non risuonano solo le battute degli attori ma anche la musica dei solisti o delle orchestre poste in quello spazio definito golfo mistico, perché racchiude in sé quanto più di spirituale possa essere prodotto dall’uomo, la musica, l’arte in tutte le sue espressioni.

Non starò qui a riassumere la storia di un luogo di cultura che potete andare a consultare nel sito della Fondazione (http://www.fondazionenuovoteatroverdi.it), quindi di Vecchio o Nuovo teatro o del sito archeologico. Il mio intervento mira a ricordare ai cittadini di questa città e soprattutto a coloro che a teatro non ci vanno mai o di rado perché preferiscono fare altro, che il Verdi è simbolo di una società informata e formata con uno sguardo rivolto al bello, alla cultura, all’armonia, a un’opera architettonica progettata con ampio respiro.

Non occorrono tante parole, e di citazioni sul teatro ne troveremmo a centinaia, proprio come quella con cui ho esordito in questo breve intervento.

È il teatro, non solo il nostro, un indicatore della crescita socio-culturale ed economica di una comunità? Sì, perché luogo in cui uomini e donne mettono in scena quella che è la vita, uno spazio in cui a volte, come afferma Stanislaw Jerzy Lec, si può capire quale ruolo si è svolto solo uscendo di scena.

E spetterà alla comunità tutta non uscirne definitivamente, assumendosene l’onere economico ragionevolmente ridotto?

La risposta a chi, questa magia, la ama veramente.

Angelo Rizziello

 

2 Commenti

  1. Purtroppo il livello culturale di brindisi e’ ben piu’ basso anche rispetto ad altri comuni della provincia. Da noi ci si muove solo per apparire : 5 anni fa il verdi era sempre pieno e le prime due file traboccavano di politici, amministratori, autorita’. Poi e’ passata la moda, niente piu’ passerelle, niente piu’sfilate….la scorsa stagione e’ stato un pianto….teatro quasi sempre vuoto….

  2. Una città capoluogo di provincia senza teatro e senza un suo cartellone sarebbe una città morta. L’articolo è sicuramente interessante ma un dato risulta sconcertante : nel 2014 i costi per il personale del teatro (QUATTRO PERSONE) ammontano a 222 mila euro. Capisco che ora il comune da solo non possa gestire questi stipendi da “manager”

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