LECCE- Confermata la confisca dell’intero villaggio di Acque Chiare, oltre 200 villette con bar, ristorante, e albergo in costruzione, e confermate per tutti le pene stabilite dalla sentenza di primo grado. Lo ha deciso la Corte d’Appello di Lecce che questa sera ha emesso la sentenza di secondo grado. Pene confermate per per il costruttore Vincenzo Romanazzi e il notaio Bruno Cafaro, un anno e sei mesi, nove mesi per l’architetto Carlo Cioffi, ex dirigente dell’assessorato all’Urbanistica del Comune di Brindisi e il progettista Severino Orsan, oltre all’ammenda di 20mila ciascuno. Per Romanazzi e Cafaro è stata modificata la pena pecuniaria che èstata aumentata rispetto ai 30 mila euro previsto in primo grado. La Corte d’Appello ha accolto la richiesta del pm Antonio Costantini.
Il reato è di lottizzazione abusiva per un villaggio turistico costruito a due passi dal mare su un terreno che aveva una destinazione d’uso ben diversa. Nuova delusione per gli acquirenti delle villette, che si sono costituite parte civile, una nuova tegola cade sul villaggio, nel quale non ci mettono piede più da tempo.
Ma i loro legali già annunciano ricorso in Cassazione. “Non è finita qui- afferma l’avvocato Vittorio Rina, proprietario di una delle case, difeso, insieme ad altri 63 titolari di ville dall’avvocato Rosario Almiento– continua la nostra via crucis, ricorreremo in Cassazione”. Intanto si è in attesa di leggere le motivazioni.
Lu.Po.
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