BRINDISI – Le emergenze incendi che ha visto protagonista Brindisi solo pochissimi giorni fa ha suscitato in città diverse polemiche legate al ritardo nei soccorsi.
Non ci stanno, però, i vigili del fuoco del Comando provinciale di Brindisi e le sigle sindacali hanno voluto esprimere il loro dissenso.
“Il personale operativo dei vigili del fuoco, con senso del dovere e abnegazione tra mille difficoltà, mette a repentaglio la propria incolumità in ogni circostanza, costretto a gestire in ogni evento anche la disperazione dei cittadini. Come sempre seguiranno le solite dichiarazioni, il balletto delle responsabilità, le accuse reciproche e poi il nulla, perché a queste emergenze siamo ormai abituati – dicono dal Fns Cisl di Brindisi – Si preferisce effettuare interventi tampone, invece di affrontare il tema alla radice. È necessario affrontare le cause degli accadimenti invece di fronteggiare semplicisticamente gli effetti: in una parola, fare prevenzione”.
Per la sigla sindacale, il tema prevenzione “non porta voti. Si fa fatica a capire che tenere pulito un canale, curarne i margini, ripulire dalle erbacce le zone periferiche della città ed aggiornare il catasto ed il piano regolatore sul rischio del territorio, eviterebbe devastazioni e si risparmierebbero ingenti risorse finanziarie. Invece, il nostro territorio è drammaticamente investito dagli incendi boschivi e i vigili del fuoco come sempre in prima linea e da soli a fronteggiarli. E ciò, nonostante la grave carenza di organici e l’assenza di mezzi ed attrezzature specifiche dedicate a questo fine”. Il personale, proprio a causa della carenza di organico, è costretto a straordinari che mettono a rischio i lavoratori. I vigili del fuoco si trovano difronte “alla replica di un film già visto: vorremmo fortemente una regia più attenta e che badasse alla realtà ed alla esperienza quotidiana più che perpetrare teorizzazioni astratte ed andare incontro a forti disfunzioni peraltro già vissute nel passato”.
L’Unione sindacale di Base dei Vigili del Fuoco precisano che il numero dei vigili del fuoco è fin troppo esiguo per le necessità della popolazione. “La media nazionale è di un pompiere ogni 15mila abitanti: in Europa è di uno ogni mille. Poi, siamo soggetti anche noi a riduzioni, ma i calcoli sulla produttività possono andare bene per l’industria, non per i servizi: perché se va bene ci sono solo due squadre che coprono il capoluogo e i comuni limitrofi a Brindisi. Ne abbiamo una a Ostuni e a Francavilla, e solo d’estate si aggiunge una squadra per gli incendi boschivi – spiega la USB Brindisi – La sicurezza non è una gara che va giocata al ribasso, ma un’esigenza primaria, come istruzione e sanità ed è una partita che i cittadini, come le istituzioni, devono giocare accanto ai vigili del fuoco”.
BrindisiOggi
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