BRINDISI– Di politici in questi mesi nella scuola Morvillo Falcone se ne sono visti tanti, rappresentanti istituzionali più o meno importanti, una visita, qualche parola agli studenti, vicinanza per l’attentato anche con qualche progetto, ma nessuno è intervenuto su una della questioni più importanti per questa scuola. Dal 2005, quindi da otto anni, il diploma statale di Tecnico dei servizi sociali non è riconosciuto dalla Regione Puglia all’interno dei profili professionali previsti dal piano regionale per le politiche sociali. In poche parole, chiunque dei diplomati al Morvillo Falcone volesse fare un concorso per le figure professionali per i servizi sociali non può farlo. Perché questo titolo non è riconosciuto nel piano, che prevede solo la laurea o corsi specializzati. Questi ragazzi non rientrano neanche nelle figure OSS, operatori socio sanitari, quelli che lavorano in ospedale. Eppure prima del 2005, nel precedente piano del 2003, varato dalla giunta di allora, questo diploma era riconosciuto tra le figure professionali, ma è stato successivamente cancellato.
Si solleva la protesta di alcuni docenti, a sostegno dei propri alunni neo diplomati. “Molti di loro dopo cinque anni di scuola vengono messi fuori dal mondo del lavoro- spiega la professoressa Annamaria Perrone– i nostri studenti hanno bisogno di lavorare per questo scelgono un istituto tecnico professionale. Non si comprende perché il regolamento sia stato modificato. Lottiamo per ottenere questo riconoscimento da anni”.
Ieri mattina in occasione della visita del presidente del Consiglio Mario Monti, una delegazione di insegnati del Morvillo Falcone con a capo il professore Lorenzo Caliolo hanno bloccato l’ex sottosegretario Alfredo Mantovano per sottoporre questo problema, affinchè intervenga la politica. “La giunta Vendola ha cancellato il diploma in Tecnico dei servizi sociali dalle figure professionali nel piano delle politiche sociali-afferma Caliolo– ma questa scuola che ha un titolo statale ha bisogno del riconoscimento regionale, è un paradosso che i nostri ragazzi vengano riconoscimenti in altre regioni e non nella nostra”.
Lucia Portolano
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