LECCE – Illegittimo il pignoramento da parte di Equitalia di un libretto postale, unica fonte di sostentamento per un pensionato: Equitalia pignora il libretto postale di un pensionato salentino, ma il Tribunale di Lecce sospende il decreto per violazione del “minimo vitale impignorabile” fissato alla riforma del 2015.
La scorsa settimana il Tribunale di Lecce ha condannato Equitalia al pagamento delle spese legali in favore di una famiglia salentina che risiede in Friuli, inflitta dal Tribunale di Pordenone: l’agente riscossore aveva pignorato illegittimamente una parte dello stipendio percepito dal padre di famiglia, senza attendere l’esito dell’istanza di sospensione proposta dall’uomo, ai sensi della Legge 228/2012.
Giunge ora dal Tribunale di Lecce un altro provvedimento di sospensione di un pignoramento avviato da Equitalia nei confronti del libretto postale di un residente leccese, sino a un importo di oltre 143mila euro, sussistendo gravi motivi e in attesa della dichiarazione del terzo Poste Italiane.
Anche in questo caso, per Codici Lecce appaiono evidenti i gravi motivi rilevati dal Giudice dell’Esecuzione: il pignoramento è avvenuto per un libretto postale sul quale viene percepita solo una pensione INPS di 578,66 euro mensili, unica fonte di sostentamento con cui l’anziano, che vive da solo e paga un affitto, deve far fronte alle proprie esigenze del vivere quotidiano.
“Secondo la riforma del codice civile introdotta dal D.L. 83/2015, la pensione può essere pignorata, nella misura di un quinto, su ciò che rimane di essa dopo avere sottratto una somma pari all’assegno sociale aumentato della metà, somma che, per il 2015, equivaleva a 672,78 euro – spiega l’avvocato Stefano Gallotta – Pertanto, la pensione di vecchiaia percepita dal contribuente, pari ad 578,66 euro mensili, risulta assolutamente impignorabile e l’iniziativa esecutiva posta in essere da Equitalia appare illegittima e infondata per violazione del “minimo vitale” recentemente fissato dal legislatore”.
Il segretario di Codici Lecce, che ha patrocinato gratuitamente la causa per l‘anziano leccese, sottolinea che “negare a un pensionato ogni mezzo di sostentamento per soddisfare le proprie esigenze di vita primarie ed essenziali non è soltanto disumano ma anche contrario alla recente riforma del d.l. 83/2015, e, ancor prima, al dettato costituzionale e alla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea (Trattato di Lisbona), che garantisce il diritto all’assistenza sociale onde assicurare un’esistenza dignitosa a chi non disponga di risorse sufficienti”. In questo caso, l’iniziativa di Equitalia, tesa a pignorare il conto su cui transita l’unico emolumento mensile di 578 euro percepito a titolo di pensione, apparrebbe evidentemente contraria a norme imperative per violazione del minimo vitale: “Ove confermata a seguito della dichiarazione delle Poste Italiane – spiega Gallotta – potrebbe dar luogo alla condanna di Equitalia anche per responsabilità processuale aggravata”.
BrindisiOggi
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