BRINDISI- Non ci sono privati disponibili ad investire sui due progetti che concorrono al bando per le Periferie, ma il Comune li candida ugualmente.
I progetti scelti dal Comune di Brindisi, ossia la riqualificazione dei due capannoni ex Saca, e quelli insistenti all’interno dell’area del Cillarese, non suscitano gli interessi dei privati.
In pratica il bando nazionale prevede una serie di punteggi in più per aggiudicarsi i 18milioni di euro se i privati partecipano nel cofinanziamento raggiungendo la soglia del 25%.
Nel caso di Brindisi, un progetto non presenta alcun importo di copartecipazione da parte di privati e un altro pur presentando l’importo non raggiunge la soglia minima del cofinanziamento del 25%.
A questo si aggiungerebbe un’altra criticità, in particolare nel progetto di riqualificazione dei capannoni ex Saca, dove sarebbe prevista la realizzazione di altri capannoni quando il bando nazionale parla di sola riqualificazione (a suolo zero).
Ad evidenziare le problematiche lo stesso gruppo di lavoro al Comune di Brindisi costituito dagli ingegneri Gaetano Padula ed Antonio Iaia, dall’architetto Fabio Lacinio, da Angelo Roma, da Nicola Zizzi e dalla dirigente Mirella Destino.
Il 30 agosto scadrà il bando nazionale, ed il Comune di Brindisi sembra deciso ugualmente presentare i due progetti, anche con queste problematiche.
Ed intanto il Partito Democratico si getta avanti: “Brindisi rischia concretamente di perdere i 18 milioni di euro di finanziamento messi a disposizione per il Governo, considerato che la consegna del progetto deve avvenire entro il 30 agosto prossimo: appena quattro giorni di tempo, compresi la giornata di oggi, sabato 27 agosto e di domenica 28 agosto. Cosa e come pensano di fare a Palazzo di Città per non sprecare questa opportunità? “.
“A questo punto- conclude il Pd- ci sentiamo di suggerire di valutare attentamente la possibilità di candidare l’unico progetto valido e già pronto che è quello relativo alla rigenerazione e ristrutturazione dei quartieri Commenda e Cappuccini. Progetto che, peraltro, prevede la partecipazione finanziaria dei privati con una percentuale superiore a quella richiesta dal Bando ministeriale stesso e che è stato valutato positivamente in un’altra manifestazione di interesse”.
Lucia Pezzuto
Vorrei portare all`attenzione sia dei tecnici comunali che dei cittadini che i capannoni ex saca hanno tutti la copertura in amianto.Le varie amministrazioni passate non si sono mai intaresssate del proplema e i cittadini, specialmente quelli dei quartieri vicini ne respirano quotidianamente quelle polveri. In quei capannoni bisogna fare una bonifica con relativa denuncia regionale.
Non c’è solamente l’amianto , come fa giustamente notare Francesco de Fazio, ma anche veleni sversati , molto probabilmente, negli anni nel sottosuolo a causa delle lavorazioni industriali che avvenivano nei capannoni. Abbattere TUTTO, portare via il materiale , ripulire fino al sottosuolo, bonificare e piantare vegetazione . Riutilizzare la struttura è follia pura.
“….dove sarebbe prevista la realizzazione di altri capannoni quando il bando nazionale parla di sola riqualificazione (a suolo zero)….”. Visto? Qualcosa che puzza c’è sempre, l’opacità è garantita. Che tipo di “colpo” si sta cercando di mettere a segno? Pian pianino, zitti zitti, anche in questo caso la politica è come il lupo : perde il pelo ma non il vizio. Stiamo a vedere.