BRINDISI- Una storia che il procuratore aggiunto Nicolangelo Ghizzardi ha definito agghiacciante che vede coinvolti due ragazzi, uno molto piccolo di 12 anni, e due famiglie per bene. Dopo le indagini degli agenti della Squadra mobile di Brindisi, coordinati dal pm Pierpaolo Montinaro, sono stati arrestati il 19enne Simone Perrino con l’accusa di abuso sessuale nei confronti di un dodicenne e il padre della vittima, che una volta saputo quello che era accaduto ha aggredito a martellate il maggiorenne.
La storia risale all’autunno scorso. Perrino avrebbe adescato il ragazzino su facebook attraverso il falso profilo di una ragazza bionda, da lì sarebbero partite le conversazione dove “la donna” prometteva prestazioni sessuali sino a organizzare un incontro. Ma all’appuntamento fissato al parco Cesare Braico si presentava il ragazzo, diceva che la donna li avrebbe raggiunti successivamente e che intanto avrebbero iniziato loro. Si sarebbero consumati rapporti completi. Tre gli episodi contestati. Il tutto sarebbe accaduto all’interno del rudere fatiscente che si trova nel parco cittadino di via Appia.
La mamma del 12enne scopre la chat di facebook, racconta tutto al marito. Il padre del ragazzino nella conversazione fa finta di essere il figlio e fissa un incontro, all’appuntamento vicino ai garage del condominio Appia Verde ai Cappuccini si presenta lui con un martello. L’uomo era arrabbiato, pieno di collera contro chi aveva fatto quelle cose al suo bambino. Sferra un solo colpo col martello alla testa del 19enne poi calci e pugni, il ragazzo gravemente ferito arriva in ospedale, viene sottoposto anche ad un intervento chirurgico. Il fatto accade a novembre.
Perrino nella sua prima versione agli investigatori racconta di essere stato aggredito da alcuni extra comunitari, ma non convince i poliziotti. Solo a marzo la famiglia del minorenne sporge denuncia. Il 19enne alla fine dichiara agli agenti che non avrebbe immaginato che il ragazzino aveva solo 12 anni, ma delle conversazioni facebook la situazione apparirebbe alquanto chiara.
Da questa mattina Perrino e il padre della vittima sono ai domiciliari, la procura aveva chiesto l’arresto in carcere per il 19enne e i domiciliari per il padre, ma il gip ha disposto la stessa misura per entrambi. “E’ una storia tragica, triste e agghiacciante- afferma il procuratore Ghizzardi in conferenza stampa- ci siamo interrogati più volte sulla posizione di questo padre. Ma mentre si poteva giustificare dal punto di vista umana non potevamo che far prevale la legge, perché il cittadino non può farsi giustizia da solo.
Secondo gli inquirenti ci potrebbero essere altri ragazzini coinvolti, agli atti della procura risulta già un altro minore adescato. È stato sequestrato il pc del 19enne dal quale potrebbero emergere ulteriori elementi. Simone Perrino è all’ultimo anno del liceo a Brindisi, studente modello e conosciuto come una bravo ragazzo.
Lucia Portolano
magari si puo imputare il fatto di aver scritto il nome del ragazzo.io avrei messo solo le iniziali perche se alla fine verra assolto il suo nome sara comunque associato a questa vicenda dalla maggior parte della gente che e solo interessata alla notizia e non allo sviluppo della stessa
Mha!
12 anni, facebook, da quanto leggo sembrerebbe 3 incontri dove il ragazzino è andato da solo (si sono incontrati al Cesare Braico quindi avrebbe potuto non andarci)…
Pur condannando fermamente eventuali atti di pedofilia, mi chiedo: non è che questo padre doveva prendersi a martellate da solo per non aver saputo fare il genitore?
Forse sarebbe meglio aspettare qualche notizia più concreta prima di dare il via ad una gogna mediatica.
In questa storia triste e squallida, non si può che solidarizzare con il padre del dodicenne. Sfido chiunque, padre o madre, a pensare di poter agire diversamente. Purtroppo, però, in uno Stato di diritto, la giustizia fai da te non è concepibile, perché altrimenti finiremmo nel caos in stile far west. Appare altresì opportuno richiamare ogni genitore alla vigilanza attenta e costante circa l’uso dei social da parte dei figli, sopratutto se minorenni. Oltre alla famiglia, che rimane il centro nevralgico di educazione dei figli – per quanto oggigiorno si faccia di tutto per distruggerne il fondamento costituzionale e naturale -, anche scuola e istituzioni dovrebbero impegnarsi sempre più per diffondere una cultura dell’uso coscienzioso ed adeguato dei social. Sopratutto nei confronti di coloro che ancora non hanno maturato uno spirito critico adeguato per potersi difendere dalle insidie del web.
Bisognerebbe condannare anche gli omofobi!
Sig.ra Grazia, se lei ritiene che i fatti non siano veri come riporta in maniera obbiettiva la redazione, faccia una cosa molto semplice, vada in Procura ed esponga lei come si sono realmente svolti i fatti, assumendone naturalmente le conseguenze in caso di dichiarazioni mendaci. I giornalisti fanno il loro lavoro di informazione, sono i magistrati che applicano le sanzioni restrittive. Se la vittima fosse suo figlio credo che non avrebbe scritto quel commento.
Voi giornalisti pur di fare notizia scrivete nefandezze senza nemmeno conoscere i fatti. Per questo le persone come voi rischiano la denuncia per DIFFAMAZIONE! Dipingete un “orco” un diciottenne e una marea di FATTI NON VERI!! State facendo un processo prima ancora che la cosa sia appurata! Bisognerebbe rompere la testa anche ai diffamatori!
Gent.ma lettrice noi giornalisti ci siamo solo limitati a riportare ciò che gli inquirenti hanno riferito in una conferenza stampa presso la sala della Procura della Repubblica. Si tratta di atti giudiziari. I processi li fanno i giudici, noi abbiamo solo raccontato e virgolettato le parole del procuratore aggiunto e utilizzato il condizionale in tutto il nostro articolo. Chiaramente lascio cadere quella sua frase “sul rompere la testa ai diffamatori”. Cordiali saluti Lucia Porolano, direttore responsabile
Come dare torto a questo padre…io da padre quel ragazzo lo avrei ammazzato
Il martello lo avrei usato anche per un altra cosa in modo che provi anche il maggiorenne cosa ha provato il minorenne
Nell’assumermi sempre la piena responsabilità di quanto da me detto , SONO TOTALMENTE SOLIDALE CON IL PADRE DEL RAGAZZINO ED APPROVO TOTALMENTE ED INCONDIZIONATAMENTE IL SUO OPERATO: io avrei fatto lo stesso, ma in maniera più definitiva. Una cosa credo accadrà nel futuro: il (presunto) pedofilo non farà più porcate simili. Credo che la lezione, salvifica e redentrice, gli sia bastata.