Processo Enel per la polvere di carbone, il pm chiede tre anni per 13 imputati

BRINDISI-  Tre anni di reclusione , questa la richiesta  del pm della procura di Brindisi, Giuseppe De Nozza, per 13 dei 15 imputati nel processo a carico della società elettrica Enel per la diffusione della polvere di carbone dal nastro trasportatore e dal carbonile della centrale Enel Federico II di Cerano di Brindisi, al termine della requisitoria.

Gli imputati sono Lorenzo Laricchia, responsabile del nastro trasportatore del carbone, Giuseppe Varallo, anch’egli responsabile nastro trasportatore; Diego Baio, responsabile protempore dell’ufficio Ambiente e sicurezza di Cerano; Calogero Sanfilippo, e Antonino Ascione, tutti e tre ex responsabili dell’Unità di business Brindisi-Cerano, e l’ex capo centrale Vincenzo Putignano. Quindi Luca Screti, residente a San Pietro Vernotico, titolare della ditta “Nubile” e Aldo Cannone, titolare della impresa omonima, addetti al trasporto carbone; Fausto Bassi, dell’Unità Business di Cerano; Giammarco Piacente, unità operativa Esercizio Ambiente e Sicurezza a Cerano; Fabio De Filippo, stesso settore di Piacente; Massimo Distante, Movimentazione combustibili Cerano; Giovanni Madia.

No luogo a procedere per estinzione dei reati per Sandro Valery, responsabile protempore area business Enel Produzione, e Luciano Mirko Pistillo, due dei 13 manager Enel.

Il pm, a conclusione del dibattimento, ha ritenuto che non vi siano ragioni per riconoscere agli imputati le attenuanti generiche.

Parti civili nel processo il Comune e la Provincia di Brindisi e le associazioni Greenpeace, Salute pubblica, Legambiente, Medicina democratica, No al Carbone, oltre ai numerosi proprietari dei terreni vicini alla centrale. Responsabili civili sono Enel Produzione e le ditte Cannone e Nubile di Brindisi.

BrindisiOggi

 

1 Commento

  1. La nuova guida della città dovrebbe investire questi soldi per un polo universitario completo che va dalla medicina alla chimica così da monitorare costantemente il territorio. Si creerebbe così un indotto economico importante nella nostra città rendendola più sicura anche sotto l’aspetto della salute pubblica. Grazie ai magistrati che hanno reso giustizia

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