
FRANCAVILLA FONTANA- Il caporalato, storia di braccianti venuti da lontano e di migranti , questo al centro di un incontro organizzato da Libera il prossimo 15 marzo a Francavilla Fontana in vista della giornata della Memoria e dell’Impegno del 21.
Il caporalato è già un reato penale, ma c’è una proposta per inserirlo nel 416 bis, reato di stampo mafioso. Le vittime del caporalato potrebbero diventare quindi vittime di mafia. All’iniziativa interverranno Nicolangelo Ghizzardi, procuratore aggiunto della Repubblica di Brindisi; il vicesindaco Concetta Somma; il referente di Libera Brindisi, Lorenzo Fisiola; Peppino De Leonardis, segretario regionale ella Flai Cgil; Angelo Leo, segretario provinciale della Flai Cgil e Vita Argenitiero, sorella di una vittima del caporalato, che porterà la sua drammatica testimonianza. Sarà proiettato un video della Rai dal titolo “Morire di caporalato”.
BrindisiOggi
Gentile Signore …..sono un professionista nel settore oil & gas non faccio parte di nessuna associazione benefico/accoglientistico/profugopoli etc..etc..lei invece è un pensionato statale o cosa ? Tratta argomenti cosi complessi con la leggerezza da bar
Una tesi un pò sgarrupata la sua caro Sig. Lucio …parole in libertà
Di quale onlus e/o associazione di tipo benefico accoglientistico buonista modello “profugopoli”fa parte?
Mi dispiace dirlo, ma alla luce degli scandali che quotidianamente avvengono nella Repubblica delle Banane, il fatto di far diventare le vittime del caporalato come vittime della mafia E’ UNA TROVATA DI SAPORE SPUDORATAMENTE ELETTORALISTICO. Infatti , in questo caso, la persona presunta “vittima” becca un sostanzioso vitalizio che gli consente di campare abbastanza bene fino alla fine dei suoi giorni. Il tutto, alla facciaccia del povero Cristo di pensionato INPS o al minimo che crepa di fame e fa salti mortali per arrivare a fine mesi. Vi immaginate tutte le varie associazioni buonistiche e parabuonistiche come si darebbero da fare per far risultare “vittime” di mafia i tanti clandestini che lavorano nei campi? L’Italia diventerebbe un nuovo miraggio, una nuova mammella a cui ciucciare: ANDIAMO IN ITALIA, CI FACCIAMO SFRUTTARE QUALCHE MESETTO NEI CAMPI E POI DICIAMO DI ESSERE DICHIARATI VITTIME DI MAFIA E CI BECCHIAMO LA PENSIONE. Che pacchia ragazzi!!! Gli scafisti ed i mercanti di carne umana si stanno già sfregando le mani sul nuovo servizio che andrebbero ad offrire. D’altronde “business is business”. O no?