BARI – Le parole della Uil sul caso di caporalato scoperto a Villa Castelli dai Carabinieri sono dure e puntano il dito anche contro la Regione Puglia. “Quanto accaduto a Villa Castelli spesso è la norma, non un caso isolato: il caporalato non si combatte solo con controlli stringenti, ma migliorando i servizi pubblici locali, a cominciare dai trasporti. E la Regione è indietro anni luce da standard accettabili”.
La Uil regionale parte da questo assunto per commentare il caso di caporalato individuato dai carabinieri solo pochi giorni fa: una lotta che sempre più spesso viene lasciata solo alle forze dell’ordine. “Occorre una collaborazione fattiva da parte delle istituzioni locali, che hanno il dovere di mettere in campo risorse e azioni concrete per restituire dignità ai lavoratori agricoli che ogni giorno lavorano sul territorio in condizioni aberranti e disumane – sostiene il segretario generale della Uil regionale, Aldo Pugliese – Il primo passo è garantire un trasporto locale degno di tal nome, che non permetta ai caporali di sostituirsi alle istituzioni, sfruttando, in cambio, la necessità di tanti lavoratori. La Regione Puglia, purtroppo, da questo punto di vista è indietro anni luce”.
Una denuncia nemmeno troppo velata di quanto si dovrebbe fare su più livelli ma che ancora oggi sembra essere lontano. “Sono tanti i cittadini che sgobbano nei campi per una retribuzione addirittura inferiore a quella garantita, per esempio, dal reddito di dignità, trovano nella rete illegale del caporalato l’unica possibilità per raggiungere il posto di lavoro”. Nel frattempo, “I trasporti pubblici arrancano tra scandali, inefficienze e sprechi di ogni tipo. Sarebbe troppo facile fare riferimento alla dorsale adriatica, progetto vitale per ricongiungere il tacco d’Italia al resto del Paese, fondamentale per il tessuto industriale, commerciale e portuale pugliese, finito nel dimenticatoio nel silenzio generale. O ai casi delle Ferrovie Sud Est o di Aeroporti di Puglia, ormai quotidianamente sotto la lente della magistratura – sottolinea Pugliese – E quando la magistratura interviene, di solito, non è un bel segnale, sintomo che chi di dovere non si sta adoperando al meglio per dare una svolta a un sistema che fa acqua da tutte le parti”.
“Il trasporto pubblico – attacca ancora il segretario Uil Puglia – è un diritto fondamentale dei cittadini, ancor di più dei lavoratori. Il fatto che la Regione Puglia non faccia quanto dovuto per garantirlo, favorendo, come nel caso del caporalato, attività illegali, è gravissimo. Quanto accaduto negli ultimi giorni a Villa Castelli non è purtroppo un episodio isolato, ma spesso è la norma. Una norma che va combattuta con ogni mezzo, una piaga che va debellata sì con controlli stringenti, ma anche con un percorso di modernizzazione ed efficientamento del servizio pubblico locale”.
BrindisiOggi
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