BRINDISI- “Secondo quali criteri è stato scelto il progetto Cillarese, e l’amministrazione non era a conoscenza di progetti alternativi a quello dei capannoni ex Saca” queste le domande poste dal Pd cittadino alla sindaca di Brindisi, Angela Carluccio, in una interrogazione urgente sul bando di riqualificazione urbana.
Il Partito democratico, dopo le mille polemiche che hanno animato questi giorni, chiede che sia fatta, finalmente chiarezza. Soprattutto ci si domanda come mai, i tanti progetti presentati al Comune di Brindisi, vedi anche il “Parco Sportivo Modulare del Quartiere Perrino”, che – secondo i giovani progettisti – è stato presentato all’amministrazione comunale nel mese di giugno, “alla Sindaca Angela Carluccio e, in diversi incontri, al dirigente della ripartizione urbanistica Fabio Lacinio, all’assessore allo sport Maria Greco e conosciuto da diversi dipendenti degli uffici pubblici tra cui il dirigente Gaetano Padula, la scelta sia caduta sui capannoni ex Saca.
Ritenuto , scrive il Pd: “che la costituzione di un ufficio di lavoro per la proposizione di progetti e, soprattutto, la divulgazione di un progetto alternativo noto all’Amministrazione Comunale smentirebbero le affermazioni dell’Assessore Miggiano; che il progetto di riqualificazione dei capannoni ex Saca ricadenti in zona ad alto rischio idrogeologico parrebbe non rispettare i requisiti stabiliti dall’articolo 23, comma 1, D.Leg.vo 50/2016 (nuovo “Codice appalti”) e ribaditi nella deliberazione di giunta n.32 del 21 Luglio 2016, in riferimento a: c) la conformità alle norme ambientali, urbanistiche e di tutela dei beni culturali e paesaggistici, nonché il rispetto di quanto previsto dalla normativa in materia di tutela della salute e della sicurezza; e) il rispetto dei vincoli idrogeologici, sismici e forestali nonché degli altri vincoli esistenti;i) la compatibilità geologica, geomorfologica, idrogeologica dell’opera”.
Brindisi, in pratica, per il Pd rischierebbe ugualmente di perdere i 18 milioni di euro.
BrindisiOggi
Vista la grande e feconda verve progettuale di questa nuova amministrazione, vorrei fare una piccola proposta: perchè non si pensa di fare qualcosa per evitare che, durante i forti temporali con le cosiddette “bombe d’acqua”, Via Tor Pisana e strade circostanti diventino una succursale di Venezia ( con annessi allagamenti a soffitto dei sottopassi ferroviari) con il pericolo che qualcuno ci resti annegato? Forza, su , vediamo che cosa siete capaci di fare e cosa siete in grado di escogitare davanti a problemi tecnici seri e complessi , ben diversi da improbabili capannoni pieni di diete mediterranee e bancarelle della frutta……..