Torna in carcere Dora Buongiorno, uccise il compagno dandogli fuoco

CAROVIGNO – Ritorna in carcere per scontare 15 anni di reclusione Dora Buongiorno, 46enne del posto, arrestata dai carabinieri della stazione di Carovigno, in esecuzione ad un ordine di espiazione pena emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Brindisi – Ufficio Esecuzione Penale.

La donna, dopo un breve periodo in carcere, era stata sottoposta agli arresti domiciliari per l’omicidio di Damiano De Fazio. Il primo marzo scorso la Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso della difesa, confermando la condanna a 15 anni inflitta dal gup di Brindisi in primo grado dopo un processo con rito abbreviato. Damiano De Fazio

Era il 26 dicembre del 2012 quando Damiano De Fazio, 51enne agricoltore di Mesagne, uscì di casa e, con un passaggio offerto dalla madre del suo sesto figlio (con altri 5 viveva e gestiva un’azienda agricola a Palmarini, a Brindisi), raggiunse Carovigno, dove avrebbe festeggiato il compleanno del giovane.

L’uomo fu trovato in fiamme, intorno alle 23,45 in contrada Epifani, ai confini tra le campagne di Mesagne e Serranova. Ai suoi soccorritori, prima di perdere i sensi, l’uomo riferì che i responsabili erano di Carovigno.

De Fazio sopravvisse appena un giorno. Morì nella notte a cavallo tra il 27 e il 28 dicembre 2012.

Le indagini si concentrarono, dopo alcune piste, sulla donna con la quale aveva trascorso l’ultima serata: Dora Buongiorno, la madre del suo sesto figlio. Una relazione, la loro, che andava avanti da 10 anni. La donna, interrogata, raccontò di aver accBUONGIORNO Dora, classe 1970ompagnato De Fazio a Mesagne da alcune persone, e di non aver avuto più sue notizie.

Il 23 gennaio 2013, gli agenti del commissariato di Mesagne insieme con quelli della Squadra Volanti di Brindisi arrestano Dora Buongiorno, considerata la responsabile del suo omicidio.

Nella sua casa, fu trovata una ricetta per dei sedativi: un ulteriore riscontro per gli investigatori, considerando che dall’autopsia dell’uomo era emersa la presenza di tranquillanti. L’ipotesi degli inquirenti vedeva quindi l’uomo drogato con i sedativi, per poi bruciarlo.

La donna fu condannata in primo grado con rito abbreviato e in appello a 15 anni di reclusione, scontati ai domiciliari. La sua difesa aveva puntato sulle violenze fisiche che la donna avrebbe subito dal De Fazio. Ora che la condanna è definitiva, per la Buongiorno si sono riaperte le porte del carcere di Lecce.

BrindisiOggi

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