BRINDISI – Il riordino ospedaliero che toccherà anche le strutture sanitarie della provincia di Brindisi non va già alle organizzazioni sindacali. Se da un lato c’è chi chiede la revisione dell’intero piano di riordino, c’è, dall’altra, chi si chiede quale futuro avrà l’ospedale di Mesagne, sparito dal piano della Regione Puglia.
Cgil, Cisl e Uil scrivono una lettera ad Emiliano perché faccia un paso indietro sul riordino. “Siamo consapevoli –scrivono – che l’ennesimo piano di riordino ospedaliero è dettato “da nuovi vincoli di programmazione” introdotti anche dalla Legge di stabilità 2016, con cui il Governo impone ulteriori economie di spesa, ma il piano della Regione Puglia non rispetta, di fatto, tutti i criteri indicati dalle norme, tant’è che il rischio è che l’offerta sanitaria non sia omogenea e rispettosa dei LEA nell’ambito dell’intero territorio regionale”.
L’Asl di Brindisi, scrivono le organizzazioni sindacali, arranca già a causa dei tagli subiti e de blocco del turnover di questi ultimi anni, rischiando di essere la più penalizzata.
“A Brindisi il rapporto posti letto/abitanti è al di sotto degli standard previsti, (oggi è pari al 2,7%, di molto inferiore al 3,4% regionale) e da tempo i servizi sanitari sono carenti di personale medico e paramedico. Per garantire il diritto alla salute di tutti i cittadini pugliesi la Regione dovrebbe intervenire evitando sperequazioni tra le diverse ASL in termini di posti/letto e di personale. Per questo, denunciamo la nostra contrarietà rispetto ad un piano che prevedendo di chiudere nove ospedali nell’intera regione ne chiude ben tre nella nostra provincia”.
In una ASL in cui, per i sindacati, non esiste nemmeno una presenza di strutture sanitarie private accreditate tale da compensare l’assenza del servizio pubblico, si assisterà ad un aumento della mobilità sanitaria, un allungamento dei tempi di attesa e più disservizi, oltre a un maggiore stress a carico di tutto il personale.
A questo, si aggiunge il coro di voci sollevato da circa 25 tra medici, infermieri, amministrativi e addetti alle pulizie dell’ospedale di Mesagne. “Con la chiusura dei reparti ancora attivi al De Lellis, si perdono circa una 40ina di posti letto tra lungodegenza e medicina, senza considerare il day surgery e il day hospital, che consentono di alleggerire il carico di lavoro del Perrino – dichiarano dalla Fials – Ancora oggi assistiamo alla ricerca disperata di un posto letto: poche sere fa una donna ha rischiato il ricovero a Matera, perché non si riusciva a trovarne uno né in provincia di Brindisi, né fuori. Se chiudiamo anche questi reparti, i pazienti dove andranno a finire?”.
BrindisiOggi
” PER LUCIO de CRISTOFORO ” l’ITALIA in bancarotta, Al momento Le posso solo dire alla buona,oggi mi sono trasferito, ieri ero quasi un tuo vicino..conosco bene l’apparato di ladruncoli, non solo brindisino ma ITALIANO, ho avuto più danni io , di un esercito di questi nostri assolti ladroni,…( ancora oggi) “QUANTI ITALIANI COME ME RICEVANO QUESTE INGIUSTIZIE VISIBILE DI PADRONANZA IN ASSOLUTO?” le ingiustizie continuano…. Con rammarico Le dico, ci troviamo in uno Stato comatoso per colpa di questi vermiciattoli inseritosi nei posti migliori di questa nostra società… domanda, senza alcuna risposta.. come cambiare questo sistema In parte di marpioni?.. se non vieni aiutato da questi inseritosi capoccioni al posto giusto?, a chi rivolgersi… di quale giustizia si parla?.lasciamo perdere, La ringrazio tonipier.
Tonipier, non so chi tu sia ma mi trovo sempre d’accordo con quanto da te affermato e ti confermo che, come in questo caso, enunci SACROSANTE ED INCONFUTABILI VERITA’.Avanti così, anche se si incazzeranno un poco i “democratici” ed i buonisti della mi…ia.
A carico dei contribuenti in Italia si arricchiscono anche i sindacati…..Attraverso 14 mila centri d’assistenza fiscale i sindacati realizzano introiti…….. All’ombra delle degenerazioni politiche vegeta la più vergognosa forma di sfruttamento sociale, migliaia e migliaia di fannulloni, di infingardi, di discoli, di falliti negli studi, nel lavoro, nella vita tessono le trame del più subdolo marpionismo sociale.
“L’ITALIA OPPRESSA DAL FISCO E DIVORATA DAI POLITICI” L’Italia, secondo l’immagine dannunziana, è diventata una immensa preda per vellicati da fameliche ambizioni da leoni, terra da saccheggiare, ambito nel quale il latrocinio e l’imbroglio sono assurti a vessilli nazionali.