BRINDISI – Palazzo Nervegna non s’è fatto trovare impreparato: per l’incontro indetto per celebrare il 50esimo anniversario della nascita dell’Aiac (Associazione Italiana Allenatori Calcio), insieme al presidente Aiac della regione Puglia Mimmo Ranieri, Brindisi ha avuto l’onore di avere ospite il presidente nazionale Renzo Ulivieri, grande allenatore del passato e tecnico al Bologna negli anni di Roberto Baggio. Presenti anche molte figure importanti dello sport della regione, gli allenatori dei settori giovanili di varie scuole calcio e 2 dei giocatori più importanti a vestire la maglia con la V, come Antonio Benarrivo e Mino Francioso.
La conferenza si è divisa in due fasi: inizialmente, Mimmo Ranieri ha illustrato il programma, e dopo aver presentato alcuni ospiti ha dato la parola a mister Ulivieri, che ha prima parlato del ruolo dell’associazione e poi si è soffermato sulla questione tattica di questo sport, parlando in particolar modo del settore giovanile. È chiara infatti la netta distinzione tra il calcio professionistico e quello dei giovani, con i due modi che devono essere chiaramente visti in maniera differente.
Tema importante è il rapporto allenatore-genitore, da trattare con i guanti proprio per la sua delicatezza. “Le nostre scuole calcio – ha dichiarato Ulivieri – hanno inizialmente il compito di educare. Per questo parliamo di EduCalcio. Tanta educazione, e meno calcio. Le sconfitte fortificano, anche se molti genitori non lo capiscono e si lamentano di ciò che facciamo con i loro figli. Ma i nostri sono due ruoli completamente differenti”.
Dopo vari scambi con gli ospiti, che hanno potuto rivolgere domande al Presidente Nazionale, si torna a parlare di quello che gli allenatori devono fare con i propri ragazzi. “Giochiamo con il 3-5-2 per garantire la parità numerica con gli attaccanti, composti da due ali e dalla punta centrale, a cui insegniamo non solo a far gol, ma a rincorrere la palla se la perde. Mentre l’unica cosa da dire ai nostri difensori è di difendere il suo uomo, e recuperare la posizione se si viene saltati”.
I temi hanno suscitato grande interesse in tutti i presenti, usciti soddisfatti dalla sala per aver potuto arricchire il proprio bagaglio calcistico, sportivo in generale e umano interloquendo con un grande uomo, prima che un grande allenatore, come Renzo Ulivieri. Una serata di questa importanza, nell’anno dell’ennesimo fallimento del calcio cittadino, assume ancora più valore: la voglia di cambiamento può portare a nuove, importanti soddisfazioni.
Antonio Solazzo
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