I nostri studenti in giro per il mondo, una ragazza del Palumbo un mese in Germania racconta la sua storia

BRINDISIStudentessa del “Liceo Palumbo” di Brindisi conquista una borsa di studio istituita dal Governo tedesco in favore di studenti europei particolarmente dotati nella lingua germanica.

L’esperienza di un mese in un paese straniero può fortificare ed approfondire la conoscenza della sua lingua, della sua cultura e delle sue tradizioni. La “full immersion” di Miriana Nacci in Germania. Un’esperienza che va molto al di là di quanto si possa immaginare fra i banchi di scuola. Pubblichiamo il suo racconto.

Sono Miriana Nacci e lì sono stata accolta da una famiglia come se ne avessi fatto parte da sempre, e avrei voluto che il tempo si dilatasse, che quelle giornate non arrivassero mai alla fine. Ho conosciuto quanto di più bello ci possa essere nell’avvicinarsi ad un mondo completamente diverso da quello in cui si è abituati a vivere, e nonostante ciò sentirsi a casa. Tutto ciò che avevo appreso, studiato e coltivato nel mio paese si fondeva a ciò che constatavo in quella nuova realtà giorno per giorno. Mi sentivo parte non più solamente di una città, ma dell’Europa, del mondo. E per tutto ciò devo ringraziare coloro che ancora credono nei giovani, che li sostengono e motivano, finanziandone le esperienze e lo sviluppo. (Foto di copertina il “Friedrich Dessauer Gymnasium”)

Il Governo tedesco mette in palio ogni anno 43 borse di studio per i migliori studenti di tedesco in tutt’Italia (circa due per regione) per partecipare ad un soggiorno in Germania che si compone di alcune settimane presso una famiglia in Baviera e di una settimana nella capitale Berlino. Grazie alle mie docenti di tedesco, le professoresse Belzer e Giaffreda, sono venuta a conoscenza di questo concorso e sono stata incoraggiata a parteciparvi avendo i prerequisiti richiesti, tra cui un’ottima conoscenza della lingua e un ottimo rendimento in tutte le altre discipline, ma anche la predisposizione all’adattamento ed all’interazione in un gruppo.

miriana-nacci-germania2Dopo aver presentato tutta la documentazione richiesta sono stata convocata tra i candidati a partecipare al concorso che consisteva nell’affrontare un colloquio orale in tedesco davanti ad una commissione nominata per l’occasione presso l’ufficio scolastico regionale di Bari. Risultato: idonea e promossa! Il 23 Giugno, da Roma sono partita per Francoforte, da cui, poi, sono andata ad Aschaffenburg, un paese in alta Baviera. Qui, l’intera famiglia Lechler mi ha accolta come una figlia. Durante tutto l’arco di tempo in cui mi hanno ospitata, ho fatto parte a tutti gli effetti della famiglia e devo ammettere che tutt’ora mi sento tale. Per loro era molto importante che capissi ciò che dicevano ed infatti, grazie alla loro disponibilità, sono riuscita a migliorare molto le mie capacità di comunicazione e di comprensione. Una volta superate le difficoltà iniziali, è stato facile abituarsi. (Foto: “Io con la mia sorella ospitante, Laura Lechler, a Würzburg)

La mattina andavo al liceo del paese, frequentavo delle classiche lezioni con una parte dei vincitori del concorso e partecipavo alle visite guidate organizzate nelle città più vicine, tra cui Francoforte sul Meno, Würzburg e Miltenberg. Nel gruppo di cui facevo parte c’erano altri 11 ragazzi, provenienti dal Nord Italia, dal Centro e dal Sud. Insieme abbiamo svolto tante attività che non si limitavano solo all’ambito scolastico. Quando, infatti, avevamo del tempo libero, ci incontravamo per fare qualcosa insieme, come ad esempio giocare a bowling, minigolf, andare al teatro o al cinema, fare delle escursioni o delle passeggiate sul Meno.

Quando il 10 luglio è arrivato il momento di salutare quella che ormai era diventata la mia “famiglia tedesca”, alla tristezza si contrapponeva l’entusiasmo dell’imminente settimana da trascorrere a Berlino. Ogni giorno qualcosa di nuovo da visitare, ogni sera eventi diversi a cui partecipare. Appena arrivati nella capitale, stanchi a causa del viaggio in treno, abbiamo cenato in un ristorante a Kreuzberg vedendo la finale dei Campionati Europei di Calcio. Nei giorni seguenti abbiamo visitato la città, il Parlamento tedesco, Potsdam, l’Università berlinese e Lübben, nello Spreewald.

Ho potuto apprezzare la città sotto molti punti di vista, soprattutto a causa della perfetta convivenza di tantissime culture diverse, rimanendo profondamente colpita dalla presenza quasi palpabile del passato in un ambiente nonostante tutto ultramoderno. In numerosissimi posti è possibile imbattersi in qualche testimonianza della Berlino che fu e che non sarà mai più. Queste ed altre sensazioni hanno avuto su di me un impatto fortissimo, indelebile. Un’esperienza del genere va molto al di là di quanto si possa immaginare fra i banchi di scuola, perché il confronto diretto con una lingua straniera è diverso dalle poche ore di lezione alla settimana. Ciononostante ho avuto l’opportunità di viverla proprio grazie alla scuola, alla formazione che mi è stata data e a quelli che mi hanno sostenuta – in primis alla mie professoresse, le quali hanno creduto nelle mie capacità, insieme alla mia classe, alla mia famiglia e alla commissione d’esame che mi ha scelta.

Alla luce di quanto ho vissuto, il mio rapporto con il tedesco (ed in generale con tutte le lingue che studio) va ora molto al di là della scuola, delle interrogazioni e dei voti: è diventato parte di me, lo sento presente ogni giorno e mi impegno al massimo per tenerlo vivo, ed è questo secondo me il fine ultimo dello studio: arricchire la mente passando anche per il cuore.

BrindisiOggi

 

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