BRINDISI- Riconosciuti grazie al dna e grazie ad un tatuaggio sul dorso della mano, così finiscono in manette cinque persone considerati gli autori di una serie di violente rapine tra Brindisi, Francavilla Fontana e San Donaci.
Si tratta di due provvedimenti distinti, emessi dal gip del Tribunale di Brindisi su richiesta della Procura.
Il primo provvedimento restrittivo vede indagati per concorso in rapina aggravata, ricettazione, porto e detenzione illegale di arma da fuoco e lesioni personali aggravate : Antonio Grassi, 29 anni, Vincenzo Trono, 31 anni, Francesco Franchin, 26 anni, e Alfonso Polito, 31 anni. Questi quattro sono già detenuti in carcere perché arrestati nell’ambito dell’operazione di polizia “Beginners” che una settimana fa ha visto sgominare un’organizzazione di stampo mafioso composta da 27 elementi, considerata dalla Dia “la nuova Scu”.
La seconda ordinanza è indirizzata nei confronti Vitantonio Fiaccone, 38 anni, ritenuto responsabile di aver messo a segno una rapina a Tuturano lo scorso 7 aprile 2015, ai danni della filiale della Banca Popolare Pugliese.
Le indagini condotte dall’aprile 2014 al settembre 2015 dai militari del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Francavilla Fontana, guidata dal capitano Nicola Maggio, (da cui è derivata la prima ordinanza di custodia cautelare), ed hanno consentito di individuare alcuni degli autori di ben cinque rapine a mano armata (di cui una tentata) commesse con metodi decisamente violenti.
Si parte con la rapina alla tabaccheria “Caliandro” a Brindisi. Era il 24 febbraio del 2014. Intorno alle 18.45 quattro individui, tutti incappucciati, uno dei quali armato di fucile a canna mozzata, facevano ingresso all’interno della rivendita di tabacchi, via Carducci n. 55, di proprietà di Andrea Caliandro.
Le telecamere di videosorveglianza riprendono l’assalto. I malviventi costringono il proprietario e due clienti ad alzare le mani, impossessandosi del cellulare di uno di essi.
Uno dei rapinatori armati dice : “issi li sordi ci no ti sparu”.
I complici nel frattempo arraffano stecche e svuotavano le due casse dal denaro contante patri a circa mille euro.
Le telecamere identificano Antonio Grassi e mettono in evidenza un particolare, un tatuaggio raffigurante un elmo romano sul dorso della sua mano destra.
Un’altra rapina si consuma il 4 marzo del 2014 ai danni del supermercato Dock di Mesagne.
In cinque individui a bordo di un’autovettura di colore grigio scuro raggiungono il parcheggio del supermercato in via Marconi e posizionano l’autovettura pronta per la fuga. Uno dei cinque rapinatori resta alla guida dell’autovettura, mentre gli altri quattro, di cui uno armato di fucile a canna mozzata, l’altro di pistola ed un terzo di taglierino, raggiungono l’interno del supermercato e, direttisi alle casse, intimano al cassiere di consegnargli il denaro. La vittima consegna immediatamente il cassetto. Una cassa però era chiusa da un sistema computerizzato. Uno dei malviventi, quindi, colpisce il malcapitato con un violento schiaffo sull’orecchio destro procurandogli la doppia perforazione del timpano, con conseguente indebolimento permanente dell’udito Dopo avere preso il denaro dalle casse, pari a 1.771 euro, si davano a precipitosa fuga, salendo a bordo dell’auto che li attendeva all’uscita del supermercato. Anche per questa rapina si grazie alle telecamere si è riusciti ad Grassi, incastrato dal tatuaggio sul dorso della mano destra.
Dopo soli tre giorni dalla rapina a Mesagne la banda entra nuovamente in azione. La sera del 7 marzo 2014, tre individui incappucciati scendono da una autovettura Lancia Lybra SW di colore scuro e si dirigono di corsa verso le porte scorrevoli del supermercato “Brio”, a Torchiarolo, in via Brindisi.
La porta automatica però non si apre e quindi, i tre malviventi risalgono in macchina e vanno via.
Dalla visione di alcuni fotogrammi gli investigatori individuano il tipo di autovettura utilizzata dai rapinatori, ossia una Lancia Lybra SW di colore grigio.
Alle ore 01.45 del successivo 8 marzo, quindi dopo poche ore dalla tentata rapina, una pattuglia del Nucleo Radiomobile della Compagnia Carabinieri di Brindisi, percorrendo la complanare della SS 613, giunta all’altezza dello svincolo per il quartiere Bozzano, rinviene in stato di abbandono una Lancia Lybra SW di colore grigio targata CS915HD, risultata oggetto di furto commesso presso i parcheggi dell’aeroporto di Brindisi.
Dopo una più accurata ispezione del mezzo, poi, venivano ritrovati e sottoposti a sequestro due passamontagna, due paia di guanti ed un cacciavite. Il Reparto Investigazioni Scientifiche di Roma, esaminati i reperti in sequestro, riesce ad isolare alcuni profili di dna corrispondenti a quelli dei quattro indagati.
La sera del 15 aprile 2014 si consuma un’altra rapina a mano armata. Tre individui, tutti travisati, due dei quali armati rispettivamente di una pistola e di un fucile a canna mozzata, fanno irruzione all’interno della tabaccheria a San Donaci, in via Cellino n. 96, al cui interno vi era il titolare, i familiari dello stesso ed un cliente. I rapinatori si impossessavano di circa 3mila euro in contanti, di alcuni blocchetti della lotteria gratta e vinci, di alcune stecche di sigarette e di un iPhone 4S di proprietà della figlia del titolare.
Il 3 maggio 2014, tre individui travisati con passamontagna di colore scuro ed armati di pistola rapinano la tabaccheria “Mordi e Fuggi”, in via Marconi n. 219 a Mesagne impossessandosi di 9.650euro. Visionando le immagini dell’impianto di videosorveglianza all’interno della tabaccheria rapinata, gli investigatori notano alcuni dettagli che erano stati già osservati in alcune precedenti rapine.
Per queste cinque rapine risultano indagati Grassi, Trono, Franchin e Polito.
La rapina messa a segno, invece, il 7 aprile 2015, ai danni della filiale della Banca Popolare Pugliese di Tuturano, è stata attribuita Vitantonio Fiaccone.
Il malvivente, con una mossa fulminea, salta il bancone raggiungendo le due impiegate presenti che vengono costrette a sdraiarsi a terra. Il rapinatore afferra il denaro presente nella cassaforte aperta, e si dilegua. Il bottino ammonta a 12.965 euro. Determinanti per le indagini le impronte digitali che consentono di identificare Fiaccone, già ristretto ai domiciliari per un altro tentativo di rapina.
BrindisiOggi
Un ‘applauso grande alle forze dell ‘ordine di Brindisi , senza di loro Brindisi sarebbe un cumulo di macerie . Capisco la mancanza di lavoro ma ” il fare di questa gente ” a me non piace . Una brava persona un buon cristiano si prodiga ha chiedere aiuto alle varie caritas diocesane oppure amici di famiglia . Questi ragazzi si portano a questo perche’ comprendono che non hanno piu’ una bella immagine nel senso : prima rubano ha tutti i brindisini e poi chiedo solidarieta’ alla stessa gente della loro citta’ , chiaro che i cittadini brindisini chiudono le porte e il loro finale di questi personaggi e la galera . Tutte le forze dell ‘ordine di Brindisi devono fare questo lavoro con orgoglio SENZA SE E SENZA MA , senza pensare ma quando andro’ in pensione ? piu’ siamo meglio e , l’unione fa la forza , il gioco di squadra e molto importante in questo lavoro . Viva le forze dell ‘ordine, tutta Brindisi di cristini veri vi sostiene . IL fare del ladrone e che si fa sempre i fatti suoi , non vede nulla , non denuncia nulla , sa , ma non parla .