BRINDISI- “C’è bisogno di un nome nuovo, fresco, credibile, autorevole che non siano identificativo. Che sia esterno. Troviamolo nella società civile, tra gli organi professionali. Nell’ospedale, nel tribunale, anche nella procura, sui campi di basket e nelle concessionarie.” Sono queste le frasi che nelle ultime due settimane si ricorrono nelle sedi di partito e tra coloro che sono alla ricerca disperata di un candidato sindaco di una città che si ritrova nuovamente al buio.
Sono queste le frasi che sanciscono la fine della politica e la morte dei partiti.
In una città che aveva salito tre scalini ed è ritornata nello scantinato. Che ci aveva provato anche a candidarsi come città europea della cultura e che in due settimane è finita sulle cronache nazionali per un sindaco arrestato per tangenti, dipendenti pubblici condannati per assenteismo, e bambino di 23 mesi scappato dal nido comunale senza che nessuno se ne sia accorto.
Mentre qualche candidato sindaco avanza timidamente da qualche lista civica, i partiti dal centrosinistra al centrosinistra passando per il centro sono nella confusione più totale. Nessuno ha un candidato spendibile, dentro casa propria. Anzi si cerca disperatamente all’esterno. Qualcuno ripropone qualche vecchio nome, che dopo qualche anno sabatico dalla gestione della cosa pubblica, oggi vorrebbe ritornare da sindaco. Ci vuol riprovare anche chi si era allontanato dal suo vecchio partito, ci aveva provato da solo, e non ci è riuscito. Poi c’è chi essendo alla fine di qualche suo incarico vorrebbe tentare questa nuova impresa.
La difficoltà sta nel fatto che qui “ nessuno ha fatto crescere nessuno”, né politicamente né amministrativamente. Da una parte il Pd con guerre intestine, con maggioranze all’interno del partito che cambiano a secondo dei nemici di turno. “Voti santificati” che sono serviti per i primi anni e poi macchiati e condannati in pochi mesi. Gruppi consiliari eletti nelle liste dei partiti ma poi rinnegati da questi. Dall’altra parte c’è un centrodestra in frantumi, tutto da ricostruire. Con Forza Italia, che ormai in questa città ha solo la sede, e un ex capogruppo Mauro D’Attis. I fittiani “come color che son sospesi” in rotta con Vitali e Berluscon . I centristi che non sanno bene da che parte stare, dove la maggioranza di Ferrarese vorrebbe ritentare il laboratorio o un progetto di moderati, e l’area minoritaria di Cassano, a Brindisi rappresentata da De Michele, che vorrebbe tentare l’accordo con Vitali. Perché anche qui qualcuno ha qualche nemico da sconfiggere. Che è sempre dentro casa propria.
A questo si aggiunge la lite tra Movimento 5Stelle e Brindisi Bene Comune, con il consigliere pentastellato Bozzetti che taglia qualsiasi ipotesi di alleanza per statuto, fosse anche l’alleato più “pulito” di questa terra. Bozzetti che ha sbattuto le porte a Rossi. “Noi non facciamo alleanza con nessuno”.
E allora che si fa? Si cerca. Si cerca ancora sino a quando un medico, un commercialista, un professore, un giornalista, un ingegnere, un manager, chiunque insomma che non abbia mai avuto a che fare con la politica non decida di prestare la propria faccia, il proprio tempo e un po’ di soldi per una campagna elettorale in cui già c’è uno sconfitto. La politica.
Lucia Portolano
Ci vorrebbe un “pescatore”.