INTERVENTO/Gli artefici di un dissesto finanziario, in un ambito differente da quello politico, farebbero un passo indietro recitando un coscienzioso e serio mea culpa. Se non lo facessero verrebbero silurati, defenestrati, fatti fuori da chi di dovere, per impedire di compiere altri danni a scapito degli aventi diritto ad una buona amministrazione. Nella società civile e in un qualunque contesto ove regni un barlume di meritocrazia, funzionerebbe così, a tutela dell’interesse generale. A Brindisi, invece, dinanzi ad una pronuncia della Corte dei Conti che censura l’attività dell’amministrazione comunale (esperienza recentemente conclusasi in modalità tali da rivestire grande e – ingeneroso per la città – risalto sulla stampa nazionale con il Commissariamento del Comune) e che imputa ai condottieri una gestione fallimentare delle partecipate e strampalata della contabilità, i partiti di quella maggioranza fanno l’opposto, riproponendosi, rilanciandosi, reinventandosi in un irriverente gioco delle parti.
Attraverso la vecchia pratica “scaricabarile” si prendono le distanze praticamente da se stessi quasi non riconoscendo i propri volti, le proprie emanazioni che riportavano a liste, gruppi, sigle, che, fino ad un mese fa, vedevano gente seduta dietro i banchi del Consiglio Comunale tra le file della maggioranza o ai posti riservati alla giunta Consales.
Così in questo processo autoreferenziale basato sulla semplice estirpazione (peraltro indotta da vicende giudiziarie) delle presunte mele marce, si trova il coraggio di proporre alleanze, facendo esperimenti che altro non sembrano che “progetti di potere” per non perdere poltrone, seggi, incarichi. Personalmente, ero sicuro che nessuno si sarebbe cosparso il capo di cenere in segno di rispetto verso i cittadini, vessati negli ultimi anni da un inasprimento della fiscalità locale, ma ammetto che speravo in un ravvedimento.
Auspico un’attenta riflessione da parte dell’elettorato: non è più concepibile premiare l’operato di chi gestisce la “cosa pubblica” secondo questi parametri. Significherebbe portare a termine il processo di dissesto sancito dalla Corte dei Conti, già in avanzato stato di completamento. Brindisi, oggi più che mai, ha bisogno di un ricambio e di un rinnovamento politico-amministrativo, lontano da lotte e guerre intestine, ponendo magari l’attenzione agli allarmi lanciati, più volte in questi anni, da coloro seduti tra i banchi dell’opposizione.
Gianluca Alparone
(già candidato al Consiglio Regionale della Puglia con Forza Italia)
” LE LEGGI NON FUNZIONANO” Chi dovrebbe farle funzionare? Chi dovrebbe controllare questi giustizialisti?….Se non parte questo treno,il cittadino resta sempre a mani vuote.(riguarda al resto sono sole “chiacchiere”. Non vi è pietra, infissi, suppellettile delle opere realizzata dal regime democratico postbellico che non emani il fetore delle ruberie poste in essere in danno della nazione italiana.
Io non votò da dieci anni,continuerò a protestare in questo modo.Invito tutti i cittadini a fare lo stesso.Soprattutto ai giovani non fatevi raggirare con false promesse scendete in piazza come abbiamo fatto noi nel 68 e sputate in faccia tutte queste merdacce di sinistra o di destra.
Condivido quanto scritto.purtroppo c’è da aggiungere che oltre ai politicanti , vi sono anche le colpe dei dirigenti e degli impiegati tutti.sono totalmente inadeguati e non riescono a indirizzare al meglio l’attività ‘ amministrativa . Inoltre sono persone buone per tutte le stagioni pur di rimanere in piedi e accaparrarsi i loro lauti stipendi d’oro. Andrebbero mandati tutti a casa come la classe politica. Che si appresta a tornare
Egregio Gianluca Alparone
lei forse non sa che il dissesto ha origini antiche e che se è vero che gli attuali amministratori hanno fatto il passo in avanti verso il precipizio, la vecchia duplice ( eletta due volte ) amministrazione ci aveva già portato sull’orlo del baratro. Chi c’era nella vecchia amministrazione ? Quelli che oggi, da opposizione, gridano all’incompetenza ed allo scandalo. Quelli della Città d’Acqua ( è vero, la città fa acqua da tutte le parti ) e dell’Area Vasta, contenitore vuoto per un attore che oggi vedo candidato di facciata a sindaco per il suo schieramento politico. Mi associo a Lucio De Cristofaro. E vado oltre. Ci vorrebbe un astensionismo dell’ 80% per far capire a qualcuno che Brindisi con questi attori andrebbe commissariata a vita.
Ma ci cazzu eti quistu . VA Caca A MARI
“…un’attenta riflessione da parte dell’elettorato…”. Non preoccuparti, ci sarà questa attenta riflessione. Una riflessione che porterà l’astensionismo al 60 % minimo. Così imparerete. Tutti.